Per favore non toccate le vecchiette
🌍 Il colore verde #200 La Corte europea dei diritti umani ha dato ragione a 2400 anziane svizzere: lo Stato deve contrastare il climate change per tutelare la salute pubblica
Ciao!
E buona 200ª puntata de Il colore verde! La prima è uscita il 21 marzo 2020, in pieno lockdown. Siamo cresciuti insieme e siamo cresciuti tanto — io, la newsletter, voi.
200 è un bellissimo numero, ma ve ne do uno ancora più bello: 300. Non puntate, ma alberi. Perché una delle cose che più mi rende orgoglioso di questo progetto è il nostro “bosco” in Guatemala, che cresce oggi di 50 alberi e arriva appunto a 300.
Merito del supporto degli amicissimi di ZeroCO₂, azienda italo-guatemalteca che fa riforestazione “ad alto impatto sociale”. Ho raccontato più volte come lavorano, e come i loro alberi siano alberi con un potere in più: supportare comunità rurali in angoli di mondo dove deforestazione, multinazionali e monocolture devastano la biodiversità. «I semi della resistenza», scrivevo in un reportage tra le foreste del Petén. Resistere, resistere, resistiamo affinché ciò che ci segue sia meglio di ciò che ci ha preceduto.
Spero tu possa sentire questo “bosco” del Colore verde un po’ tuo. Lo è. C’è una pagina che abbiamo fatto con ZeroCO₂ per seguire i “risultati” dei nostri alberi. Un esempio? Abbiamo assorbito l’anidride carbonica che verrebbe prodotta facendo il giro del mondo in auto 7,8 volte.
Prologo terminato, grazie di cuore e buona lettura!
Questa newsletter arriva a 6.574 persone. +24 rispetto all’ultima puntata
Passa parola per fare crescere il progetto
Ps. Nel sondaggio della settimana scorsa, il 76% degli iscritti ha detto che la lunghezza va bene. Per gli altri, prometto che alcune puntate saranno più corte (non questa).
🌡️ Marzo è il decimo mese consecutivo più caldo di sempre
Anche questo mese un record: marzo è il marzo più caldo mai registrato, ci dice il solito servizio di studi su meteo e clima dell’Ue, Copernicus. Da 10 mesi ogni mese è il più caldo mai registrato. Non fa più notizia, ma la situazione è abbastanza folle.
(Per i fan di Vite al limite: il mondo sembra uno di quei pazienti del dottor Nowzaradan, che visita dopo visita ingrassa invece di dimagrire, e lui si incazza). Simon Stiell, segretario dell’Unep, l’ente Onu che si occupa di ambiente, ha detto dritto per dritto: “Abbiamo due anni per salvare il mondo”.
💧 Siccità in Sicilia, l’allarme del sindaco di Agrigento: “Dateci l’acqua o rinunciamo a essere Capitale della cultura”
Già da qualche settimana raccontiamo il problema della siccità siciliana. La regione adesso ha costituito una “cabina di regia” per affrontare il tema, guidata dal governatore Renato Schifani. Schifani ha provato a rassicurare: “la situazione è drammatica ma non ancora emergenziale”.
Ma il sindaco d’Agrigento è più spaventato di altri: «Sono pronto a restituire il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025 se la città dovesse essere ancora irrimediabilmente attanagliata dalla crisi idrica». La città già oggi riceve approvvigionamenti idrici tramite autobotti ed è stata costretta a razionamenti.
C’è chi pensa a riattivare il dissalatore di Porto Empedocle, ma non è più in funzione da 11 anni per gli alti costi di gestione dell’epoca.
→ Sul tema desalinizzazione dell’acqua di mare ti rimando a questa vecchia puntata:
🚗 Entro il 2030 metà delle auto elettriche vendute nel mondo sarà cinese
L’agenzia Moodys, che si occupa di studiare come vanno economia e finanza mondiale, prevede che per il 2030 metà delle auto elettriche vendute saranno cinesi. Per darti un riferimento: la quota di mercato nel 2015 era 1,3%; nel 2023 ha raggiunto già 31,6%.
È un tema enorme, che incrocia tantissimi tavoli: la transizione, lo sviluppo industriale, la geopolitica, lo sfruttamento delle risorse (minerali e terre rare in particolare, come avevo raccontato nella puntata sulla Groenlandia). In questi giorni si discute molto del futuro delle fabbriche italiane del gruppo Stellantis: è evidente che l’industria automobilistica stia cambiando rapidamente e a pagarne le spese siano oggi soprattutto gli operai.
Dibattito simile si può fare sulle tecnologie del fotovoltaico, oggi in grande maggioranza cinesi. Il premier francese Bruno Le Maire ha invitato tutti a comprare pannelli prodotti in Francia e chiedendo all’Europa di proteggere le aziende europee dai competitor a basso costo cinesi.
👕 Il “cotone sporco” di Zara e H&M, coinvolte nella deforestazione in Brasile
L’ong inglese Earthsight denuncia il “cotone sporco” dei colossi del fast fashion: Zara e H&M prenderebbero parte delle loro materie prime da coltivazioni legate a deforestazione, land grabbing e violenza nell’area brasiliana del Cerrado. L’inchiesta stima che almeno 816 mila tonnellate di cotone sarebbero “sporche”, dopo aver analizzato per un anno le zone dove il cotone viene coltivato. Qui tutte le info dell’inchiesta.
Sam Lawson, a capo di Earthsight, la spiega così: «Mentre tutti sappiamo cosa hanno fatto la soia e la carne bovina alle foreste del Brasile, l’impatto del cotone è passato in gran parte inosservato. Eppure negli ultimi decenni i raccolti hanno registrato un boom, diventando un disastro ambientale. Se avete vestiti di cotone, asciugamani o lenzuola di H&M o Zara, potrebbero essere macchiati dal saccheggio del Cerrado».
→ L’approfondimento di
: “Forse il problema riguarda tutti noi”🎶 Billie Eilish e i vinili riciclati
La musicista americana Billie Eilish ha annunciato un “piano di sostenibilità” per il suo nuovo album, in uscita il 17 maggio. Le copie in vinile saranno in una singola edizione (contrariamente alla moda delle edizioni speciali) e verranno stampate e confezionate con materiali riciclati. Vinile non vergine, inchiostro a base vegetale, vernici a base d’acqua. Al posto della pellicola in cellophane, le confezioni degli album saranno riciclate e riutilizzabili al 100%.
Eilish è un’artista nota per le sue scelte ambientaliste: è vegana da quando ha 11 anni, sembrerebbe viaggiare con voli di linea per raggiungere i suoi concerti (addirittura in economy), e così via. Negli Stati Uniti si discute molto dell’impatto degli artisti sull’ambiente, e negli ultimi mesi il grande capro espiatorio è Taylor Swift e i suoi frequenti voli in jet per raggiungere le tappe del tour globale. In Corea, invece, va alla grande l’associazione Kpop4planet.
→ Qui tutta la faccenda dei satelliti di legno e i rifiuti spaziali spiegata bene.
Tutela dell’ambiente = diritto umano. La storica sentenza in favore di 2400 anziane svizzere
Alla fine hanno vinto le nonne. «La nostra è una vittoria per tutte le generazioni». A Strasburgo, in un caldo martedì di primavera, 2400 donne svizzere (età media 73 anni) hanno conquista un risultato storico per il movimento ambientalista: il contrasto al cambiamento climatico è un diritto umano e la tutela della salute del Pianeta va di pari passo con la salute della nostra specie.
Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) con una sentenza inappellabile alla fine di un caso presentato dall’associazione KlimaSeniorinnen (“Anziane per la protezione del clima”). Le KlimaSeniorinnen avevano fatto causa allo Stato svizzero per le lente e insufficienti politiche di riduzione delle emissioni. Con tutto il caldo che fa la loro vita è sempre più in pericolo.
La Cedu è un po’ il grillo parlante d’Europa, che stabilisce l’asticella etico-morale senza però comminare sanzioni. Con 16 voti contro 1, la Corte ha stabilito che c’è stata una violazione dell’articolo 8 che sancisce il diritto a una tutela effettiva da parte delle autorità statali contro i gravi effetti dannosi dei cambiamenti climatici sulla salute, sul benessere e sulla qualità della vita. Il caldo eccessivo impedisce di vivere e la Svizzera ha disatteso i suoi stessi obiettivi.
Rosmarie Wydler-Wälti, svizzera settantenne si è commossa alla notizia del verdetto. Agli avvocati continuava a ripetere: «Ma è successo davvero?». E loro le rispondevano: «È il massimo risultato che potevamo ottenere. Abbiamo ottenuto qualcosa di inimmaginabile».
«La sentenza stabilisce un cruciale precedente giuridico vincolante», spiega fuori dalla corte di Strasburgo Ruth Delbaere dell’associazione Avaas, che ha seguito questo e altri climate litigations, ovvero casi dove associazioni e cittadini chiedono conto dell’inazione ambientale di aziende e governi. Una pietra miliare. «Fungerà d’ora in poi da modello per come denunciare con successo il proprio governo».
Il verdetto è stato accolto con entusiasmo dalla comunità ambientalista. Anche l’attivista svedese Greta Thunberg era presente a Strasburgo: «Questo è solo l’inizio: in tutto il mondo, sempre più persone portano i propri governi in tribunale per ritenerli responsabili delle loro azioni», ha dichiarato la fondatrice del movimento Fridays for future.
Nello stesso giorno la Cedu si è espressa su altri due casi simili. Uno è stato portato avanti da un uomo francese, che aveva fatto causa al governo di Parigi: per la Corte il caso era inammissibile. Il terzo caso, altrettanto storico e importante (l’avevo anticipato anche la settimana scorsa), riguardava sei ragazzi portoghesi che avevano citato in giudizio 32 Stati europei . Anche in questo caso la Corte ha dichiarato inammissibile la causa: i sei ragazzi non si erano mai appellati ai tribunali interni dello Stato, quindi per la corte non avevano ancora ricorso a tutti i mezzi legali per far valere la loro posizione.
Il governo svizzero ha risposto senza fare polemiche, promettendo di fare di più. Ci sono però delle voci critiche. Serena Sileoni, docente di diritto ed editorialista per la La Stampa, sostiene sul giornale di oggi in edicola che la Corte si è spinta oltre le sue responsabilità, spezzando la separazione dei poteri alla base dei nostri sistemi democratici. Un mese fa una causa simile portata avanti in Italia – Giudizio universale dell’associazione A Sud – era stata considerata inammissibile dal tribunale di Roma per difetto di giurisdizione. Secondo la sentenza, in Italia nessun tribunale può decidere o discutere le politiche climatiche dello Stato. La sentenza della Cedu però d’ora in poi potrebbe cambiare le future cause intentate a livello nazionale e internazionale.
Ma questo caso è storico anche perché spezza la retorica secondo cui il contrasto al climate change riguarda solo il futuro e le nuove generazioni. Le “nonne” svizzere ci spiegano che sono loro in prima fila: non solo per la loro passione, ma anche perché sono la fascia di popolazione più fragile di fronte a ondate di calore e eventi meteo estremi. «La nostra è una vittoria per tutte le generazioni».
Plantum
Un’app per riconoscere le piante inquadrandole con la fotocamera. Ti dice anche come curarle e tutto il resto. Ha delle funzioni a pagamento, ma basta dire di no fin da subito e usare solo la parte gratis, più che sufficiente.
Il libro ambientalista che ha ispirato la serie tv apocalittica Il problema dei 3 corpi
Suoni della Terra
Puntatona della newsletter insieme a
11 startup che guidano la rivoluzione tecnologica climatica
Nella nuova fattoria “vegana”
La cover story di Internazionale in edicola, consigliatissima
Ma ciao orso spirito (o orso kermode), sei troppo carino. La foto, insieme a molte altre, è stata selezionata dalla Jane Goodall Foundation per i 90 anni della biologa. Si possono acquistare: il ricavato in beneficienza. Qui tutte, una più bella dell’altra.
Se sei qui, vuol dire che Il colore verde ti piace davvero e ti è utile. La newsletter è nata nel marzo 2020 e la curo io, Nicolas Lozito, friulano, 33 anni. Sono un giornalista e lavoro a La Stampa.
Da febbraio 2024 Federica De Lillis collabora con me. Giornalista romana, ora vive a Milano e lavora per Sky Tg24. I suoi focus: nuove generazioni, diritti e digitale.
La comunità de Il colore verde ha un bosco di 300 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia qui. Se vuoi adottare un albero anche tu da ZeroCO₂, usa il codice ILCOLOREVERDE per uno sconto del 30%.
Se vuoi darci una mano:
• Condividi la puntata via mail o sui social.
• Considera una donazione. Aiuteresti a sostenere questo progetto editoriale. Puoi donare su DonorBox o Paypal.
È super ritrovare "Linguetta" citata dentro "Il colore verde", che è stata una delle prime newsletter su Substack a cui mi iscrissi (e che rimane una delle imperdibili). Grazie!
Che sorpresa e che onore trovare i miei Dispacci qui, in una delle mie newsletter preferite, grazie mille ❤️