Salvarsi con solo dei semi di riso tra i capelli
🌍 Il colore verde #191 Nel 1700 le donne del Suriname scappavano dalla schiavitù donando la libertà alle future generazioni. Oggi i loro gesti aiutano a combattere la crisi climatica
Eccoci!
C’è vita oltre Sanremo? Proviamo a capirlo oggi. Nel frattempo, una domanda e poi partiamo.
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A proposito di newsletter. Ad aprile torna il mio corso “Progettare una newsletter” per la Scuola Holden. 5 lezioni da due ore, sabato mattina, in diretta online. Codice sconto ILCOLOREVERDE. È arrivato alla 5ª edizione, da qui alle prossime settimane ti presento un po’ di newsletter nate dopo il corso. Parto da
, partita da pochissimo, di Dario Olivi.Le notizie della settimana raccontate in breve.
🌡️ Il primo anno a +1,5°C: superata la soglia “più sicura” del surriscaldamento
Il riscaldamento globale ha superato per la prima volta il limite di 1,5°C rispetto al livello preindustriale (1850-1900) nel corso di un intero anno. Ce lo dice Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Tra febbraio 2023 e gennaio 2024 la temperatura media globale è aumentata di 1,52°C.
1,5°C è la soglia di surriscaldamento considerata più sicura dagli scienziati, oltre la quale gli effetti del climate change diventano esponenziali e più imprevedibili. La temperatura è più alta non solo per l’effetto serra ma anche per l’arrivo del fenomeno ciclico di El Niño – non dipendente dall’uomo – , che dovrebbe placarsi nella seconda metà del 2024. È probabile, quindi, che le temperature inizieranno a scendere leggermente, per poi risalire nei prossimi anni.
🇪🇺 La Commissione ha grandi obiettivi climatici, ma ha rimandato i piani per l’agricoltura a dopo le elezioni
L’avevamo anticipato: la Commissione Ue martedì ha annunciato l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040 rispetto le emissioni del 1990. Consideriamo che dal 1990 a oggi abbiamo ridotto già del 30%, manca il 60% in 16 anni. Il documento è dettagliatissimo e spiega bene che è fattibile, ma i Paesi devono mettersi in marcia. Analizza bene i costi (tanti, anche in termini di perdita di Pil), ma anche gli enormi benefici. L’idea è fare dell’Ue una delle forze verdi globali, che si muove in anticipo e guida il resto del Mondo. L’Ue si aspetta di raggiungere il risultato anche grazie al contributo delle tecnologie che assorbono CO₂ dall’aria.
Viste le forti proteste degli agricoltori in tutta Europa, Von Der Leyen e i suoi però hanno scelto di lasciare fuori qualsiasi target per l’agricoltura, che contribuisce per più del 10% alle emissioni dell’Ue. Tra i punti a cui ha rinunciato la Commissione c’è anche la proposta di riduzione dei pesticidi (qui spiegata). La partita è rimandata a dopo le elezioni europee di giugno.
Ma qual è l’endgame, il punto di caduta? Le elezioni faranno da spartiacque: il nuovo Parlamento, così come la nuova commissione, potrebbero non essere così verdi e progressisti. Due scenari:
1. la nuova maggioranza – probabilmente a spinta più destrorsa – abbandona le scelte più coraggiose del Green Deal;
2. la nuova maggioranza si adatta alle esigenze del mercato e continua a spingere per le politiche verdi per ragioni economiche più che ideologiche.
→ Il giornalista Ferdinando Cotugno, sempre da leggere, ha messo insieme un po’ di cose in questo articolo per Lucy: “Trattori, negazionisti, populisti: il fronte anti-ambientalista di cui dovremmo preoccuparci”
🛢️ Calo record dell’uso di combustibili fossili in Ue: il 44% dell’elettricità è prodotta dalle rinnovabili
La settimana scorsa festeggiavamo i dati delle rinnovabili in Cina, oggi possiamo celebrare quelli Europei. Secondo un nuovo report del think tank Ember, nei Paesi dell’Ue c’è stato un calo record dei combustibili fossili. Nel 2023 è crollata la produzione di elettricità da carbone (-26%) e gas (-15%). Ciò ha portato alla riduzionedelle emissioni del settore elettrico (-19%).
Le energie rinnovabili superano il gas: la generazione di energia eolica (18%) ha superato il gas (17%) per la prima volta nel 2023. Complessivamente, le rinnovabili hanno raggiunto una quota record del 44% dell’energia elettrica dell’Ue.
E l’Italia? Siamo il Paese che usa più gas per produrre elettricità (45% contro media 17%), ma siamo anche il terzo Paese per produzione di energia solare, dopo Germania e Spagna.
🚙 Parigi fa pagare il triplo ai Suv che vogliono parcheggiare in centro
Immaginare e progettare le città del futuro significa anche iniziare a smantellare l’idea autocentrica dei centri urbani. Parigi e la sua sindaca, Anne Hidalgo, ci stanno provando ormai da anni: zone a bassa velocità, piste ciclabili, Senna balneabile, aree verdi.
Lo scorso weekend i cittadini hanno votato sì a un referendum per aumentare il prezzo del parcheggio per i Suv. Cosa significa? Se l’iniziativa venisse approvata anche dal consiglio comunale, i non residenti che parcheggiano in città con un macchinone – anche elettrico – pagano 18 euro all’ora (3 volte tanto la tariffa normale). Qualche contrappeso alla notizia: hanno partecipato al referendum solo 78.000 persone (il 5% degli aventi diritto) e il Sì ha vinto con il 54% di preferenze. Molti cittadini e diverse forze politiche hanno criticato la proposta, definendola una “crociata contro le automobili”.
Il commento della sindaca Hidalgo: «È uno strumento di giustizia sociale. A Parigi lavoriamo affinché le prossime generazioni possano vivere in un ambiente sano. I parigini hanno fatto una scelta chiara, altre città seguiranno».
🎤 Eni si prende tutto: Sanremo, i nostri idoli e pure la Serie A
Eni è uno dei grandi sponsor di Sanremo, anche quest’anno. Nelle precedenti edizioni le accuse di greenwashing erano più diffuse (è tra le 100 aziende che hanno inquinato di più nella storia), quest’anno l’impressione è che le campagne pubblicitarie e gli sforzi di comunicazione abbiano fatto breccia e normalizzato la questione. Ci sono pure gli spot con Virginia Raffaele e Malika Ayane.
Eppure, denuncia Greenpeace, per ogni euro investito in Plenitude e quindi in attività green, Eni ha investito 15 euro in operazioni di petrolio e gas. Ricordatevelo quando guardate tutto quel bel verde, le canzoncine e tutto il resto. Legambiente sta raccontando la questione con i meme:
Ma la marcia di Eni per conquistare i nostri cuori prosegue: dalla prossima stagione e per almeno tre anni la Serie A di calcio maschile sarà sponsorizzata da Enilive e non più da Tim, come succedeva dal 1999.
→ Se ami il calcio ma anche il verde, c’è una newsletter per te: di Andrea Barbuti
Un approfondimento in meno di 500 parole. Si legge in 3 minuti.
Riso tra i capelli: un dono per il futuro dalle donne del Suriname
di Federica De Lillis
Se fossi costretto o costretta a scappare nella foresta, cosa metteresti nel tuo kit di sopravvivenza? La giovane Paanza, nel ottobre 1739, scelse di portare con sé un panicolo di riso intrecciandoselo tra i capelli. Paanza era figlia di una schiava africana e di uno schiavista e lavorava nelle piantagioni olandesi del Suriname, uno stato del nord-est dell’America Latina.
Non era la prima a scappare. Nella prima metà del 1700, le donne e gli uomini fuggiti dagli schiavisti avevano fondato alcuni villaggi nella foresta amazzonica. È qui che Paanza trovò riparo, tra i Saamaka, oggi il più grande gruppo etnico della comunità dei Maroons del Suriname.
Appena arrivata, sciolse i capelli e donò alla sua comunità quei semi che, secondo la tradizione, provenivano direttamente dall’Africa. Il primo raccolto non fu consumato, si attese che ci fosse abbastanza riso da condividere con tutti gli schiavi liberati.
Ancora oggi il riso è l’alimento di base dei popoli Maroons del Suriname e della Guyana francese, in Sud America. Dei 284 nomi dati dalle comunità alle diverse specie di riso, 53 sono nomi di donne: Ma Paanza è uno di questi, ma ci sono anche l’Alisi Seei dal nome di Seei, una delle pioniere della comunità; e il Ma Ya, traducibile come “Madre Ya” dal nome di sua figlia Yaya, che si diceva fosse in grado di parlare con gli spiriti della foresta. Le donne fuggite dalla schiavitù hanno assicurato la sopravvivenza dei primi Maroons nascondendo riso tra i capelli.
Queste storie sono state tramandate oralmente nei popoli del Suriname fino a oggi. Loro le conoscono da sempre, noi le abbiamo scoperte grazie a uno studio del 2023 che suggerisce come, tre secoli dopo, il coraggio delle schiave liberate possa essere la chiave contro una nuova minaccia: la crisi climatica.
Un recente reportage del Guardian racconta la storia di Albertina Adjako, una contadina Saamaka che, come le sue antenate, oggi coltiva riso vicino alla città di Brokopondo, colpita nel 2022 da violente piogge che hanno spazzato via l’intero raccolto. Non è un evento isolato: secondo la Banca Mondiale, il Suriname sarà sempre più esposto all’alternarsi di inondazioni e siccità. (Spoiler: non è tra gli Stati che hanno contribuito in quota maggiore alla crisi climatica — solo lo 0,01% delle emissioni globali storiche).
Come molti contadini locali, Adjako sa che per sopravvivere agli shock ambientali nelle terre degli antenati c’è bisogno di diverse varietà di riso. Specie “amanti del sole” ma anche quelle “amanti dell’acqua”, ed è per questo che la donna partecipa a un programma di un centro di ricerca sul riso supportato dal governo surinamese. L’iniziativa prevede che nel suo appezzamento di terra possa coltivare i semi lasciati in eredità dallo straordinario pensiero a lungo termine delle prime donne Maroons.
Quel gesto d’amore lungo tre secoli è tutelato anche nel Deposito del Circolo Polare Artico, lo Svalbard Global Seed Vault, che raduna semi da tutto il mondo come una cassaforte a prova di futuro. Qui sono custodite 183 varietà di panicoli surinamesi, molti originari dell’Africa e dell’Asia. Grazie alla collaborazione con l’associazione Crop Trust, si pianifica di reintrodurre nel territorio le specie perse nel tempo, con caratteristiche in grado di adattarsi alle oscillazioni climatiche estreme e garantire così la sicurezza alimentare delle future generazioni.
In lingua Saamaka esiste un’espressione dal doppio significato: Fu kiija di bongo. Significa “coltivare il riso” ma anche “crescere i figli”.
Sezione dal titolo assurdo, se l’è inventata Federica e la cura lei. Pillole di green tech: app, strumenti, siti, calcolatori per fare i sapientoni all’aperitivo o migliorare la nostra vita.
MeteoHeroes
MeteoHeroes è un’app (iOS e Android) di educazione ambientale in cui sei bambini con il superpotere di scatenare gli agenti atmosferici imparano a sfruttare il loro potenziale per proteggere la Terra dai cambiamenti climatici. È un modo per calarsi nel “mondo dei perché” dei più piccoli e, se mai ti troverai davanti al compito di spiegare a tua figlia o tuo nipote cosa sta succedendo al Pianeta, saprai già da dove partire.
Una sezione dedicata alla comunità, condividiamo le nostre storie.
Una casetta per le api solitarie
«Ho installato in terrazzo una casetta per le api muratrici. Aiuto l’ecosistema della mia città un’ape alla volta!». Ce lo racconta Daniele, che poi spiega come ha fatto. Ha acquistato la casetta su Mypolly, ma online ci sono molti tutorial per crearne una anche da soli. Le casette ospitano le api solitarie, quelle che non fanno miele e non vivono in alveare. «Non disturbano in nessun modo, non hanno gruppi larghi o complessi. La sera tornano a dormire nei buchini e di giorno vagano. La scorsa primavera le ho prese in mano per scaldarle un po’, c’era stata una botta di freddo ed erano stordite».
Qual è il tuo dono per la Terra? Scrivi nei commenti o rispondi nella mail per raccontarci il tuo gesto per l’ambiente. Vale tutto, anche le cose più strane.
Cosa ci è piaciuto questa settimana: articoli, podcast, video, libri.
La meraviglia del tutto
È uscito per Mondadori il libro postumo di Piero Angela, scritto da Massimo Polidoro. Un testamento alle cose belle della vita, della scienza e dell’amore. Wow.
→ Qui un estratto.
Professione Pet Detective
C’è una donna inglese che, gratuitamente, ha ritrovato 330 cani smarriti. Lavora con droni e telecamere termiche. Piccola grande storia.
Il movimento dei “Cori per il clima”
Nato a Bristol, Inghilterra, oggi conta 600 cantanti e 11 cori che affrontano il climate change con musica e inni.
Mamma elefante e zia elefante proteggono un cucciolo che è stato appena ferito alla zampa da una tigre. “Una foto che mi spezza il cuore”, spiega l’autrice dello scatto Marina Cano su Instagram, dove racconta la storia completa.
🎁 Piccolo regalo: giovedì ho fatto una pagina su La Stampa dedicata alla forza delle immagini degli animali selvatici, ti metto il link (illegalmente) al pdf.
Se sei qui, vuol dire che Il colore verde ti piace davvero e ti è utile. La newsletter è nata nel marzo 2020 e la curo io, Nicolas Lozito, friulano, 33 anni. Sono un giornalista e lavoro a La Stampa.
Da febbraio 2024 Federica De Lillis collabora con me. Giornalista romana, ora vive a Milano e lavora per Sky Tg24. I suoi focus: nuove generazioni, diritti e digitale.
La comunità de Il colore verde ha un bosco di 250 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia qui. Se vuoi adottare un albero anche tu da ZeroCO₂, usa il codice ILCOLOREVERDE per uno sconto del 30%.
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Grazie mille per la citazione Nicolas! Ha già avuto un discreto effetto :)