Un deja-vu climatico
🌍 Il colore verde #218 Torna l'alluvione in Emilia Romagna, colpendo un'area che ancora non si era ripresa. Perché eventi un tempo rari ora sono sempre più frequenti?
Buongiorno,
sapete già di cosa parleremo oggi, ahinoi. Nella puntata, però, ci sono anche altre notizie e spero che almeno qualcuna possa darvi sollievo.
Ringrazio di cuore chi si è abbonato alla newsletter: siete già un po’, spero arrivino sempre più persone. Per chi ha sottoscritto un piano a pagamento, ecco il primo regalo, un’intervista solo per voi a Friederike Otto, scienziata del clima e co-direttrice del World Weather Attribution, l’ente che studia la correlazione diretta tra cambiamento climatico e singoli eventi meteo estremi.
(Per chi non è abbonato: se cliccate potete leggere un’anteprima e all’interno c’è uno sconto per il piano annuale).
Va bene, cominciamo!
🌧️ L’alluvione è tornata e non eravamo preparati
Cosa c’è di peggio di un’alluvione? Un’alluvione in piena campagna elettorale regionale e a pochi giorni dall’insediamento della nuova commissione europea. Mentre in Emilia Romagna si cercano ancora due dispersi e si prova ad aiutare mille sfollati, governo e regione litigano. Da Roma si chiede conto dei 594 milioni dati in 10 anni per ridurre i rischi idrogeologici, mentre dall’Emilia denunciano i ritardi dei fondi post-alluvione del 2023.
È l’eterno giorno della marmotta delle “emergenze maltempo” — anche se di “maltempo” classico ormai hanno ben poco. Un deja-vu a distanza di 15 mesi dalle piogge che avevano devastato la Romagna nel maggio 2023.
Gli scienziati avevano attribuito a quel doppio diluvio di inizio e metà maggio 2023 un tempo di ritorno di 200 anni. Significa che per le leggi della statistica, unite ai calcoli di meteo e clima, un’alluvione del genere ha il 0,5% di probabilità di accadere ogni anno. Ma ormai l’abbiamo capito, il dato è truccato e il cambiamento climatico altera la probabilità, rendendo fenomeni rari sempre più frequenti. L’anno scorso erano caduti 400-450 millimetri di pioggia in 21 giorni, quest’anno alcune località sono state sommerse da 300-350 in 36 ore.
La ferocia del cambiamento climatico va più veloce del nostro fisiologico tempo di reazione. È come svuotare una barca che affonda con un secchio, mentre qualcuno continua a fare buchi nello scafo. Mentre c’è un’alluvione in corso.
I territori in Romagna non erano pronti. Se in alcune località erano stati già costruiti dei sistemi migliori di prevenzione, gli interventi principali sono ancora in cantiere. Bacini artificiali, vasche di laminazione, argini rinforzati: serve tempo per costruirli e una gestione strategica dei fondi. Come scrive Repubblica:
«Al nocciolo, i numeri che contano sono due: la regione voleva 8,5 miliardi; il gioverno ne ha dati 3,8. E nulla è stato stanziato per il grande piano contro il dissesto idrogeologico che dovrebbe salvare l’Emilia-Romagna da futuri disastri. E che attualmente giace invece al ministero dell’Ambiente, fermo da 5 mesi».
I soldi arrivati sono serviti soprattutto come ristoro a chi aveva perso case, attività e beni (qui un grafico) — e che in alcuni paesi ora deve ricominciare da capo. Come sempre siamo bravissimi a gestire l’emergenza, che trasforma ogni istante in tragedia o eroismo; ma incapaci di prevenire. Eppure non mancano l’eccezioni positive: a Vicenza la scorsa primavera son caduti 400 millimetri d’acqua in poche ore, come era successo nel 2010. L’alluvione non ha avuto lo stesso impatto devastante grazie ai 23 bacini di laminazione costruiti nel frattempo, che sono stati capaci di assorbire l’eccesso d’acqua.
Ma appunto, in Emilia Romagna si combatte una battaglia più cieca, tipicamente politica, sulla pelle e le case dei cittadini. E così il dibattito sul presente oscura la programmazione sul futuro.
Qualche ora prima dell’alluvione, mentre in Emilia Romagna scattavano gli allarmi, i piani di evacuazione e venivano chiuse le scuole, Giorgia Meloni era davanti all’assemblea di Confindustria a spiegare a una platea di imprenditori compiacenti che il Green deal europeo ha dato «risultati disastrosi frutto di un approccio ideologico. Siamo impegnati per correggere queste scelte».
Che è un po’ come prendersela con quel povero cristiano che con il secchiello sta provando a svuotare la barca bucata, alluvionata e piena di matti che tifano per affondare.
— Ma perché è piovuto così tanto?
Quello che è successo «non è ideologia, è termodinamica», per dirla come Serena Giacomin — climatologa a capo dell’Italian Climate Network. L’alluvione in Emilia-Romagna è solo uno degli effetti più recenti della tempesta denominata Boris, che nell’ultima settimana ha causato grandi danni in vaste aree dell’Europa centrale dove si stima siano morte circa 20 persone. La causa principale è l’aumento delle temperature medie dell’aria e del Mar Mediterraneo. Boris arriva infatti dopo un’estate bollente. Maggiore calore significa acqua che evapora più velocemente e quindi nuvole che, come spugne, si gonfiano più rapidamente e si sfogano con più intensità.
Ma Boris è solo uno delle tante tempeste che in questo settembre ha colpito in diverse aree del mondo, come Usa, Africa e Cina. Molte alluvioni sono collegate tra loro comportamento anomalo della corrente a getto polare (una corrente che attraversa in orizzontale l’emisfero boreale), che invece di muoversi veloce come un’onda rallenta di fronte ai blocchi di aria calda da sud e gli effetti del suo passaggio si intensificano. Questa animazione mostra molto bene il fenomeno. Le parti rosse sono le zone di bassa pressione persistenti, dove si concentrano le piogge, le scritte ondulate “jet stream” mostrano la corrente a getto.
🥵 L’Italia è il Paese Ue con più persone esposte alle ondate di calore estremo
A proposito: l’Italia è il Paese europeo che questa estate ha registrato il numero più alto di persone esposte a temperature rischiose per la salute: 5 milioni di persone per almeno 61 giorni (dati Climate Central). In Europa, Roma è stata la città che ha registrato il numero più alto di giorni (64), seguita da La Valletta (52) e Valencia (52).
Per capire che si tratta di un’eccezionalità sempre più probabile:
— 72 Paesi hanno vissuto il periodo giugno-agosto più caldo mai registrato almeno dal 1970
— Le ondate di calore estremo di cinque o più giorni sono ora circa 21 volte più probabili a causa del cambiamento climatico causato dall’uomo.
— In media, il cambiamento climatico ha aggiunto 17 giorni di “caldo a rischio” in tutto il mondo.
👩💼 Chi si occuperà di clima nella prossima commissione europea? Teresa Riberia
Ursula von der Leyen ha scelto Teresa Ribera come sua vice, affidandole un ampio portafoglio che include le politiche sul clima. Ribera, politica socialista e ministra spagnola per la transizione energetica, avrà il compito di guidare una «transizione pulita, giusta e competitiva». La parola competitiva è relativamente nuova a Bruxelles e figlia di un’idea più industriale di decarbonizzazione. Il Piano Draghi per il rilancio dell’Ue suggerisce proprio questo: portare lo sviluppo tecnologico e industriale pulito in Europa, così da non dover dipendere dalle altre potenze globali per gli approvvigionamenti.
Come ha detto Von der Leyen: «gli anni ‘20 saranno una montagna russa per quanto riguarda la legislazione europea in materia di energia e clima».
→ Riberia si è detta aperta allo sviluppo del nucleare in Ue. Il ministro italiano per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin è tornato sul tema del nucleare in Italia, promettendo un impianto legislativo entro fine anno e produzione entro il 2030.
⚽ Sport e gli sponsor fossili che oscurano il gioco
Se mi conoscete sapete quanto lo sport acciechi spesso il mio giudizio. Oggi però tolgo un po’ di nebbia a tutti noi appassionati.
Le principali compagnie petrolifere e del gas investono oltre 5,6 miliardi di dollari ogni anno per sponsorizzare eventi sportivi globali, secondo il rapporto “Dirty Money” del New Weather Institute. Aziende come Aramco, TotalEnergies, Shell e Ineos sono tra i principali sponsor, mentre cresce il ruolo dei petrostati del Medio Oriente in diverse discipline. In Italia, Eni ha sostituito Tim come sponsor della Serie A con il marchio Enilive.
Il rapporto arriva pochi giorni prima del Summit del Futuro delle Nazioni Unite (22-23 settembre), dove il Segretario Generale António Guterres chiederà di nuovo la fine delle alleanze tra il settore pubblicitario e l’industria dei combustibili fossili.
Morten Thorsby, calciatore norvegese del Genoa, bandiera “green” della Serie A, ha commentato così lo studio:
«È vergognoso che il calcio sia lo sport con il maggior numero di accordi con gli sponsor dei combustibili fossili. È paradossale che queste compagnie petrolifere e del gas spendano miliardi di dollari per sponsorizzare lo sport, mentre uccidono il futuro dello sport e il futuro dei giovani giocatori a causa del cambiamento climatico. Attraverso il calcio dovremmo diffondere il messaggio che il nostro futuro dovrebbe essere libero dal petrolio e dal gas».
☀️ Ci dicono che la transizione va piano, i numeri mostrano il contrario
Oggi più che una verde speranza, uno spunto per pensare positivo quando tutti remano contro.
L’installazione di pannelli solari sta battendo ogni aspettativa e nel 2024 dovrebbe crescere del +29% rispetto all’anno scorso. Lo dice il il nuovo rapporto del think tank Ember: entro la fine del 2024 saranno installati ben 593 GW di fotovoltaico nel mondo. A guidare questa impennata ci sono Cina, Stati Uniti, India, Germania e Brasile, che da soli copriranno il 75% delle nuove installazioni. Mentre in Europa bisticciamo sul prossimo Green deal, nel mondo il sole splende sulle rinnovabili.
E in Italia? Nei primi sei mesi dell’anno, ci siamo portati a casa un bel +44% rispetto al 2023, con 3,34 GW di nuove installazioni (ma dovremmo installare 12 GW all’anno da qui al 2030 per stare nei target che l’Ue si era data).
Domani, domenica 22, alle ore 14.44 inizia l’autunno. Linus ce lo ricorda così:
🔗 SUL WEB
— Cosa sanno gli animali della morte?
— Il cotone coltivato in laboratorio (come la carne) per vestiti più ecologici ed etici
— “Diamo potere a noi stesse”: le donne che ripuliscono il lago Uru Uru in Bolivia
📚 DA LEGGERE
— Migrare in casa di Virginia Della Sala
Un lavoro d’inchiesta che racconta come ormai i migranti climatici siamo noi, e come il territorio cambia quando l’acqua si ritira dopo l’alluvione e i telegiornali se ne vanno. Bellissimo primo libro della nuova collana “Verdenero” di Edizioni Ambiente.
🎧 DA ASCOLTARE
— Generazione Climate Change - storie di un futuro possibile
Di Maurizio Melis per Radio24
📅 DA FARE
— Venerdì prossimo c’è la Notte dei ricercatori, festeggiata in diverse città.
E giovedì 26 apre a Torino Terra Madre, magari ci incrociamo!
Mancano 96 giorni a Natale, ma questa foto sa già di pieno inverno. Una coppia di orsi polari si riposa dopo il rituale del corteggiamento. La foto di Florian Ledoux è finalista del premio Drone Photo Awards.
Se siete qui, vuol dire che Il colore verde vi piace davvero e vi è utile. La newsletter è nata nel marzo 2020 e la curo io, Nicolas Lozito, friulano, 33 anni. Sono un giornalista e lavoro a La Stampa.
Da febbraio 2024 Federica De Lillis collabora con me. Giornalista romana, ora vive a Milano e lavora per Sky Tg24. I suoi focus: nuove generazioni, diritti e digitale.
La comunità de Il colore verde ha un bosco di 300 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovate la sua storia qui. Se vuoi adottare un albero anche tu da ZeroCO₂, usa il codice ILCOLOREVERDE per uno sconto del 30%.
Speriamo bene nonostante tutto
Competitività e decarbonizzazione devono per forza andare allo stesso passo per le aziende e le soluzioni di certo non mancano. L'Europa e le tante piccole e medie imprese che ci sono hanno una grande opportunità, meglio farlo prima possibile.