Sei ragazzi portoghesi contro 32 Paesi
🌍 Il colore verde #173 Un'enorme causa climatica sta per entrare nel vivo alla Corte europea dei diritti dell'uomo
CIAO!
Come va? Io ieri ho avuto un momento di altissimo orgoglio quando ho scoperto di essere finito su Treccani, che ha battezzato e catalogato il mio neologismo “iper-estate”. L’ho condiviso su Instagram e tre minuti dopo ho letto un commento che mi ha fatto tornare con i piedi per terra: “Siete la spazzatura dei giornalisti” (il plurale perché si rivolge alla categoria tutta dei giornalisti La Stampa). Che montagne russe di emozioni.
Va bene, ecco il menù, oggi tanti numeri, tantissimi numeri.
CINQUE ESSENZIALI — Attivisti uccisi; superati 6 su 9 limiti del Pianeta; ghiacciai dimezzati; l’Italia perde il primato europeo di circolarità; giovani e ambientalismo
IL FOCUS — Sei ragazzi portoghesi denunciano 32 Stati alla Corte europea dei diritti umani
TUTTO IL RESTO — Cosa sta succedendo in Libia; Planter, l’app per mangiare vegano; si può parlare con le balene?
5️⃣ ESSENZIALI
✊🏻 Nel 2022 sono stati uccisi 177 attivisti ambientali
Un attivista per l’ambiente ucciso in media ogni due giorni. È questa le media globale calcolata da Global Witness, che ogni anno monitora le uccisioni degli “Enviromental defenders” e raccoglie le storie di ciascuno. Attivisti, sindacalisti, leader indigeni, agricoltori. Nel 2022 le vittime sono state 177, meno delle 200 del 2021, ma ancora altissime. Un terzo difendeva l’Amazzonia. 60 vivevano in Colombia.
Dal 2012 a oggi si arriva a un totale di 1.910 (Lifegate).
→ Berta Caceres e le altre vittime della difesa all’ambiente (mia puntata del podcast Cambiamenti)
→ Non è certo la stessa cosa, ma l’attivista italiana Sofia Pasotto è stata bloccata e identificata dalla Digos per aver portato dei cartelloni contro l’Eni a un evento del Festival di Mantova (dove lei era speaker). Era presente anche il giornalista Ferdinando Cotugno, schedato pure lui (Domani)
⚠️ Abbiamo superato sei “limiti del Pianeta” su nove
Stiamo incidendo così tanto su clima ed ecosistemi che abbiamo portato la Terra al di fuori dello “spazio sicuro operativo per l’umanità”. Il ricercatore Johan Rockström del Potsdam Institute for Climate Impact Research nel 2015 aveva individuato 9 limiti del Pianeta: uno studio ormai celebre e diffuso (c’è anche un documentario su Netflix, Breaking Boundaries). Si tratta di macro-indicatori dello stato di salute del mondo in funzione dell’esistenza dell’umanità. Quando si oltrepassano, si entra in un periodo di forte perturbazione degli equilibri che mette a rischio le condizioni entro le quali la civiltà umana ha prosperato negli scorsi millenni. Dal cambiamento climatico alla perdita di biodiversità, salute dell’ozonosfera, acidificazione degli oceani.
Beh, secondo i nuovi calcoli ne abbiamo già oltrepassati 6. E tutti quelli che avevamo sforato già in passato sono peggiorati. Nel 2015 erano 3, nel 2019 quattro.
→ Ne parla anche nella sua newsletter tragicomica : Oltrepassare i limiti
🧊 Metà dei ghiacciai sparirà con +1,5°C
Ho scritto tante volte che i ghiacciai sono i canarini nella miniera del cambiamento climatico: quell’indicatore che prima di tutto il resto indica che qualcosa sta andando storto. Uno studio pubblicato su Science e finanziato dalla Nasa ha calcolato cosa può succedere ai ghiacciai del mondo a seconda dei livelli di surriscaldamento globale. Se la temperatura raggiunge i +1,5°C rispetto all’era pre-industriale, ne perdiamo la metà (il 25% della loro massa del 2015 entro il 2100). L’Europa, che ha vette alte ma non altissime, è destinata a vederne sparire molti. Come leggerai poco più sotto, la temperatura ha già quasi raggiunto la soglia del grado e mezzo. Come hanno fatto in Islanda nel 2019, saremo destinati anche noi a fare i funerali ai ghiacciai.
→ I ghiacciai italiani in crisi (mappe e grafici in questo speciale multimediale G&B)
♻️ L’Italia perde primato economia circolare in Europa
È uscito il report “Circonomia” di Legambiente, Kyoto club e Fondazione Symbola dedicato all’economia circolare italiana ed europea. Fino all’anno scorso eravamo davanti a tutti i Paesi dell’Ue, quest’anno siamo finiti in seconda posizione, dietro l’Olanda. L’economia circolare è ancora un nostro vanto, ma non cresciamo abbastanza nelle categorie legate all’energia rinnovabile. Dal report emerge un rallentamento del nostro cammino “green” negli ultimi anni. “In tutti gli indicatori tranne uno (tasso di riciclo dei rifiuti), dal 2018 in poi corriamo di meno della media dei Paesi Ue”, ha spiegato Roberto Della Seta, direttore scientifico del festival Circonomia in corso in questi giorni a Roma. Alcuni dati:
l’81,6% dell’economia italiana non è circolare
nel 2022 la produzione italiana da eolico ha segnato -1% (in Ue +9%) e quella da fotovoltaico +10%, contro il +26% dell’Ue
la quota di auto elettriche sul totale delle immatricolate era del 4%, contro il 12% della media Ue
A rallentare la transizione ci sono due freni precisi: le sindromi Nimby (non nel mio cortile) e Nimto (non nel mio mandato elettorale).
🙋♂️ I giovani e il clima: un rapporto non più così solido così
L’istituto di sondaggi SWG ha realizzato uno studio sui giovani italiani (18-30 anni) e la loro visione del mondo. Il questionario è stato commissionato dalla testata Italian Tech e si sofferma su molti aspetti legati al digitale, ma si possono leggere anche interessanti dati sui temi dell’ambiente (Green&Blue). Si possono notare due tendenze: crescente disillusione ed emergente disinteresse. Da una parte chi ha a cuore le sorti del Pianeta crede che non si faccia abbastanza, infatti il 66% dei giovani si è convinto che è una sfida che non possiamo vincere. Dall’altra, il cambiamento climatico non è la più priorità assoluta per i ragazzi. Era al primo posto nel 2022, oggi è terzo dopo scuola-sanità pubblica e parità di genere.
(Il sondaggio può non essere esaustivo, ma nelle occasioni che ho avuto di incontrare studenti delle superiori o ragazzi giovani di recente mi sono ritrovato effettivamente a trarre le stesse conclusioni. Morale: l’accostemento giovani=ambientalisti va usato con più cautela)
→ Indossare la sostenibilità: perché la Gen Z ama gli abiti di seconda mano? (Fanpage)
→ Fridays for future ha manifestato ieri e sciopererà venerdì prossimo. Il messaggio? «Troppi investimenti nei fossili» (Manifesto)
🔎 FOCUS: 6 ragazzi portoghesi contro 32 stati
A proposito di giovani, ecco una storia che ho avuto il privilegio di raccontare questa settimana sul giornale.
Un processo senza precedenti. Per il clima, l’ambiente e il futuro. Sei ragazzi portoghesi tra gli 11 e i 24 anni hanno fatto causa a 32 Stati europei (Italia compresa) e li hanno portati davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il processo inizierà il prossimo 27 settembre e verterà su un principio preciso: il cambiamento climatico causato dalle attività antropiche sta mettendo a rischio il presente e il futuro delle nuove generazioni. Un diritto inviolabile, che se negato priva i cittadini europei della possibilità di vivere un'esistenza sicura, sana e serena. La causa entra nel vivo dopo tre anni di preparativi e potrebbe dare il via a uno dei più importanti processi climatici della storia, un possibile gamechanger, un punto di svolta perché le sentenze della Corte sono vincolanti.
Tra i querelanti c’è Catarina dos Santos Mota, 23 anni, proveniente dal distretto di Leiria. Insieme agli altri cinque giovani ha avviato la causa già nel 2020. «I governi di tutto il mondo hanno il potere di fermare il cambiamento climatico e i governi europei stanno scegliendo di non fermarlo», ha detto la ragazza. «Quando i governi non riescono a proteggerci, è compito della Corte europea dei diritti dell’uomo intervenire».
Insieme a lei altri tre querelanti provengono da Leiria. Si tratta di tre fratelli, Cláudia, Martim e Mariana Duarte Agostinho (24, 20, 11 anni), che hanno scelto di partecipare dopo che gli incendi delle foreste portoghesi hanno devastato la regione. Altri due querelanti, provenienti dalla zona di Lisbona, sostengono che il cambiamento climatico causi intense tempeste nelle stagioni più fredde infierendo su un territorio sempre più fragile. Per il quindicenne André dos Santos Oliveira «non è solo la nostra salute fisica a essere compromessa. La crisi climatica influisce sulla nostra salute mentale. Come potremmo non avere paura?».
Secondo i sei giovani, gli Stati non solo mettono a rischio le vite dei cittadini, ma non hanno mantenuto le promesse siglate con gli Accordi di Parigi del 2015, il più importante trattato internazionale sulla riduzione delle emissioni di gas serra.
La loro voce è ferita, ma coraggiosa. Un grido disperato e allo stesso tempo carico di speranza.
I 32 Stati si dovranno difendere schierando centinaia di avvocati. Davide contro GOlia. Ma al momento, per i documenti e le affermazioni depositate alla Corte, le due principali linee di difesa sono deboli e anche piuttosto controproducenti: sminuire il ruolo del cambiamento climatico (“danni solo ipotetici” si legge in una relazione!) e far passare come non vincolanti gli Accordi di Parigi.
La storia dei sei ragazzi portoghesi va unita ad altre storie recenti: 1. i “Magnifici 16” del Montana, i giovani che hanno fatto causa allo Stato americano per inadempienza nelle politiche climatiche; 2. la decisione della Convenzione dei diritti dell’infanzia dell’Onu che ha sancito ufficialmente il diritto a un ambiente sano; 3. l’aumento esponenziale di contenzioni climatici (climate litigations) che arrivano in tribunale.
Non solo crescono le climate litigations, ma i processi portati avanti dai giovani sono una tendenza sempre più forte. La battaglia si è spostata dalle piazze alle corti dei tribunali. Questo salto fa capire quanto la partita sia sempre più complessa e ancora più ambiziosa. Se non puoi convincere governi ed enti privati, obbligali.
→ Se vuoi approfondire, il mio articolo completo su La Stampa
#️⃣ NUMERO: 16.77
16.77°C
La temperatura media dell’estate 2023, la più calda estate da quando misuriamo le temperature. Lo sapevamo già da un po’, ora arriva la certezza matematica. Più calda di 0,66°C rispetto la media 1991-2020; +0,29°C rispetto il precedente record del 2019. In questi mesi abbiamo superato il +1,5°C di surriscaldamento globale rispetto la media pre-industriale (Copernicus) Le cause: il climate change e il ritorno di El Niño, fenomeno ciclico che si ripete ogni 5-7 anni.
👀 VISIONI LATERALI
La tragedia climatica in Libia e l’occidente che non può stare a guardare (Linkiesta)
→ Cosa è successo con l’alluvione a Derna e perché (mio video per La Stampa)
Un possibile deserto salato in Friuli e terre aride in Sardegna e Calabria: come potrebbe essere l’Italia della siccità (Pianeta 2030)
Un lungo profilo su Ahmed Al Jaber e le sue contraddizioni, il sultano-petroliere degli Emirati arabi che sarà a capo della Cop28 di Dubai (NY Times)
Greenpeace Argentina ha lanciato una campagna particolarmente creativa, pubblicizzando una sorta di Abre Magique all’aroma di foresta bruciata per pubblicizzare una petizione in difesa degli alberi. Video da vedere:
Planter, l’app che ti aiuta a scegliere la dieta vegana. Creata da Carlotta Perego (Cucina Botanica) e Silvia Goggi, medica nutrizionista (Green&Blue)
Plant-sitter di tutto il mondo unitevi. “Questo è l’esatto momento in cui ti ho chiesto di dare l’acqua alle mie piante”, recita la vignetta:
L’importanza delle scuole guida per migliorare la convivenza tra ciclisti e automobilisti (Linkiesta)
Il piano di Lisbona per creare il suo primo “superisolato” (Iberica, newsletter che consiglio —>
)Possiamo parlare con le balene (pezzone lungo del New Yorker)
📸 LA MIA FOTO PREFERITA
Il takahe, un grosso uccello incapace di volare tipico della Nuova Zelanda, è stato reintrodotto nella natura, dopo anni di sforzi per conservare e far prosperare una specie fragilissima, dichiarata addirittura estinta a fine 1800.
Ma oltre alla notizia, guarda che foto: è takahe-mondo. Il suo piumaggio sembra quello di un pavone, ma la sua forma tonda lo fa sembrare un mappamondo, il Pianeta Terra dipinto sul suo corpo. Meraviglia.
💚 GRAZIE!
Se sei qui, vuol dire che Il colore verde ti piace davvero e ti è utile: grazie per supportare questa newsletter. Il colore verde è nato nel 2020 e lo curo io, Nicolas Lozito, friulano, 32 anni. Sono un giornalista e lavoro a La Stampa. Nel 2021 la newsletter ha vinto un premio, assegnato dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici e Radio 3 Scienza.
La comunità de Il colore verde ha un bosco di 250 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia e i suoi dati qui. Se vuoi adottare un albero anche tu da ZeroCO₂, usa il codice ILCOLOREVERDE per uno sconto del 30%.
Insegno alla Scuola Holden di Torino e al Master di giornalismo della Luiss di Roma. Tengo anche dei corsi aperti, come “Progettare una newsletter” per Holden Pro. Il prossimo ciclo parte il 4 novembre. Con il codice ILCOLOREVERDE sconto del 10%.
Ho curato anche tre podcast: Climateers (2021, Pillow talk), Cambiamenti (2022, Emons record), e Verde speranza (Onepodcast/La Stampa).
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Grazie per aver consigliato Ibérica :) Molto interessante la causa dei sei ragazzi, la riprendo nel prossimo numero!
Grazie per la menzione Nic 🫶 e iper-complimenti per il traguardo del tuo neologismo! Io ci sto provando con “monzarella”, termine coniato da me a indicare le mozzarelle che fa un mio cugino di Monza. Non sono buone e non fanno nemmeno troppo bene alla salute, ma l’italiano è in costante mutamento e io continuerò a sperare