Una strana tosse che non va più via
🌍 Il colore verde #193 Lo smog nel Nord Italia si è fatto sentire, e ha scatenato il panico. Sette idee per ridurlo, ispirate da ciò che accade in altre città del mondo
Buongiorno!
Lavorare in due a questa newsletter significa avere idee nuove e migliori. Ma non sempre siamo d’accordo l’uno con l’altra. Un dietro le quinte: la foto animalesca che c’è a fondo mail a me piace da matti. Federica invece l’ha commentata così: “Ammetto che di primo impatto sembrava una mega cacca”. Ognuno decida liberamente da che parte della storia stare.
Questa newsletter arriva a 6.360 persone. +30 rispetto l’ultima puntata
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Prima di partire, una nota di servizio. Ad aprile torna il mio corso “Progettare una newsletter” per la Scuola Holden. 5 lezioni da due ore, sabato mattina, in diretta online. Codice sconto ILCOLOREVERDE. È arrivato alla 5ª edizione, ti presento un’altra newsletter che è passata dal corso, quella dell’Arpa Toscana, bella e utile (anche per chi non vive nella regione).
Le notizie della settimana raccontate in breve.
🕊️ Due anni di guerra in Ucraina
Il 24 febbraio del 2022 l’esercito russo dava il via all’invasione dell’Ucraina. Una guerra folle che dura da due anni. Devastante per numero di morti, per i territori devastati, per la noncuranza di Putin per qualsiasi diritto umano.
Oggi togliamo una notizia all’ambiente e la dedichiamo a questo doloroso anniversario. Perché non c’è futuro per il Pianeta finché non ci sarà la pace tra chi lo abita.
→ Una foresta per la pace, la puntata numero 100 de Il colore verde del 19 marzo 2022
⚡ L’idrogeno potrebbe non essere pulito come pensiamo
Quando si parla di energia del futuro, spesso si menziona l’idrogeno. Produrre idrogeno significa creare un carburante stoccabile e utilizzabile nei momenti di intermittenza delle rinnovabili (di notte, quando non c’è vento), o in località remote o nelle industrie energivore o ancora per i trasporti. L’Italia è uno dei Paesi che punta sull’idrogeno, con investimenti massicci.
Secondo l’ultimo studio pubblicato da Environmental Defense Fund (EDF), l'idrogeno potrebbe avere un impatto sul clima maggiore di quanto finora calcolato e, in alcuni casi, persino peggiore rispetto alle fonti fossili. La maggior parte degli studi condotti fino a questo momento si è concentrata sugli effetti di lungo periodo dell’idrogeno (per lo più positivi) ma è nel breve periodo che il suo impatto sul clima risulta maggiore. Nei primi 20 anni dall’emissione in atmosfera, il potenziale di riscaldamento globale dell’idrogeno è infatti 3 volte maggiore rispetto a quello calcolato su 100 anni.
Cosa implica questa notizia? Lo spiega Flavia Sollazzo dell’Edf:
“In questi anni si stanno prendendo decisioni importanti sui futuri sistemi energetici puliti, con implicazioni per i decenni a venire. Non si deve rischiare, per questa nuova risorsa, all'inizio della definizione di una filiera industriale, l'errore fatto per il metano, delle cui emissioni si sottovalutò per anni il potere climalterante”.
💰 La finanza americana si sfila dagli investimenti verdi
Il mio amico e collega Fabrizio Goria, esperto giornalista finanziario, mi ha spiegato che “i grandi fondi statunitensi stanno facendo marcia indietro sugli investimenti verdi”.
Nelle ultime settimane JPMorgan, poi State Street, Pimco e BlackRock, aziende di investimento tra le più grandi al mondo, si sono sfilate più o meno definitivamente dalla “Climate Action 100+”, forse la più importante alleanza per la finanza sostenibile con oltre 700 investitori istituzionali e asset totali per circa 68mila miliardi di dollari.
Non è una buona notizia: già la lotta al climate change è complicata, lo è ancora di più se la finanza abbandona gli sforzi (pochi ma significativi) fatti finora. I motivi del passo indietro sono principalmente due: per qualche anno si è pensato che la green finance fosse la nuova corsa all’oro e potesse arricchire tutti, poi si è scoperto che è poco redditizia perché i progetti per ambiente e clima, se fatti bene, costano tanto e hanno molti requisiti. La seconda ragione è politica: con le elezioni americane alle porte, il clima è uno dei temi più divisivi. Dovesse vincere Trump, gli Usa abbandonerebbero le politiche ambientali volute da Biden.
🇪🇺 Von der Leyen si ricandida alla commissione, una buona notizia per il Green Deal
Ormai sai che teniamo sempre un occhio aperto sulle elezioni europee. Due piccole grandi novità: Ursula von der Leyen, a capo della Commissione europea, ha annunciato che punta a un secondo mandato. Il suo partito, il Partito popolare europeo (il Ppe, di centro-destra, per intenderci) con tutta probabilità otterrà la maggioranza in Parlamento dopo il voto di giugno.
Tre settimane fa ho raccontato che proprio il Ppe, in una bozza del programma elettorale, era critico verso le scelte della commissione in materia di transizione ecologica. Addirittura, chiedeva ufficialmente che fosse eliminata la direttiva che dal 2035 vieterà la vendita delle auto a motore termico. Questa settimana è emersa una nuova bozza del programma e questa parte è stata eliminata.
Una buona notizia per il Green Deal, che potrebbe resistere anche se il voto di giugno portasse molto più a destra l’Europa.
🐠 Ci sono più barriere coralline di quante pensavamo
Una buona notizia dal fronte biodiversità: abbiamo scoperto che ci sono molte più barriere coralline di quanto pensavamo. La scoperta arriva grazie a una nuova mappa satellitare in alta risoluzione, la più completa mai realizzata sui coralli fino a questo momento. A metterla a punto è stato un team di ricerca internazionale guidato dall’Università del Queensland in Australia, nell’ambito del progetto Allen Coral Atlas.
Le barriere coralline in acque poco profonde hanno un’estensione di oltre 348mila chilometri quadrati, un’area grande più o meno come la Germania.
L’Atlante del corallo ci aiuterà a studiare uno degli ecosistemi più ricchi di biodiversità al mondo, ma anche un habitat messo maggiormente a rischio dal cambiamento climatico. Presente da 500 milioni di anni, rappresenta un ecosistema fondamentale per la salute del pianeta e delle persone. Secondo il report del 2020 del Global Coral Reef Monitoring Network, almeno mezzo miliardo di persone in tutto il mondo traggono vantaggi diretti da questo ecosistema, in termini alimentari, economici e di sicurezza delle coste.
«È l’evento climatico più estremo della storia recente del Giappone. Non ci sono parole per descrivere la potenza di questa ondata di calore, è follia», ha detto il meteorologo Maximiliano Herrera.
Non voglio morire lentamente avvelenata dallo smog
di Federica De Lillis
Poco dopo essere arrivata a Milano, a settembre 2023, ho sviluppato una strana tosse che non andava più via. Passavo notti insonni, mi vergognavo alle occhiate infastidite dei colleghi, una volta al cinema ho trattenuto i colpi di tosse fino alle lacrime. Nessuna medicina mi aiutava. Poi, di colpo, la tosse ha smesso. Due mesi dopo, sono tornata a Roma e non ci ho più pensato.
A gennaio sono tornata e ancora: tosse e difficoltà a respirare. All’improvviso, più niente, come se il mio corpo si fosse di nuovo ambientato e avesse smesso di ribellarsi. Un’amica mi ha detto: “Sai, potrebbe essere una reazione all’aria inquinata”.
Smog. Era la prima volta che nella mia testa l’odore nauseante dello scarico delle auto e quei sintomi si collegavano. Non ho mai capito se ci fosse davvero un nesso, ma quel pensiero mi ha tormentato per giorni, finché non l’ho dimenticato nel flusso frenetico e disordinato delle giornate.
Fino a lunedì scorso. “Milano è tra le città più inquinate del mondo”: a inizio settimana eccomi nel mare della psicosi collettiva sulla base di una classifica sulla qualità dell’aria dell’azienda svizzera IQAir che produce filtri e depuratori. Ero dai miei genitori in campagna quando è arrivata la notizia (fun fact: appena arrivo dico sempre “Ciaoo, sono venuta a far riposare i polmoni”).
Alla fine, quella classifica era largamente esagerata (l’ha spiegato Nicolas su La Stampa). Ma davvero non c’è di che preoccuparsi?
Milano, anzi, l’intera Pianura Padana, rompe sistematicamente i limiti di inquinamento fissati dall’Unione Europea e la concentrazione di polveri sottili è spesso il doppio (o più) dei limiti di legge e delle soglie critiche suggerite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Morire lentamente avvelenata mi terrorizza. Sul treno di ritorno per Milano non riuscivo a pensare ad altro. Guardavo ossessivamente la mappa della qualità dell’aria: il rosso tendente al viola indicava che era scarsa. Più fissavo quella gigantesca macchia colorata che copriva la valle del Po, più si insinuava quel pensiero che non riuscivo a contenere.
La mattina dopo, la prima cosa che ho sentito è stato un pizzicore alla gola, lo stesso di quando ti svegli dopo una serata in discoteca passata a inalare la cappa di fumo della sala. Ho deciso: uscirò sempre con la mascherina e, guardandomi intorno sulla metro, ho capito che non ero l’unica.
(→ Le mascherine e i depuratori servono davvero? Il Post ha raccolto qualche risposta)
Dopo settimane con temperature sopra la media, piogge sporadiche e quattro giorni con una qualità dell’aria spaventosa, in Lombardia sono scattate misure anti-smog per limitare il traffico, diminuire l’uso del riscaldamento e contenere alcune pratiche agricole inquinanti.
Possibile che sia tutto qui? Possiamo solo continuare a trattare i segnali di allarme di una Terra che muore con manovre di emergenza, per poi tornare a comportarci come sempre una volta che la tosse sarà passata? Quando sappiamo bene che oltre 300 mila morti premature all’anno sono causate dall’aria inquinata. Dobbiamo fare molto più di così. I cambiamenti che servono sono strutturali, sistemici, non estemporanei.
( → I dati che ci servono per capire com’è l’aria che respiriamo. L’ultima puntata della newsletter
di )Siamo ancora in tempo per cambiare, ma dobbiamo sbrigarci, la finestra a disposizione è sempre più stretta. In molte parti del mondo la rivoluzione verde è già molto avanti.
Qualche esempio:
A Seoul, in Corea del Sud, stanno affrontando il problema dell’aria inquinata costruendo corridoi del vento, percorsi verdi fatti di alberi che partono dalle montagne arrivando all’interno della città. Questi incanalano correnti di aria fresca, facendo abbassare le temperature ed evitando l’accumulo di agenti inquinanti.
A Medellìn, Colombia, molte strade sono diventate green corridors. Si cerca di risolvere un problema simile a quello di Milano visto che anche questa città colombiana si trova in una pianura (la valle di Aburrà) dove si accumula facilmente inquinamento atmosferico. Piantando alberi nativi, palme, bambù e piante tropicali intorno a marciapiedi e strade trafficate si assorbe lo smog, si evita l’effetto isola di calore e si creano anche “corsie preferenziali” per la fauna, libera di spostarsi anche nell’ambiente urbano.
Londra è riuscita a ridurre di 800 mila tonnellate le emissioni di CO2 tra il 2019 e il 2022 grazie alla Ultra-Low Emission Zone. È la più grande zona a basse emissioni al mondo e dal 2023 è estesa a tutti i distretti della città: possono circolare solo veicoli che rispettano rigide caratteristiche stabilite dall’amministrazione comunale. Gli altri possono comunque passare ma pagando una tassa.
Geniale anche Singapore che, per ridurre il traffico, usa l’Electronic Road Pricing (ERP). È un sistema di pedaggio (introdotto dal 1998) che determina il costo della tratta in base al tipo di veicolo, all'orario di ingresso e alla localizzazione dell’auto. Il traffico che è diminuito del 10-15% durante le ore di funzionamento dell’ERP.
Green Light è un progetto di Google già sperimentato in dodici città del mondo (vicino a noi Amburgo e Budapest), che utilizza l’IA e i dati di Google Maps per consigliare miglioramenti ai sistemi di semafori esistenti. Secondo gli sviluppatori, ridurrebbe del 30% le fermate agli incroci e del 10% le emissioni.
Ma perché prendere la macchina se si può evitare?
A Copenhagen, dal 2016, si applica il principio della Green Wave. Notando come le fermate agli incroci fossero più a favore delle auto che dei ciclisti, si decise di ribaltare il sistema e introdurre semafori che riducessero il numero di fermate per i ciclisti, aumentando la loro velocità media e favorendoli soprattutto nelle ore di punta. Nella versione aggiornata, un sistema di rilevamento mantiene i semafori verdi fino al passaggio di gruppi di almeno cinque ciclisti.
Concludo con una delle espressioni (per me) più belle di civiltà democratica ed ecologista: dal 2020 il Lussemburgo è il primo paese al mondo a garantire mezzi pubblici gratuiti a cittadini/e e turisti/e.
Sono spunti a cui penso mentre esco dall’ufficio. Oggi, giovedì 22 febbraio, dopo settimane, finalmente un temporale. Ho dimenticato l’ombrello, sono zuppa, ma non sono mai stata così felice di sentire l’odore della pioggia.
Sezione dal titolo assurdo, se l’è inventata Federica e la cura lei. Pillole di green tech: app, strumenti, siti, calcolatori per fare i sapientoni all’aperitivo o migliorare la nostra vita.
WHIP Live
Una piattaforma dedicata al cicloturismo e segnala i migliori percorsi esistenti in Italia considerando anche il tipo di bici e i punti di interesse lungo la via (alberghi, negozi, ristoranti, paninari e tutto quello di cui ti può venire voglia mentre pedali).
Non è solo un’app per appassionati, ma anche per chi l’ultima volta che si è seduto o seduta su una bici aveva ancora le rotelle. WHIP infatti permette di creare da zero percorsi per specifiche tipologie di bici e personalizzarli in base alla difficoltà.
Una sezione dedicata alla comunità, condividiamo le nostre storie.
Viaggi sostenibili, per sole donne
Cristina Grecu è una “travel designer”. Scrive: “Ho deciso che i miei tour, che organizzo per sole donne, d’ora in poi saranno solo eco-sostenibili, legati al turismo responsabile e solidale”. Se vuoi saperne di più, qui il suo profilo Instagram.
Qual è il tuo dono per la Terra? Scrivi nei commenti o rispondi nella mail per raccontarci il tuo gesto per l’ambiente. Vale tutto, anche le cose più strane.
Cosa ci è piaciuto questa settimana: articoli, podcast, video, libri.
Un piano in tre punti per l’azione climatica in politica
Un grande ragionamento di George Monbiot
La guerra in risaia
Storia sociale del 2,4-D, l’erbicida che sostituì le mondine e fu utilizzato come arma biologica in Vietnam. Bel pezzo di Dario Bassani sul Tascabile.
Aikāne, una storia d’amore nelle Hawaii precoloniali
Nella lingua tradizionale dell’arcipelago Aikāne indica relazioni intime tra partner dello stesso sesso. Il cortometraggio dura solo 14 minuti e racconta una storia queer immersa in un mondo magico.
Questo animale scommetto che non lo conosci. È una tartaruga alligatore tipica del Nord America. Passa le giornate ferma con la bocca aperta immersa in laghi e stagni. La punta rossa della lingua sembra un verme e attrae i pesci e appena una preda si avvicina la mandibola scatta come una trappola. L’esemplare fotografato è stato soprannominato Fluffy (soffice) ed è stato trovato in un lago inglese: probabilmente è stato abbandonato da qualcuno che l’aveva comprato come animale domestico.
Se sei qui, vuol dire che Il colore verde ti piace davvero e ti è utile. La newsletter è nata nel marzo 2020 e la curo io, Nicolas Lozito, friulano, 33 anni. Sono un giornalista e lavoro a La Stampa.
Da febbraio 2024 Federica De Lillis collabora con me. Giornalista romana, ora vive a Milano e lavora per Sky Tg24. I suoi focus: nuove generazioni, diritti e digitale.
La comunità de Il colore verde ha un bosco di 250 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia qui. Se vuoi adottare un albero anche tu da ZeroCO₂, usa il codice ILCOLOREVERDE per uno sconto del 30%.
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Sulla foto mi sento di dare ragione a entrambi. È molto bella, ma evoca ciò che suggerisce Federica! 😅 Bella puntata, come sempre! 👏🏻
A Copenaghen, così come ad Amsterdam, le bici vanno talmente veloci che sembrano dei treni (di ciclisti).
Città che se visiti senza salire in sella, perdi un pezzo enorme del viaggio e della loro cultura.