Tre tonnellate alla volta
🌍 Il colore verde #143: Siamo alle prese con le macerie. Del clima. Dei rifiuti. Del terremoto. Ma c'è chi non si arrende e prova ad aggiustare le cose
Bollettino meteo da Torino: sono arrivate le bassissime temperature. Il mio collega e vicino di banco in redazione, Roberto, ha trovato un’espressione tragicamente perfetta per definirlo: “un freddo sterile”. Non piove, non nevica.
L’acqua invece ha devastato la Sicilia, in questo cortocircuito nord-sud. Sull’isola si è abbattuto un ciclone tropicale mediterraneo, un cosiddetto Medicane: eventi una volta rarissimi (addirittura mai visti a febbraio), oggi troppo spesso all’ordine del giorno a causa dell’effetto moltiplicatore del cambiamento climatico. In 24 ore è caduta la pioggia di sei mesi. Conseguenze: blackout, sfollamenti e il crollo di una parte del cimitero di Mineo, nel catanese.
Non c’è mai pace. Menù.
🪥 Il record dei rifiuti di plastica monouso e lo scenario futuro
🛢️ I mega-profitti delle grandi aziende petrolifere
🇹🇷 🇸🇾 Il terremoto in Turchia-Siria e la paura italiana
💁♂️ La storia di Matteo, che ha raccolto 3 tonnellate di immondizia in un anno
🪥 Abbiamo battuto tutti i record di rifiuti di plastica nel mondo
Il mondo ha creato una quantità record di rifiuti di plastica. Nel 2021, secondo l’ultimo report di Plastic Waste Makers Index, abbiamo generato 139 milioni di metri cubi di rifiuti di plastica, soprattutto plastica monouso e vergine, derivante da fonti fossili. Nel 2020 il dato si fermava a 133: è aumentato quindi del 4,5%.
In media, ogni singolo essere umano, ha prodotto circa uno chilo di rifiuti plastici in più. Il report spiega che l’aumento deriva dalla richiesta crescente di imballaggi di plastica, confezioni e pellicole.
Le venti aziende che producono più plastica vergine al mondo generano 450 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno, ovvero quante ne produce tutto il Regno Unito. Le aziende che riciclano plastica, invece, non crescono alla stessa velocità dei rifiuti.
La quantità di rifiuti di plastica crescerà ancora nei prossimi anni, nonostante le regole introdotte di recente in alcuni Paesi per ridurre il consumo di plastica monouso.
🛢️ I profitti monstre dell’industria petrolifera
Dall’inizio della guerra in Ucraina i prezzi del petrolio sono aumentati considerevolmente. Le società che lo vendono hanno visto salire alle stelle i loro profitti, mentre tutti noi – individui e imprese – abbiamo avuto notevoli difficoltà.
I profitti delle cinque più grandi società energetiche occidentali (Shell, BP, TotalEnergies, Chevron, ExxonMobil – le cossidette big five) hanno raggiunto nel 2022 i 200 miliardi di dollari. Tutte hanno raddoppiato i loro profitti, alcune addirittura più che raddoppiato.
Questo grafico rende l’idea e mostra la somma dei profitti delle big five. La cifra non è mai stata così alta. E persino nelle proiezioni del 2023 (l’ultima barra del grafico), nonostante il prezzo del petrolio sia sceso, i profitti saranno comunque più alti dei livelli pre-guerra.
Anche Eni ha visto volare i profitti. Il bilancio 2022 non si è ancora chiuso, ma sappiamo che l’azienda ha chiuso il terzo trimestre del 2022 con utile netto pari a 3,73 miliardi di euro, in aumento del 161 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. Nei primi nove mesi del 2022 invece aveva registrato utili per 10,8 miliardi, più di tre volte tanto rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente.
I giornali più attenti alla questione climatica, come il Guardian, parlano di “monster profits”, che ci fanno mal sperare per la transizione energetica e anzi danno un bel rilancio al settore dell’energie fossili. C’è poi chi sottolinea l’imbarazzo politico dei governi di fronte a questi dati: la tassa sugli extraprofitti è stata molto discussa nello scorso anno, ma non è applicata in tutti gli Stati e, come è successo da noi (il governo prevedeva di incassare 10 miliardi, ne ha ricevuto poco più di uno), è stata spesso ridimensionata nonostante le promesse dei politici. Se vuoi approfondire il tema, ti consiglio la seconda parte di questo articolo de Il Post.
Verde speranza, il podcast per combattere l'eco-ansia
Ogni giorno in 5 minuti ti racconto storie, idee e personaggi per ritrovare fiducia nel Pianeta, con tanti ospiti e mille spunti. La puntata da ascoltare nel weekend? "Buon compleanno Charles Darwin!", visto che domani è il Darwin day.
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🇹🇷 🇸🇾 Il terremoto turco-siriano e il rischio sismico in Italia
Le vittime del terremoto in Turchia e in Siria aumentano ogni giorno. Il bilancio è ora di 24.000 morti. Fa così impressione leggere le storie, vedere le foto, i video. Scoprire che ancora qualcuno viene estratto vivo dalle macerie, ma anche che gli aiuti umanitari procedono a singhiozzo e il ritorno alla normalità è lontanissimo.
I terremoti sono uno di quegli eventi naturali che ancora oggi ci colgono completamente impreparati. La scienza non sa prevederli, l’essere umano non fa abbastanza per mettere edifici e persone in sicurezza. I terremoti dimostrano quanto siamo minuscoli e impotenti, una sensazione che nell’ultimo secolo abbiamo spesso dimenticato. E invece questa settimana ci è stata ricordata con violenza: raccogliamo le nostre macerie.
Con il sisma turco-siriano è tornata la paura anche qui da noi. Perché prima o poi toccherà di nuovo anche al nostro Paese, come ricorda Carlo Doglioni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in questo articolo su La Svolta. Come siamo messi? Un approfondimento di Will Media ha riassunto il problema.
Quasi un terzo degli italiani vive in zone ad alto rischio sismico.
Ma meno della metà della nostre case è stata costruita secondo una norma antisismica.
Per mettere in sicurezza città e paesi servirebbero 93 miliardi di euro, cioè quanto spendiamo ogni anno in sanità. Ma il problema non è solo economico: molte case sono difficili da mettere a norma ed è pieno di vincoli paesaggistici.
Il Sismabonus, di tutti i bonus che elargisce lo Stato, è il più complicato da ottenere.
💁♂️ Il ragazzo che ha raccolto tre tonnellate di rifiuti in un anno
Ho iniziato con le brutte notizie sulla plastica. Finisco con una bella storia sulla plastica. Matteo Cimitan è un ragazzo di Modena, ha vent’anni e a inizio 2022 ha scommesso con se stesso e gli amici che sarebbe riuscito a raccogliere tre tonnellate di rifiuti dalle strade e i campi della sua città.
Ha raccontato ai giornali:
“Nel 2022 ho dedicato quasi tutti i giorni almeno un’oretta a passeggiare nelle campagne intorno a Modena o nel posto in cui mi trovavo portando sempre con me dei sacchi e la pinza per raccogliere rifiuti”.
Un anno dopo arriva il bilancio: 3264,7 chili di rifiuti raccolti. Per un totale di 577 sacchi, dal peso medio di 5,1 kg.
“Durante tutto l'anno, prendermi una pausa dallo studio e dal lavoro per rilassarmi svolgendo un'attività utile a me e all’ambiente è stato davvero piacevole”.
Matteo è volontario e referente modenese per la onlus Plastic free. Ha raccolto i rifiuti delle zone di campagna che affiancano la tangenziale di Modena, in particolare quelli gettati dalle auto in corsa. A Modena Today ha raccontato quanto sia scoraggiante ritrovare un luogo di nuovo tutto sporco dopo sole 24 ore, ma anche l’incessante speranza che lo anima.
“Il mio invito è dunque quello di continuare a lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato, facendo ogni giorno una piccola azione per il bene comune. Tutte insieme queste azioni peseranno anche più di tre tonnellate”.
📰 Notizie, letture, altro
L’ingombrante presenza di Plenitude a Sanremo. Da leggere tutto (Il Post)
È un problema più grande di quello che si pensi, scrivevo l’anno scorso.
Greta e il suo disappunto verso i potenti del mondo (NY Times)
Da scarto a risorsa: 10 startup che hanno ideato soluzioni concrete contro lo spreco alimentare (Lifegate)
Hanno ritrovato i fossili di un pinguino gigante: alto più di un metro e mezzo, pesava circa 160 chili. Viveva 60 milioni di anni fa in Nuova Zelanda: i ricercatori ne hanno appena dato notizie, e hanno fatto pure un disegno. (New York Times)
Ti presento pinguizzila:
La startup svedese che aiuta le città a diventare “verdi”. Da portare in Italia (The Guardian)
Sulle Alpi austriache, in Carnia, si discute di genetica delle api (Il Post)
Cresce il mercato delle case in legno: Italia terza in Europa per produzione (Il Sole 24 Ore)
Il Brasile ha affondato una nave piena di amianto nell’Atlantico. Il mondo continua a sorprendermi. (Il Post)
La gentrificazione climatica è il grande rischio dei progetti di riforestazione urbana. La copertura arborea delle città deve essere equa, non solo ampia. (Ferdinando Cotugno su Linkiesta)
Nuova pagina Instagram preferita: national_archaeology. L’altro giorno hanno postato questa foto, del villaggio di Centuripe, Enna, Sicilia.
Sette famiglie su dieci hanno abbasto i termostati contro il caro-bollette, dicono quelli di Tado, il termostato “intelligente” (Repubblica)
Il mistero delle balene spiaggiate. Perché muoiono sempre più cetacei? (Mio articolo su La Stampa)
📸 La mia foto preferita
Macachi giapponesi fanno la lotta tra le nevi del parco di Yamanouchi. Nell’area vivono circa 150 esemplari, che passano l’inverno dentro le acque calde delle sorgenti termali, attirando migliaia di turisti curiosi. Tanti belli scatti qui.
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La comunità de Il colore verde ha un bosco di 100 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia e i suoi dati qui.
Ho curato anche tre podcast: Climateers (2021, Pillow talk), Cambiamenti (2022, Emons record), e Verde speranza (Onepodcast/La Stampa).
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