

Discover more from Il colore verde
Siamo tutti eco-rimbambiti
🌍 Il colore verde #152: L'orsa JJ4, le multe per chi imbratta beni pubblici, il nucleare tedesco e una bella storia dalla Nigeria
Buongiorno!
Qualche mattina fa, il mitico quotidiano Libero titolava in prima pagina “Gli eco-rimbambiti”. Se la prendeva con tutti, dagli attivisti ai politici, sparando nel mucchio degli ambientalisti. Mi sembrava bellissimo e ho deciso di rubarlo: sono orgogliosamente eco-rimbambito.
Prima di partire: si avvicina la Giornata della Terra, sabato 22 aprile, una delle date più importanti per il movimento ambientalista. Io la festeggerò a Torino per l’Earth Day organizzato da AWorld e Club Silencio. Alle 10.30 partecipo a un incontro sull’attivismo climatico e alla 16 dialogo con Eduardo Kohn, antropologo e autore del libro Come pensano le foreste. Qui tutto il programma della ricca giornata: è pieno di amici e amiche che abbiamo conosciuto in questa newsletter o nel podcast.
Via con il menù:
🐻 Il punto sulla questione orsa JJ4
☢️ La Germania oggi chiude le ultime tre centrali nucleari
🖼️ I limiti delle multe agli “imbrattatori climatici”
🎒 La scuola nigeriana che si può pagare con la plastica riciclata
🐻 Un’orsa, 230 orsi, 18.000 mucche
Sull’orsa che ha ucciso Andrea Papi potremmo scrivere milioni di parole e ancora non giungere a una conclusione definitiva. Abbiamo delle certezze:
• Il ventiseienne è stato ucciso il 5 aprile mentre correva nei boschi del monte Peller
• Ad aggredirlo e ferirlo a morte è stata l’orsa JJ4. Nel 2020 JJ4 aveva già aggredito due persone. All’epoca si decise di abbatterla, ma il Tar – tribunale amministrativo regionale – bloccò la decisione.
• Individuata la responsabilità di JJ4, il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha ordinato cattura e abbattimento.
• La madre di Andrea, Franca Ghirardini, ha detto: “La colpa non è né di mio figlio né dell’orsa. Ucciderla non lo riporterà in vita”.
• Ieri il Tar ha sospeso l’ordine di abbattimento, in attesa dell’udienza del 11 maggio. Il ricorso è stato presentato dall’associazione Lav, Lega Anti Vivisezione, che ha anche offerto un rifugio sicuro all’orsa.
• Per il corpo forestale trentino, che la sta cercando in questi giorni, rimane possibile catturala. Il Tar ne autorizza anche l’eventuale soppressione «nel caso di comprovato pericolo per il personale impiegato nelle operazioni per la sua cattura».
Da questo punto in poi iniziano le riflessioni. Ucciderla, non ucciderla, catturarla, trasferirla, lasciarla in pace. Come ha spiegato molto bene
nell’ultima puntata della sua newsletter , interamente dedicata a a JJ4, gli animali che si scagliano contro l’uomo hanno tendenza a rifarlo e addirittura a “tramandare” o condividere il comportamento.Certo non ci staremmo facendo gli stessi problemi se parlassimo di una tigre assassina (a tal proposito consiglio il meraviglioso libro La tigre di John Vaillant), di uno squalo mangia uomini, o anche semplicemente di una famiglia di cinghiali fastidiosi per il quartiere ma non violenti. È diventata una battaglia di idee e persino di tifoserie, tristemente, come succede sempre quando una notizia permea tutti i media.
L’orso è da sempre uno degli animali preferiti dell’uomo: lo guardiamo con occhi diversi. Ci affascina la sua stazza, la forza, il suo corpo che può essere tenero – Winnie the Pooh e tutti gli orsetti di pezza del mondo – e allo stesso tempo minaccioso – The Revenant. L’orso nella mitologia è l’archetipo del guerriero ma anche della madre.
Nella lotta per la specie dominante, siamo sopra o sotto l’orso? Ce lo chiediamo da sempre e forse per questo oggi dibattiamo così tanto. La civiltà moderna è incapace di vivere a fianco, vicino. Funzioniamo solo se dominiamo o teniamo lontano.
L’orsa JJ4 è figlia del programma di ripopolamento della specie in Trentino “Life Ursus”, avviato nel 1999 con la introduzione di alcuni esemplari provenienti dalla Slovenia. La popolazione di plantigradi nel Parco naturale dell’Adamello Brenta doveva stabilizzarsi a 50 esemplari, ma oggi se ne contano più di un centinaio.
Convivere è sempre più difficile: perché aumentano gli animali e noi ci avviciniamo sempre di più alle loro terre, invadendo l’habitat naturale e rendendolo sempre più ibrido: lo racconta oggi Mario Tozzi e lo ha scritto molto bene Fulvio Cerutti su La Zampa: l’insostenibile leggerezza dell’essere umano che vede in se stesso il centro di tutto.
Proprio in questi giorni la Slovenia discute di orsi. Hanno deciso di abbattere 230 dei 1100 esemplari presenti nel Paese. Lo ha annunciato il Ministro delle risorse naturali dopo anni di discussioni e battaglie legali. Alla fine ha prevalso l’idea che la popolazione ideale degli orsi presenti sul territorio sloveno dovrebbe essere contenuta a 400-500 esemplari, data la crescente possibilità di contatti e conflitti con l’uomo. Per le autorità slovene l’abbattimento sistemico è preferibile all’uccisione degli individui aggressivi e pericolosi.
Una storia singola vale più di qualsiasi numero, per quanto grande sia. E così noi parliamo di JJ4 e fatichiamo a vedere tutto il resto. Ti faccio un altro esempio, che non c’entra con gli orsi, ma è decisamente sconvolgente: lunedì, in Texas, 18mila mucche sono morte in un grosso incendio che ha colpito un allevamento di un’azienda casearia. Le fiamme sarebbero stato provocate dal surriscaldamento dell’impianto di gestione del letame. L’unico lavoratore presente si è salvato, anche se ha riportato gravi ferite. Il 90% delle vacche invece è morto, e molti degli esemplari sopravvissuti dovranno essere abbattuti perché intossicati dal fumo o ustionati.
Uccidiamo, mangiamo, prediamo, sterminiamo, collezioniamo animali da millenni. Per tante ragioni, dalla sopravvivenza al diletto. Oggi ci struggiamo per salvare un orso che ha ucciso un ragazzo che correva nel bosco. Perché tutti gli altri giorni, invece, degli animali ce ne freghiamo?
☢️ La Germania chiude i reattori nucleari
Oggi la Germania “spegne” le sue ultime tre centrali nucleari. Una decisione presa da tempo – nel lontano 2002, accelerata dopo il disastro di Fukushima del 2011 e poi procrastinata fino all’ultimo. Lo stop doveva avvenire a fine 2022, ma a causa della crisi energetica dovuta dalla guerra in Ucraina si erano allungati ancora i tempi.
Dal 2003 la Germania ha chiuso sedici reattori nucleari. L’anno scorso gli ultimi rimasti generavano il 6% dell’energia del Paese – contro il 30,8% del 1997. Mentre il contributo delle rinnovabili è passato dal 25% del totale dell’energia nel 2012 al 46% del 2022.
Il vero problema energetico tedesco rimane il carbone. Oggi le centrali a carbone producono un terzo dell’elettricità del Paese. L’obiettivo è mandarle in pensione tutte entro il 2038, con un primo round di chiusure dal 2030.
Delle tre più grandi economie europee – Germania, Francia, Regno Unito – i tedeschi sono gli unici ad aver rinunciato al nucleare. Ora nel Paese si gioca forse la partita energetica più importante d’Europa: per capire se uno Stato particolarmente energivoro può ridurre le fonti fossili puntando quasi esclusivamente sul rinnovabile. C’è chi sostiene che il nucleare (che una volta avviato non emette di gas serra) sia l’unico modo per completare il mix energetico, chi invece pensa che rinnovabili e nucleare non siano davvero complementari. «Un sistema elettrico rinnovabile come complemento ha bisogno delle fonti modulabili, anziché fonti a produzione costante come il nucleare», scrive Michele Governatori del think tank Ecco. «La domanda residuale (ovvero ciò che serve per soddisfare la richiesta oltre il rinnovabile) già oggi in vari momenti dell’anno si annulla e diventa negativa ed è destinata a farlo sempre di più man mano che le rinnovabili aumentano».
🖼️ La retorica delle multe agli attivisti climatici
Già la settimana scorsa discutevamo della strategia law and order del governo: multe e divieti ovunque, tutte le volte che la realtà corre troppo veloce. In questi giorni è successo anche con l’attivismo climatico radicale: il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge “Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”, proposto dal ministro della Cultura Sangiuliano.
Risultato: multe da 10.000 a 60.000 euro. Rimangono invariate le altre pene già previste dal codice: rischio di carcere e interdizioni varie.
Multare e vietare sono cerotti piglia-tutto. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano spiega che è una mossa necessaria per trovare i fondi per ripristinare le opere vandalizzate o imbrattate: per pulire la facciata del Senato, colpita dal blitz di Ultima generazione a inizio gennaio, sono stati spesi 40.000 euro. Ma l’inasprimento delle pene e l’introduzioni di multe salate hanno anche un valore socio-culturale. Introducendole si avvalora il concetto che chi agisce sia sempre criminale, a prescindere dal contesto o dalle intenzioni. Chi va a un rave, chi cerca rifugio in Italia, chi manifesta, chi ruba l’acqua: tutti delinquenti e perturbatori dell’ordine.

Certo, c’era da aspettarselo. Sapevamo che le istituzioni sarebbero corse ai ripari. Perché se i musei sono assicurati e ben protetti, edifici e luoghi pubblici spesso non lo sono o almeno non del tutto. Lo stesso Sangiuliano ha spiegato che la statua di Vittorio Emanuele II in Piazza Duomo a Milano, colpita da Ultima generazione il 9 marzo, ha subito danni permanenti*. Nella relazione della sovrintendenza ai beni culturali di Milano si legge che l’acqua utilizzata in grande quantità con le idropulitrici si è rivelata un mezzo non idoneo o comunque non sufficiente per eliminare la vernice. Chiude Sangiuliano: «L’intera vicenda ci fa capire che è tutta da verificare l'affermazione secondo cui queste azioni non procurino danni permanenti».
Lo scorso novembre cento direttori e direttrici di museo di tutto il mondo avevano firmato una lettera aperta indirizzata proprio agli attivisti climatici, spiegando come i loro blitz sottostimavano la fragilità delle opere d’arte.
Ultima generazione ha sempre risposto a queste accuse con due linee di difesa: “è vernice lavabile/non facciamo danni alle opere” e poi “smetteremo quando il governo prenderà serie azioni per il clima”. Almeno in un primo momento ho l’impressione che l’introduzione delle multe non avranno un forte effetto deterrenza. Aspettiamoci, per esempio, azioni sempre più forti e sorprendenti – a partire proprio da questo 22 aprile.
(* Ho sempre difeso chi imbratta o addirittura abbatte statue per prendersela con il simbolo o il soggetto che la statua rappresenta. L’iconografia e i monumenti delle città sono destinati a cambiare o essere giudicati a seconda dello spirito del tempo. Black Lives Matter, per esempio, si è scagliata spesso nel recente passato contro statue di schiavisti o figure storiche da ripensare. Non si è mai nascosta nell’ipocrisia del “il danno è solo temporaneo”, né la statua era usata come mero canovaccio per mostrare il proprio manifesto. Per contro, ho sempre criticato i metodi comunicativi di Ultima generazione, che sceglie dei bersagli – opere d’arte, edifici, statue – sempre più appariscenti per generare copertura mediatica. La contorsione necessaria per capire il gesto – hanno colpito Botticelli ma ci parlano di clima – mi continua a sembrare faticosa e fuori fuoco).
🎒 La scuola che si paga con le bottiglie di plastica
L’ultima storia di oggi arriva dalla Nigeria ed è meravigliosa.
La Morit International School di Ajegunle, uno dei quartieri più altamente popolati a Lagos, ha trovato un modo per ridurre la dispersione scolastica tra i più piccoli attraverso… i rifiuti di plastica. Come? Beh le tasse scolastiche ora possono essere pagate portando bottigliette di plastica invece che denaro.

È stato l’insegnante Patrick Mbamarah ad architettare, nel 2020, questo nuovo sistema di pagamento per permettere alle famiglie più povere di mandare a scuola i propri figli. Il docente ha stretto una partnership con due aziende che riciclano rifiuti e avviato il programma “Recycle Pay”: i genitori devono portare circa 10 chili di bottiglie vuote al mese. I rifiuti vengono pesati e convertiti in denaro, così da scontare la retta (che in totale ammonta a circa 20 euro all’anno). Gli stessi bambini, poi, sono stimolati a raccogliere e portare a scuola i rifiuti, così da liberare strade e case e differenziarli nei bidoni presenti a scuola. L’insegna della scuola, oltre al nome ufficiale, riporta anche una sorta di sottotitolo: si legge “Also known as Green Minds Academy”. Conosciuta anche come Accademia delle menti verdi.
→ Qui un bel video per vedere la scuola da vicino.
📰 Notizie, letture, sguardi
Clima, la siccità è sempre drammatica. La quantità di neve oggi sulle nostre montagne è pari a quella che l’anno scorso si registrava a giugno. Il deficit delle nevi è -64%. Dati fondazione Cima (Greenreport)
Il prossimi weekend i capitani della Serie A indosseranno una fascia “climatica” con le warming stripes che mostrano l’aumento della temperatura media. (Green&Blue)
Ho raccontato il rapporto tra calcio e sostenibilità in questa puntata di Verde speranza
Perché il ponte sullo Stretto non può essere “green” come sostiene il ministro Salvini (Green&Blue)
Il fotografo Alessandro Cinque è il primo vincitore del Sustainability Prize dei Sony World Photography Awards. Il suo progetto Acchiappanebbie racconta la lotta contro la scarsità d'acqua nei quartieri più poveri di Lima.
Il video-reportage di Francesca Mannocchi dal Bangladesh, dove nascono i profughi climatici (La Stampa, segnalo anche la puntata di ieri sera di Propaganda Live, dove Mannocchi è stata ospite)
Il dataroom di Milena Gabanelli è tornata sul tema alberi e Pnrr: l’inganno degli alberi da piantare, interrati solo i semi (Corriere)
«Stop ai voli dei jet privati entro il 2030»: la proposta di legge* di Verdi/Sinistra italiana che vuole lasciare a terra i Vip (Pianeta 2030)
*Ahimè arrivando dall’opposizione non credo passerà mai
Il collasso climatico ci fa capire che siamo spacciati? No, se siamo coraggiosi abbastanza possiamo cambiare il nostro destino (Guardian)
Il pesce più in profondità mai osservato (Il Post) Brutto da morire!!

L’atleta estrema spagnola che ha vissuto – volontariamente – 500 giorni dentro una caverna. Si è portata 60 libri e 1.000 litri d’acqua. «Sono stata in silenzio per un anno e mezzo, parlando solo con me stessa». (Bbc)
📸 La mia foto preferita
Scoiattoli che fanno gli scoiattoli in questo contest fotografico organizzato dal Washington Post.
💚 Grazie!
Se sei qui, vuol dire che Il colore verde ti piace davvero e ti è utile: grazie per supportare questa newsletter. Il colore verde è nato nel 2020 e lo curo io, Nicolas Lozito, friulano, 32 anni. Sono un giornalista e lavoro a La Stampa. Nel 2021 la newsletter ha vinto un premio, assegnato dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici e Radio 3 Scienza.
La comunità de Il colore verde ha un bosco di 250 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia e i suoi dati qui. Se vuoi adottare un albero anche tu da ZeroCO₂, usa il codice ILCOLOREVERDE per uno sconto del 30%.
Tengo il corso “Progettare una newsletter” per la Scuola Holden. Il prossimo ciclo di lezioni inizia il 6 giugno: 5 incontri serali, una a settimana, online. Con il codice HOLDENPRO hai lo sconto del 10%.
Ho curato anche tre podcast: Climateers (2021, Pillow talk), Cambiamenti (2022, Emons record), e Verde speranza (Onepodcast/La Stampa).
Se vuoi darmi una mano:
• Condividi la puntata sui social. Se lo fai su Instagram, taggami: nicolas.lozito.
• Considera una donazione. Mi aiuteresti a sostenere questo progetto editoriale. Puoi donare su DonorBox o Paypal.
Siamo tutti eco-rimbambiti
Grazie per le citazione e anche per aver consigliato il libro di John Vaillant! Non lo conoscevo, ho letto la trama e adesso devo leggerlo assolutamente.