Siamo buoni antenati?
🌍 Il colore verde #165: Siamo gli eredi dei doni del passato, ora tocca a noi pensare, progettare, sognare il futuro. A partire da oggi, giornata delle vittime del cambiamento climatico
Buongiorno!
Ci ricorderemo per sempre cosa facevamo quando l’Italia ha vinto i mondiali (o gli Europei), quando è morto Berlusconi e forse persino come abbiamo vissuto la SETTIMANA PIÙ CALDA DI SEMPRE. La scorsa settimana ha battuto tutti i record dei record dei record. Questo grafico riassume questo nostro folle ardore:
Fino a fine agosto Il colore verde è in modalità estiva. Quindi una storia iniziale con un pizzico di speranza, seguita da una rassegna essenziale delle notizie da tenere a mente.
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❣️Come diventare buoni antenati
Qual è il libro più bello e importante da leggere quest’estate? Facilissimo: Come essere un buon antenato di Roman Krznaric, appena uscito per Edizioni Ambiente. Krznaric (cognome impronunciabile, lo so!) è un filosofo australiano e da questa settimana mia nuova guida spirituale.
Il libro parla di futuro e di come sia nostra responsabilità preoccuparcene e poi saperlo immaginare.
«Siamo gli eredi dei doni del passato», scrive Krznaric: i primi seminatori, i fondatori delle città, chi ha fatto scoperte scientifiche e chi semplicemente ha vissuto con l’idea che l’umanità dovesse proseguire il suo cammino. Loro sono buoni antenati e oggi c’è solo una cosa da chiedersi: “Siamo buoni antenati?”.
Il primo ad aver formulato il quesito è stato Jonas Salk, l’inventore del vaccino per la poliomielite, che aveva fatto della domanda la sua ragione di vita e il centro della sua filosofia.
Essere un buon antenato ha una moltitudine di significati: non mettere a rischio le future generazioni, non danneggiare il pianeta, ridurre le difficoltà invece di aumentarle. Soprattutto, significa pensare al futuro. Il presente ha una forza magnetica sui nostri cervelli, così come sul nostro sistema politico-economico. È celebre la frase dell’economista John Maynard Keynes “tanto nel lungo periodo siamo tutti morti”. E infatti nonostante i vertiginosi progressi fatti negli ultimi secoli, non siamo molto cambiati rispetto agli uomini di caverne: vogliamo conquistare, vincere, mangiare, estrarre, accumulare con crescente abilità e foga.
Ma nel corso della storia – e sempre di più negli scorsi decenni – nel nostro cervello si è sviluppato anche una forma di pensiero a lungo termine. Abbiamo costruito acquedotti, cattedrali, ma anche banche dei semi, biblioteche e modelli predittivi. Il nostro cervello ospita due squadre opposte che giocano al tiro alla fune: presente e futuro, pensiero a breve termine e a lungo termine.
Krznaric parla di cervello del marshmallow (il soffice dolcetto bianco americano) e di cervello della ghianda. Il primo si fissa su gratificazioni immediate, il secondo su obiettivi lontani. La nostra evoluzione ci ha trasformato nella “scimmia che guarda avanti”, nell’homo prospectus, «una specie guidata dalla capacità di immaginare alternative che si estendono nel futuro».
Diventare un buon antenato significa allenare il cervello della ghianda. E iniziare a pensare sempre più lontano, ma davvero lontano: fino a sette generazioni successive, o addirittura 10.000 anni. Il futuro non è discarica. E tu dirai, come si fa? Il libro fa degli esempi e propone degli esercizi: è una via di mezzo tra la mindfulness e la filosofia, tra l’ecologia profonda e il pensiero radicale. Non è un caso che da questo volume, uscito nel 2020 in inglese, è nato un vero e proprio movimento: lo citano i politici più lungimiranti (parla spesso di “buon antenato” il Commissario europeo al Clima, Frans Timmermans), lo leggono gli attivisti, e in Giappone un celebre monaco buddista ha fatto propria la filosofia del libro e ha lanciato un movimento incentrato sul “design del futuro”.
«Sono le 3:23 del mattino e non riesco a dormire. I miei pronipoti mi chiedono in sogno: “Cosa stavi facendo mentre la Terra andava in sfacelo?”»
Ho intervistato Roman Krznaric per La Stampa, l’articolo uscirà nei prossimi giorni, ma voglio darti qualche piccola anticipazione. Partendo dal marshmellow e la ghianda che porta sempre con sè.
Gli ho fatto due domande pratiche: come far cambiare paradigma di pensiero a una persona già in età adulta, sopra i 50-60 anni, e poi come si fa a insegnare ai bambini a crescere buoni antenati.
Krznaric mi ha spiegato che spesso ci sentiamo dire “è importante prendersi cura delle prossime generazioni”, che è una frase che vorrebbe responsabilizzare molto ma che funziona poco. Trasformare il problema in una missione personale e positiva è il primo passo. «Agli adulti o agli anziani chiedo di pensare un giovane che gli sta a cuore, e poi immaginarselo a 30 anni, e poi a 60 e poi ancora a 90. “Immaginatevelo davanti a una finestra”, dico. “Che mondo vede là fuori?”».
Con i bambini l’esercizio è simile. Dai quattro anni in su il nostro cervello inizia a capire il concetto di futuro. «Ho fatto tanti incontri nelle classi, e chiedo di pensare alla loro scuola nel futuro. Come sarà fatta? Che materie si insegneranno? Cosa si mangerà alla mensa?». Un’esplorazione giocosa che aiuta, poco a poco, a connettere i puntini.
Ecco, i puntini. «Quando penso all’Italia – mi ha detto alla fine della nostra conversazione – mi vengono sempre in mente le lucciole. Le vedevo sempre nei miei viaggi a Firenze, anche se so che oggi sono meno di un tempo. Una singola lucciola non illumina molto. Non la vedi da lontano. Ma tutte insieme accendono il cielo. Se tutti noi accendessimo una luce sul futuro, finalmente potremmo vederlo».
📰 Notizie, letture, sguardi
UNA SETTIMANA DECISIVA PER IL GREEN DEAL EUROPEO: APPROVATA DI MISURA LA LEGGE SUL RIPRISTINO DELLA NATURA
Questa settimana si è parlato tantissimo di Europa e di un voto decisivo sul ripristino e la protezione della natura, dei terreni, dell’acqua e della biodiversità. Il Parlamento europeo ha dato il primo ok alla Nature restoration law, uno degli ultimi tasselli del Green deal spinto dalla Commissione europea. L’Italia si è opposta, buona parte del Partito dei popolari europei (il centro-destra) si è opposto, per provare a dare una spallata alla Commissione. La norma è passata di misura.
Così è stata una settimana da montagne russe. Abbiamo capito due cose: l’ambiente è importante e l’Europa sta tracciando la giusta strada, ma è anche terreno di scontro politico e lo diventerà ancora. Non credere, insomma, a chi dice che tutti i partiti ormai ne hanno capito l’importanza cruciale.
Ne ho scritto molto: qui un pezzo pre-voto che spiega l’importanza della legge, qui un’analisi post-voto sui risvolti politici. Il Post ha spiegato invece a che punto è il Green deal. Mentre il Commissario Ue al clima Frans Timmermans ha scritto per noi de La Stampa un editoriale che parte dal voto ma si chiude sulla giornata europea delle vittime dei cambiamenti climatici, che ricorre proprio oggi 15 luglio. Sono orgogliosissimo che abbia scelto il nostro giornale per un messaggio così importante.
Nelle stesse ore la nostra premier Giorgia Meloni urlava “stop al fanatismo ultra-ecologista”. Il caldo, così come tutto il caos climatico, non è solo questione di numeri, ma di vite. Si paga a caro prezzo il surriscaldamento globale. Nell’estate 2022 abbiamo avuto 61.000 morti in Europa per il caldo. L’Italia il Paese più colpito, con 18.000 vittime.
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La seconda ondata di calore dell’estate porterà nuovi record (Rudi Bressa sul Domani)
Il sultano Al Jaber, il petroliere a capo della prossima Cop28 di Dubai, ha presentato il suo piano per i negoziati. (La Svolta)
Bonus réparation: la Francia vuole ridurre gli sprechi della moda, ma senza contrastare la sovrapproduzione (Linkiesta)
Il nuovo numero di Internazionale, con questa copertina:
Cosa ha detto davvero l’OMS su aspartame e cancro (Il Post)
L’invasione degli insetti: perché ci sono tante zanzare, coleotteri, cavallette (La Stampa) (mio articolo)
Gli orsi Jj4 e Mj5 sono salvi, ascoltato il ricorso degli animalisti: niente abbattimento (Lifegate)
Gli avocadi che conosciamo li inventò un… postino (Il Post)
La storia del Lago Crawford, in Ontario, racconta l’inizio ufficiale dell’Antropocene (Rinnovabili.it)
Cosa fare con le “emozioni climatiche” (Jia Tolentino sul New Yorker) (!!!)
📸 La mia foto preferita
Vorrei subito uno sticker per WhatsApp con questa foto. Si intitola “The boss” ed è tra le 25 finaliste del Comedy Pets Photo Awards, che premia le foto più buffe degli animali. Su La Zampa la gallery con le altre 24.
💚 Grazie!
Se sei qui, vuol dire che Il colore verde ti piace davvero e ti è utile: grazie per supportare questa newsletter. Il colore verde è nato nel 2020 e lo curo io, Nicolas Lozito, friulano, 32 anni. Sono un giornalista e lavoro a La Stampa. Nel 2021 la newsletter ha vinto un premio, assegnato dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici e Radio 3 Scienza.
La comunità de Il colore verde ha un bosco di 250 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia e i suoi dati qui. Se vuoi adottare un albero anche tu da ZeroCO₂, usa il codice ILCOLOREVERDE per uno sconto del 30%.
Insegno alla Scuola Holden di Torino e al Master di giornalismo della Luiss di Roma. Tengo anche dei corsi aperti, come “Progettare una newsletter” per Holden Pro. Il prossimo ciclo partirà dopo l’estate, ti avviso quando si aprono le iscrizioni.
Ho curato anche tre podcast: Climateers (2021, Pillow talk), Cambiamenti (2022, Emons record), e Verde speranza (Onepodcast/La Stampa).
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