Sciamo tra le margherite
🌍 Il colore verde #138: Caldo folle in Europa, neve che manca. Vernice contro il Senato. Ma il 2023 inizia anche con qualche buona notizia.
SPOILER!
Ciao, buon sabato e buon 2023!
Parto con una notizia personale: lunedì riparte Verde speranza! Per chi è arrivato negli ultimi mesi: è il mio podcast che offre “pillole contro l’eco-ansia”. Esce ogni mattina, tranne i weekend. Un po’ informazione, un po’ zen: lo ascolti in cinque minuti ma ti dà energia e idee per tutta la giornata. Come scherzo spesso, è un po’ il gemello buono di questa newsletter: qui le brutte notizie, sul podcast le storie positive. Ad agosto era uscita una prima stagione: il progetto era andato alla grande (avevamo scalato tutte le classifiche finendo tra i top 20 in Italia). Ora Verde speranza riparte senza data di scadenza. Un daily vero e proprio.
Verde speranza si trova su tutte le piattaforme. Il trailer è già online.
Va bene, ecco il menù di oggi:
🥵 Perché fa così tanto caldo in Europa?
❄️ Neve e ghiacciai: addio non solo allo sci
🎯 La vernice lavabile sul Senato e l’ennesimo dibattito sull’attivismo
🚌 Da Bari la rivoluzione dei trasporti pubblici quasi gratis
⚽ Una storia positiva: il campo da calcio fatto con l’eolico
🥵 Perché sta facendo così caldo?
Nei primi giorni del 2023 sono state registrate temperature particolarmente alte in gran parte d’Europa e in otto paesi sono stati superati i record nazionali per il mese di gennaio. A essere colpiti dall’ondata di caldo soprattutto i Paesi del Nord-est del continente, dove le temperature medie del primo giorno dell’anno sono state anche di più di 10°C superiori alla media 1979-2010.
A Varsavia, Polonia, la temperatura negli scorsi giorni ha raggiunto 18,9°C, quattro gradi in più del precedente record. A Bilbao, Spagna, 25,1°C, +1 rispetto l’ultimo picco. Berlino: 16°C. In 950 città tedesche sono stati battuti i record di temperatura per il periodo. Dimmi tu se ti sembra normale.
Anche l’Italia sta vivendo giornate più calde del previsto, fino a 10-12°C sopra la media. La situazione ha una spiegazione meteorologica: arriva l’aria calda dall’Africa (anticiclone) e allo stesso tempo non scende dal Polo Nord la corrente fredda, intrappolata nel vortice polare. Se ti incuriosisce la faccenda, trovi qui tutti gli spiegoni del caso.
Ma c’è anche una ragione climatica: nel medio-lungo periodo le temperature medie del Pianeta stanno salendo (lo sappiamo, ce lo ripetiamo). Provocando reazioni a catena continue, che generano situazioni sempre più estreme. Non si può parlare di diretta correlazione tra climate change e l’esatta temperatura di oggi (non abbiamo gli strumenti per fare modelli così precisi), ma possiamo comprendere la tendenza.
Ripetono molti, semplificando ma rendendo chiara la faccenda:
“Non è bel tempo, è crisi climatica”
“A totally insane warm spell”, titola il Washington Post parlando dell’Europa: un incantesimo del caldo totalmente folle. È iniziata L’era del fuoco, come ha scritto Mario Tozzi su La Stampa.
I meteorologi prevedono che il vortice polare nelle prossime settimane si possa “spezzare”, e l’aria fredda possa arrivare in Europa. Nel frattempo ci teniamo le zanzare e i pomeriggi sudati.
❄️ Sciare tra le margherite: dove è finita la neve?
L’inverno caldissimo ha effetti visibili soprattutto in vetta. Le montagne italiane hanno pochissima neve. Negli ultimi anni non ce n’è mai stata così poca, e quest’anno stiamo forse battendo ogni record.
Il primo risultato, quello più immediato, è che non si scia più, o si fa molta fatica. La maggior parte degli impianti sotto i 2000 metri non hanno neve né l’energia per sparare quella artificiale e sono costretti a chiudere.
L’agenzia AP ha raccontato la storia di Adelboden, località che si trova a 1.350 metri nel Canton Berna, nell’ovest della Svizzera. Qui oggi sabato 7 gennaio si tengono le gare di Coppa del mondo di sci: la pista sarà interamente fatta di neve artificiale, e tutto attorno si vedranno campi e boschi verdi. Il direttore delle gare di Adelboden, Toni Hadi ha pronunciato queste parole, che mi sembra fotografino la situazione meglio di qualsiasi altro ragionamento:
“Il clima sta cambiando, ma cosa dovremmo fare qui? Smettere di vivere?”
In alcune zone la temperatura è così anomala che già si intravedono le prime fioriture. Si scia tra i fiori. Sembra il verso di una poesia, ma è un canto di morte.
Gli Appennini soffrono ancora di più delle Alpi, perché più bassi e più a Sud. In Emilia-Romagna tra le piste chiuse ci sono quelle del comprensorio del Monte Cimone (2.165 m): solo il campo scuola dove i bambini imparano a sciare ha potuto restare aperto, e solo grazie alla neve prelevata più in alto e trasportata più a valle.
Gli sport sciistici così diventano sempre più costosi e sempre più inaccessibili. Il climate change sta cambiando anche i nostri hobby.
Ma non è solo una faccenda di sci e di economia della montagna: meno neve ora significa meno acqua in primavera, quando i ghiacciai si devono sciogliere. Il rischio è per l’agricoltura, per la produzione di energia idroelettrica e ovviamente per acqua a uso domestico.
Aggiungo due link:
Metà dei ghiacciai scomparirà per il 2100, anche rimanendo nei target dell’accordo di Parigi (Guardian)
Il ghiacciaio del destino (storia di copertina del nuovo numero di Internazionale)
🎯 La vernice lavabile sul Senato, e tutto il resto
Un gruppo di attivisti di Ultima generazione il 2 gennaio ha imbrattato con vernice lavabile arancione la facciata del Senato. Un’azione per denunciare l’inazione dei governi e la profonda crisi climatica che stiamo vivendo. Un atto di disobbedienza civile e non violenta che ha scatenato molte critiche, ma anche molte difese. Feroce la risposta delle istituzioni e delle forze politiche di governo, che hanno criminalizzato il gesto come fosse un grave atto terroristico. Gli attivisti sono stati arrestati e poi liberati, ma a maggio tre di loro finiranno a processo.
Ho commentato in più sedute il gesto (su Instagram la discussione è stata molto accesa), sottolineando i limiti dell’attivismo performativo, che per ottenere visibilità è obbligato a un’escalation continua nelle forme di proteste. Ma credo anche che sia importante provare a capire le ragioni della protesta, e certo non si può accettare un’interpretazione solamente criminale del gesto.
Ti lascio il mio pezzo più completo (uscito su Green&Blue): L’ambientalismo ha bisogno di eroi, non solo di vernice lavabile. D’opinione opposta Stefano Feltri, direttore di domani, che ha scritto: Hanno ragione gli attivisti che imbrattano il Senato.
🚌 A Bari i mezzi pubblici saranno praticamente gratuiti
Il cambiamento parte da Bari: il sindaco del capoluogo pugliese, Antonio Decaro, ha annunciato che quest’anno l’abbonamento ai mezzi pubblici della città costerà pochissimo. Invece di 250 euro, la tariffa scende a 20 euro. Una cifra simbolica, e una scelta che il sindaco spiega così: “Una misura amica dell’ambiente e del portafoglio che rientra in un sistema più ampio che prevede numerosi investimenti sul trasporto pubblico”. Le risorse finanziarie per l’iniziativa arrivano da un fondo europeo, il Pon Metro, destinato proprio allo sviluppo sostenibile delle città metropolitane. Sono 14 in tutto le città italiane che potranno sviluppare iniziative simili, da Nord a Sud.
Abbiamo affrontato il discorso della mobilità sostenibile più volte: prima usciamo dall’autocentrismo, prima staremo meglio. In termini di inquinamento atmosferico, traffico, gestione degli spazi e ovviamente emissioni di gas serra.
L’Italia rispetto all’Europa è ancora indietro, ma da Bari potrebbe partire una piccola rivoluzione. All’estero non mancano esempi virtuosi: in Lussemburgo i mezzi pubblici sono gratis dal 2020. La Spagna ha introdotto un abbonamento gratuito per tutti i pendolari ferroviari. E in Germania è tornato l’abbonamento unico ai mezzi di trasporto in tutto il Paese già sperimentato la scorsa estate. Si può viaggiare ovunque a soli 49€ al mese.
⚽L’eolico fa bene al calcio
Chiudo la rassegna con una favola “rinnovabile”. Siamo in provincia di Palermo, nel paese di Alia sulle Madonie. La squadra di calcio dei pulcini dell’Atletico Alia è da anni tra le migliori della zona. Ma fino a poche settimane fa non poteva giocare le sue partite in casa. Il campo da calcio era rovinato dal tempo e distrutto dai vandali.
Dico fino a poche settimane fa, perché ora tutto è cambiato. Il comune è riuscito a costruire una nuova struttura. Con quali fondi? Con i ricavi generati dal parco eolico che il comune ospita. Da anni una società piemontese ha installato delle pale eoliche che generano energia elettrica venduta in tutta l’area, e ha accordato al comune una percentuale sui guadagni. Le royalties si aggirano intorno a 100.000 euro all’anno, a cui si aggiungono altri contributi volontari che la società concede per soddisfare alcune richieste del comune, come nel caso del campetto. La partnership tra azienda e territorio un beneficio per la comunità. Spiega il sindaco Antonino Guccione al Corriere:
“da quando è stato installato questo parco eolico, per Alia è diventato tutto più facile”
Siamo abituati a pensare alle royalties energetiche solo quando ci sono di mezzo giacimenti di petrolio e gas, oppure miniere. E quindi di solito vediamo a quel denaro concesso dalle aziende una sorta di pagamento per tutti i danni che l’estrazione provocherà. Ma con l’energia rinnovabile il paradigma si ribalta: la produzione di energia può diventare un beneficio reale per tutta la comunità. In questo caso, grazie all’energia rinnovabile ora i bambini dell’Atletico Alia possono finalmente giocare in casa e vincere davanti ad amici e parenti.
📰 Notizie, letture, altro
Eventi estremi in Italia nel 2022: +55% rispetto al 2021. I dati di Legambiente.
Mimose fiorite e api disorientate dall’inverno che non c’è (Greenreport)
Un breve video di Emannuel Macron che dice l’ennesima fesseria sul climate change (Instagram/Lifegate)
Chi è Marina Silva, la paladina dell’Amazzonia, che Lula ha scelto per il ministero dell’Ambiente (Repubblica)
Un atlante dei boschi italiani per riscoprire il loro valore culturale (Repubblica)
Nasce il Bike trail manifesto, per avventure in bicicletta inclusive, condivise e sostenibili (Lifegate)
Lasciano il posto sicuro per aiutare gli animali: due coniugi toscani hanno dato vita a una fattoria vegana e rifugio per animali abbandonati (Corriere)
L’eco-ansia è un lusso occidentale? (Il Tascabile)
Dalle piazze ai voti, il 2023 sarà l’anno del partito ambientalista. Longform di Domani, firmato Ferdinando Cotugno.
Come una comunità dell’Ohio ha imparato a ridurre gli sprechi di cibo. Long form multimediale del NY Times.
📸 La mia foto preferita
Il volto di questa scimmia etiope sferzato dal vento mi fa impazzire, è una foto ipnotica. La foto è di Patrice Quillaird, si intitola “Gelata” ed è tra i finalisti del concorso “Lensculture black and white photography awards”.
💚 Grazie!
Se sei arrivat* fin qui sotto, vuol dire che Il colore verde ti piace davvero e ti è utile: grazie per supportare questa newsletter. Il colore verde è nato nel 2020 e lo curo io, Nicolas Lozito, friulano, 32 anni. Sono un giornalista e lavoro a La Stampa. La newsletter esce ogni sabato, feste incluse. Nel 2021 ha vinto un premio, assegnato dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici e Radio 3 Scienza.
La comunità de Il colore verde ha anche un bosco di 100 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia e i suoi dati qui.
Da quando mi occupo di ambiente, ho curato anche tre podcast: Climateers (2021, prodotto da Pillow talk), Cambiamenti (2022, Emons record), e Verde speranza (Onepodcast/La Stampa).
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Che bella la notizia sul comune di Alia! Le cose si possono fare, basta volerlo