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Sette cose che ho imparato da Rigoberta Menchú

Sette cose che ho imparato da Rigoberta Menchú

🌱 L'attivista guatemalteca, premio Nobel per la Pace nel 1992, era a Torino per i 20 anni della Fondazione Lavazza. Ecco le sue "lezioni per il futuro"

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Nicolas Lozito
ott 04, 2024
∙ A pagamento
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Sette cose che ho imparato da Rigoberta Menchú
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Cose belle che capitano poche volte nella vita: ho incontrato Rigoberta Menchú. Per chi non la conosce: è un’attivista indigena che ha vinto il premio Nobel per la pace nel 1992, la prima donna in tutta l’America Latina. Si è battuta tutta la vita per la giustizia sociale e per i diritti dei popoli indigeni, lei stessa proviene dall’etnia K’iche’, di origine Maya.

Oggi ha sessantacinque anni ed era a Torino per festeggiare i 20 anni della Fondazione Lavazza, l’ente benefico nato per volere dell’azienda di caffè torinese. Ho raccontato la giornata e i tanti progetti internazionali della Fondazione su La Stampa. Qui invece ho raccolto le “lezioni di Rigoberta”: sette cose che ho imparto da lei. Le parole che seguono sono quelle usate, in spagnolo, da Rigoberta durante l’evento e un’intervista di gruppo rilasciata ai giornalisti presenti.

Foto Margherita Borsano/Fondazione Lavazza

1. La pace nasce dal dialogo

«La pace non è semplicemente l’assenza di conflitto, è qualcosa di molto più profondo. Nasce dalla capacità di dialogare, di ascoltare e di rispettare l’altro. Senza dialogo non può esistere un mondo multietnico e interetnico. È attraverso la parola e la comprensione che possiamo costruire ponti tra le culture e abbattere i muri dell’indifferenza e dell’odio».


2. La terra è nostra madre

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