Piove sul ghiacciato
🌍 Il colore verde #70: A 3216 metri di altezza, a 800 chilometri di distanza dal Polo Nord, tra i ghiacci della Groenlandia è piovuto. Si tratta di un nuovo capitolo della storia del clima.
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Piove sul bagnato, anzi sul ghiacciato. Per la prima volta nella storia recente dell’uomo è piovuto su uno dei punti più alti della calotta polare della Groenlandia. Più precisamente alla stazione scientifica americana Summit, che si trova sul 72° parallelo (a 800 chilometri dal Polo Nord) e a un’altitudine di 3.216 metri.
La notizia è stata data solo ieri, ma è successo sabato scorso, il 14 agosto, quando la temperatura è rimasta sopra 0°C per più di nove ore: non una pioggerellina passeggera, ma un flusso ininterrotto per ore. La causa sarebbe stata il blocco della corrente polare, che invece di muoversi da ovest a est, ha portato l’aria calda da sud (questo blocco è sempre più riccorrente negli ultimi anni a causa del surriscaldamento globale).
Non era mai piovuto in quell’area da quando la base esiste, ovvero dal 1989, né sarebbe mai successo nei secoli precedenti, secondo i modelli di analisi: la temperatura media estiva è di –10°C.
«Si tratta di un evento completamente inedito, che scrive un nuovo capitolo nella storia della Groenlandia», ha spiegato al NY Times il ricercatore italiano Marco Tedesco della Columbia University. La pioggia era così inaspettata che nella stazione Summit mancavano i pluviometri, ovvero gli strumenti tipici per registrare i dati delle precipitazioni.
Eppure qualche indizio c’era: negli ultimi dieci anni ben tre volte la temperatura registrata nella base di ricerca è salita sopra lo zero: nel 2012, nel 2019 e questo agosto.
Tre volte in dieci anni sembrano poche, ma gli scienziati che hanno studiato la stratificazione della calotta dell’isola spiegano che nei duemila anni precedenti a questo millennio era successo solo in altre sei occasioni.
In un film apocalittico, questa pioggia sarebbe una delle prime scene di svolta. Un gruppo di scienziati ai confini del mondo fa i conti con l’inesorabile e lancia l’ultimo, inascoltato, allarme.
La Groenlandia – come la calotta polare artica in generale – si sta sciogliendo a una velocità mai vista prima: lo scorso luglio sull’isola si è sciolto così tanto ghiaccio da poter coprire l’intera Florida con uno strato di cinque centimetri. Nell’estate 2019, ultimo dato disponibile, la Groenlandia ha perso 1 milione di tonnellate di ghiaccio al minuto, e molta di quest’acqua non si è poi ghiacciata in inverno.
Questi fenomeni sono figli del cambiamento climatico: la temperatura media della Terra, nell’ultimo secolo e mezzo, si è alzata di 1,1°C a causa delle emissioni di gas serra originate dall’attività dell’uomo. Ma in alcune zone del Pianeta il surriscaldamento è più intenso e visibile e scatena eventi a catena difficilmente prevedibili. Nel Circolo polare artico, così come in alta montagna, pochi gradi possono fare la differenza tra acqua ghiacciata o liquida, ed è proprio ciò che sta accadendo.
La fusione dei ghiacci, e l’espansione dell’acqua data dal calore, ha alzato finora i livelli del mare di 20 centimetri: per la fine del secolo a questo numero potrebbero aggiungersi altri 28 centimetri, o 100, o 200 a seconda di quanta CO2 e gas serra l’umanità emetterà nei prossimi anni. Anche qui poche decine di centimetri possono fare la differenza per l’umanità. Per il 2050, secondo uno studio, almeno 570 città costruite vicino alla costa – per un totale di 800 milioni di abitanti – sono in pericolo se il mare dovesse alzarsi di mezzo metro.
🗺️ Nel frattempo, nel mondo
Le notizie dall’Afghanistan hanno deviato l’attenzione del mondo dai problemi di meteo e clima, ma il mondo continua a essere in preda di fuoco e acqua:
• Nuovi e feroci incendi hanno colpito questa settimana altri Paesi del Mediterraneo. Come Israele, con le fiamme vicinissime a Gerusalemme fermate appena mercoledì dopo giorni in cui vento e caldo hanno reso impossibili le operazioni di contenimento. Brucia anche il Marocco, dopo l’Algeria (dove sono morte 90 persone), e brucia la Costa Azzurra. In Francia sono morte 2 persone e 7000 hanno dovuto passare due notti fuori casa per l’allarme.
• Si ingigantisce senza sosta Dixie, l’incendio in California: i vigili del fuoco sono riusciti a contenere solo un quarto delle fiamme; mentre scoppiano nuovi incendi nel Paese, come quello di Caldor, che in due giorni si è ingrandito di 24 volte, come riporta la Cnn. Qui c’è una mappa degli incendi in California sempre aggiornata.
• Dei piromani hanno provato a dare fuoco alla tenuta di Castelporziano del Presidente della Repubblica: martedì mattina sono stati lanciati diversi inneschi accesi all’interno del bosco. Le fiamme sono state subito contenute, ma l’intento criminale era evidente: Mattarella negli scorsi si era scagliato contro i piromani che stanno dando fuoco al sud Italia e le isole.
• Secondo l’European Forest Fire Information System (Effis) quest’anno il fuoco in Italia ha già devastato un’area grande quanto Venezia, Genova, Torino, l’Aquila e Napoli messe insieme: 148 mila ettari, il dato peggiore mai registrato dall’ente. Questo grafico rende l’idea della situazione:
• Piogge e alluvioni hanno invece colpito il nord Italia a inizio settimana: i danni maggiori sono stati registrati in Trentino, dove decine di famiglie sono state costrette, nella notte tra lunedì e martedì, a lasciare le proprie case.
• Arrivano brutte notizie da un grande bacino d’acqua americano: quello del Lake Mead, il più grande di tutti gli USA e che serve l’Arizona – dove il lago si trova –, il Nevada e il Messico. Da un decennio il bacino vede scendere i propri livelli di acqua: l’anno scorso era al 49% della capacità, quest’anno al 40%, a causa della siccità estiva che colpisce l’area sempre più intensamente. Così si è deciso di ridurre l’approvvigionamento destinato ai vari Paesi: un taglio che va dal 5 al 19% delle quote.
📰 I link
Che fine ha fatto Greta? Questo speciale di Will si interroga sull’ambientalismo e il movimento dei giovani per il clima.
Nel frattempo Thunberg, insieme ad altri tre giovani attivisti, ha scritto un commento sul NYTimes: «Questo è il mondo che ci hanno lasciato gli adulti».
Cose folli in Calabria: un candidato alle elezioni regionali nelle liste della Lega ha pensato bene di noleggiare un elicottero e lanciare sulla spiaggia delle buste di plastica contenenti una mascherina e un opuscolo elettorale con il suo nome e quello di Salvini. Un disastro incredibile, perché centinaia di mascherine non sono state raccolte, finendo anche in mare.
Atafona, la cittadina brasiliana che potrebbe scomparire per l’avanzata del mare. Storia e foto su Il Post.
Se compri Internazionale trovi un articolo di Rebecca Solnit sulla crisi climatica e il rapporto dell’Ipcc. Qui invece l’editoriale di Giovanni De Mauro che fa da riassunto.
L’acciaieria svedese Hybrit ha venduto la prima partita di acciaio senza usare il carbone. L’azienda, pioniera nel campo dell’acciaio “verde”, utilizza l’idrogeno al posto delle fonti fossili: un’innovazione enorme, visto che l’industria mondiale dell’acciaio produce l’8% delle emissioni globali di gas serra.
La messa al bando dei Cfc ha salvato l’ozono e mitigato il cambiamento climatico, salvandoci dal disastro, spiega uno studio pubblicato su Nature.
Ti ricordo, a tal proposito, la mia puntata del podcast Climateers su Mario Molina e il buco nell’Ozono.Un miliardo di bambini è minacciato dagli impatti dei cambiamenti climatici, dice l’Unicef.
👇 La cosa più bella
La cosa più bella che vedrai questo weekend?
È una foto scattata due anni fa, che mi ero perso fino a ieri: due pinguini, un maschio e una femmina, entrambi “vedovi” (ricordi che i pinguini si accoppiano solo con un partner in tutta la vita?), si ritrovano vicino a Melbourne a guardare l’orizzonte, abbracciati. L’anno scorso Tobias Baumgaertner ha pubblicato online lo scatto: . «L’esemplare bianco è una femmina anziana e l’altro è un maschio più giovane. Da quando sono rimasti da soli, si incontrano con una certa frequenza e rimangono abbracciati per ore fissano le luci della città in lontananza» ha raccontato Baumgaertner, che con lo scatto ha vinto il premio foto dell’anno della rivista Ocean Photograph.
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