Nucleare, l'ultimo tabù
🌍 Il colore verde #49: Emissioni zero ed efficienza. Il nucleare è l'energia che il mondo non merita, ma quella di cui ha bisogno?
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“L’elefante nella stanza” è un’espressione inglese che forse conosci. Si usa per indicare un problema, o un tema, molto evidente ma allo stesso tempo palesemente ignorato. La prima volta che appare come concetto è il 1814: la favola “Curioso” del russo Ivan Krylov racconta la storia di un uomo in un museo: è in grado di cogliere ogni più piccolo dettaglio, ma gli è impossibile notare l’enorme elefante presente al centro della sala.
L’elefante nella stanza è un tabù. E se la stanza fosse il mondo dell’ambientalismo, l’elefante corrisponderebbe all’energia nucleare. Una fonte energetica che non emette gas serra – quindi sulla carta perfetta per combattere l’innalzamento della temperatura – ma allo stesso tempo radicalmente osteggiata da molti.
Sappiamo perché il nucleare spaventa.Dieci anni fa, era l’11 marzo, il mondo faceva i conti con il triplice disastro di Fukushima: terremoto di magnitudo 9, tsunami alto 10 metri, e la fusione del nocciolo di una centrale nucleare. Acque contaminate e aree rimaste inabitate per anni.
Fra un mese, il 26 aprile, invece ricorreranno i 35 anni da Chernobyl (un bel reportage fotografico di Quintina Valero su Radar Magazine). Domani, 28 marzo, invece, saranno 42 anni dall’incidente di Three Mile Island, centrale nucleare in Pennsylvania. Un meltdown che ha rallentato la corsa all’energia nucleare negli Stati Uniti, che dopo la Seconda Guerra Mondiale – e l’esplosione delle due bombe di Hiroshima e Nagasaki – sognavano un promettente futuro nucleare.
Citati questi eventi è difficile trovare aspetti positivi al nucleare. Eppure:
Il nucleare ha causato meno vittime delle altre fonti energetiche. Il dato è di 0,07 morti per Tera-watt/ora prodotti, contro il 24,6 del carbone. (l’hai vista la 3a puntata della 3a stagione di The Crown sul disastro delle miniere di Aberfan? Qui una clip).
È la fonte energetica con maggiore efficienza, ovvero il rapporto tra energia ricavata ed energia potenzialmente ricavabile. Il 93% contro il 57% del gas, il 35% dell’eolico, il 25% del solare. È una fonte senza intermittenza (il vento si ferma, il sole tramonta).
Dopo i combustibili fossili, è la seconda fonte per densità energetica, ovvero energia prodotta ogni metro quadrato usato. Serve uno spazio 50 volte maggiore se volessimo produrre la stessa energia con il solare, 500 volte maggiore per l’eolico.
Un “pellet” di uranio – unico ingrediente radioattivo necessario allla fissione – grande come un orsetto di gomma produce, senza emettere gas serra, tanta energia quanto 565 litri di petrolio.
Se l’obiettivo è azzerare le emissioni nette di gas serra nei prossimi 30 anni – quindi togliere petrolio, gas e carbone – il nucleare sembrerebbe utile. Guarda il grafico qui sotto: potrebbero non basteranno pale eoliche, pannelli solari e batterie (e nemmeno l’idrogeno!). La domanda energetica mondiale sta crescendo e nel 2050 sarà aumentata del 50% rispetto a oggi.
A promuovere il nucleare non sono solo i cattivi “Signor Burns” (il ricco proprietario della centrale di Springfield, nei Simpson). Gli scenari di riduzione sostanziale delle emissioni di gas serra calcolati dall’IPCC – l’organo delle Nazioni unite più importante in materia di lotta al cambiamento climatico – prevedono una quota di nucleare nel mix energetico. (Persino Alexandria Ocasio-Cortez si è detta aperta all’opzione).
Ci sono delle controindicazioni: costruire una centrale nucleare è molto costoso. Le centrali attive al momento sono di vecchia data. La gestione dei sistemi di sicurezza e dei rifiuti nucleari (che devono essere interrati per diversi secoli) funziona solo se le istituzioni vigilano con trasparenza e rigore sulle aziende.
C’è anche un sogno perennemente dietro l’angolo, ma che a molti sembra impossibile: centrali a fusione nucleare. Il principio della fusione è opposto a quello della fissione. Invece di ricavare energia dalla “rottura” dei nuclei di atomi pesanti come l’uranio, la fusione sfrutta l'energia rilasciata quando due nuclei di atomi leggeri si uniscono, come succede nelle stelle. L’energia prodotta è maggiore e npn ci sono materiali radioattivi di scarto. Al momento esiste solo un progetto concreto: l’ITER, progetto internazionale con sede in Provenza. È costosissimo e ancora lontano da funzionare (i primi test dovrebbero svolgersi quest’estate).
Con questa mail non voglio convincerti che il nucleare sia la risposta a tutti i mali: anche se risolvesse il problema dell’approvvigionamento energetico, rimarrebbero tanti altri settori da decarbonizzare, come industria, costruzioni, allevamenti, trasporti.
Però voglio dire che dobbiamo essere preparati sul tema. Come sostengo sempre: problemi complessi si risolvono con risposte complesse.
Vero, il nucleare non sarà mai una soluzione che l’Italia adotterà nel prossimo futuro, visto il forte movimento antinucleare e il relativamente basso fabbisogno energetico del nostro Paese.
Ma verrà e viene usato attorno a noi. La Francia, ad esempio, genera il 70% dell’energia grazie alle sue centrali nucleari. Macron, insieme ai leader di altri 7 Paesi, ha appena chiesto all’Unione europea di etichettare come ‘energia verde’ il nucleare, così da poter attirare maggiori investimenti.
Giusto o sbagliato che sia, non possiamo fare più gli antinuclearisti o nuclearisti ingenui.
L’elefante è nella nostra stanza.
Qualche link complementare per approfondire:
Il rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia su Nucleare e Climate Change.
L’opinione di Jonathon Porritt, ambientalista anti-nucleare.
Iniziative verdi:
Su Netflix è uscito Seaspiracy, documentario sulla poca sostenibilità della pesca.
Edoardo Vigna su Pianeta 2021 del Corriere racconta il programma dell’Unesco “Generazione Oceano”.
Segnalibri:
L'attenzione alla biodiversità vista dalle ricerche su Wikipedia. Bene i rettili, male gli anfibi, scrive Jaime D'Alessandro su Green&Blue
Sangue, patria e ambiente: l’ecofascismo è il nuovo volto delle sette. 😲 Giulia Ferri su L’Espresso.
Come si crea un gioco da tavola sulla crisi climatica? su il Post.
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