L’effetto farfalla della nostra meraviglia
🌍 Il colore verde #147: Un trattato per l'alto mare, ripensare l'inverno, la risposta definitiva sulle auto elettriche
Ciao! Oggi tante notizie e una storia davvero bella. Partiamo subito perché voglio proprio fartela leggere.
Menù:
🌊 Un trattato storico per proteggere le acque internazionali
❄️ Non nevica più: che ne sarà delle nostre Alpi?
🚗 Auto elettrica inquina meno di un auto a benzina? La risposta definitiva
🦋 La storia di Andrew Peters, fotografo di farfalle
🌊 Il trattato salva-oceani, finalmente
Parto dallo scorso weekend, quando alle Nazioni Unite di New York è stato approvato l’High Seas Treaty, il trattato dell’alto mare: un accordo globale per salvaguardare le acque internazionali. Si può riassumere in una formula: 30x30. Ovvero Proteggere il 30% degli oceani oltre i confini marini degli stati entro il 2030.
Riassumo:
• Il trattato è frutto di negoziati lunghi decenni.
• È fondamentale e si aggiunge alla lista dei più importanti accordi internazionali dedicati all’ambiente.
• In un’area marina protetta vigono diversi limiti e divieti: pesca, traffico, sfruttamento dei fondali, costruzioni.
• Gli oceani danno casa oppure offrono “servizi ecosistemici” a un’enorme quantità di specie viventi; e producono circa la metà dell’ossigeno che respiriamo.
• Oggi solo il 7,7% delle aree marine è protetto.
Per approfondire:
→ Prima la Cop15, ora il Trattato per l’alto mare: c’è speranza per il futuro del Pianeta (The Guardian)
→ Necessario ma non sufficiente (Le Scienze)
→ Negli oceani finiscono 170 miliardi di miliardi di pezzi di plastica: 21.000 scarti per ognuno di noi. (Corriere)
→ Come in mare, così in cielo: un appello per trovare un accordo sui detriti spaziali (Science)
❄️ Manca la neve: ripensiamo il futuro della montagna
Che fare delle nostre Alpi se nevica così poco? Una domanda che dobbiamo per forza farci.
È uscito un report di Legambiente, Nevediversa.
• Il 90% delle nostre piste sono innevate artificialmente, seguita da Austria (70%), Svizzera (50%), Francia (39%). La percentuale più bassa è in Germania, con il 25%.
• Per la neve artificiale consumiamo 96 milioni e 840mila metri cubi di acqua, che corrispondono all’incirca al consumo idrico annuo di una città da un milione di abitanti.
• Il prezzo per produrla è più che raddoppiato (e in alcuni casi triplicato), per l’incremento dei prezzi dell’energia e dell’acqua stessa.
Aggiungo un altro dato, che proviene dagli studi di Cima Foundation: il deficit di neve in Italia ha toccato in questi giorni -63%. Il dato sale sulle Alpi: -69%.
Continuare a sperare che le nostre montagne siano posti dove sciare è accanimento terapeutico. Perché la neve artificiale è solo un palliativo, oppure un vizio per sempre meno persone, sempre più ricche. Il Cai, Club alpino italiano, lo riassume facile facile:
“Il futuro della montagna passa dal superamento della monocultura dello sci alpino”
È diventata una sfida anche culturale. Domani, domenica 13 marzo, in diverse stazioni sciistiche il collettivo The Outdoor Manifesto, affiancato da diverse associazioni, ha organizzato una mobilitazione dal titolo: “Reimmaginare l’inverno - Basta nuovi impianti di risalita”. Un modo per dire no a progetti inutili, ma anche per proporre alternative. Tra le soluzioni possibili: turismo lento, tradizioni, artigianato, ospitalità diffusa. Riqualificazione dei borghi, delle aree naturali, dei percorsi. Insomma una montagna nuova per un clima già cambiato.
SPAZIO AUTO-PUBBLICITÀ: VERDE SPERANZA
Questa settimana abbiamo parlato di imprenditoria con Ivan Mazzoleni ceo di Flowe, di oceani con Valentina Lovat consulente Unesco, di donne con Alice Pomiato, di montagna con Davide "Zeo" Branca e di... riparazioni, con Elisa Nicoli. Ascolta il podcast sull'app OnePodcast o sulle principali piattaforme. Clicca qui per Spotify.
🚗 L’auto elettrica inquina come una auto a benzina?
Una fake news piuttosto diffusa è questa: “tanto l’auto elettrica inquina come un auto a motore a combustione”. Sbagliato.
Il think tank ECCO ci viene incontro, mettendo insieme tutti i dati, che d’ora in poi possiamo giocarci negli aperitivi con gli amici.
Le emissioni totali di gas serra per tutto il ciclo di vita – compresa la produzione, minerali inclusi – di un’auto elettrica sono:
• del 55% minori rispetto un veicolo a benzina di pari peso e potenza;
• del 47% minori rispetto un veicolo diesel.
Il dato è un valore medio europeo, calcolato con l’attuale mix energetico del continente. Il divario si allarga ulteriormente se l’energia usata per ricaricare le batterie arriva da fonti rinnovabili, come succederà sempre di più in futuro.
Un’auto elettrica prodotta in Cina ha un’impronta carbonica superiore del 35% rispetto a una prodotta in Europa, ma comunque meno impattante di un auto a motore endotermica. Altri dati e spiegazioni sono riassunti in questo pezzo dell’ANSA.
E i calcoli sono relativi “solo” alle emissioni: ovviamente i benefici ci sono anche in termini di inquinamento atmosferico. Per buona pace dei negazionisti.
🦋 Butterfly effect: fotografare tutte le farfalle inglesi
Bene. Basta dati, ora una storia.
Cinque anni fa Andrew Fusek Peters ha ricevuto la terribile notizia: cancro all’intestino. «Nei giorni prima dell’intervento aspettavo seduto nel mio giardino. Stavo molto male, ma era fine estate e il tempo era bellissimo. Così ho iniziato a notare tutte le farfalle attorno a me. Erano vanesse del cardo, bellissime».
Continua Peters:
«Mi sembravano un simbolo di vita fragile. Di speranza e di resistenza. In qualche modo la loro esistenza ha toccato la mia anima».
Da quel giorno Peters ha iniziato a fotografare. Solo farfalle, sempre farfalle. L’ha fatto durante la convalescenza, e continua ancora. Oggi sta bene e insegue farfalle. Da poco ha raggiunto l’obiettivo di scattare almeno una foto a ciascuna delle 58 specie presenti in natura nel Regno Unito.
Peters racconta di aver realizzato almeno 10.000 scatti per ciascuna specie. Ama fotografarle mentre prendono il volo, unendo poi il movimento in un’unica immagine. È un modo per scoprirle e anche per salvarle: la popolazione delle farfalle nel Regno Unito è scesa dell’80% dagli Anni ‘70. In Europa il loro destino è simile.
«Dopo una giornata passata a incontrare farfalle, o a incontrare persone che le amano come me, mi sento meglio. Sono felice: questi momenti diventano parte della mia cassaforte spirituale».
Le fotografie di Peters sono diventate un libro. E la sua storia è entrata subito nel mio cuore. Una storia piccolissima, vero, ma che ricorda proprio l’effetto farfalla: una minuscola variazione nello spartito del mondo che può condizionare tutto il resto. L’essere umano, dopotutto, è anche questo: un essere fragile capace di amare la più piccola meraviglia.
(E se questo racconto ti ha fatto venire voglia di farfalle: ecco qualche pianta e qualche fiore da coltivare per attirarle e farle prosperare.)
📰 Notizie, letture, sguardi
Un appello dell’associazione dei pediatri italiani per ridurre l’inquinamento dell’aria (Rivista Natura)
L’ultimo delirio dei negazionisti climatici: le città da 15 minuti servono a segregare le masse (Green&Blue)
In molti Paesi del centro e del nord dell’Europa associazioni e partiti verdi spingono sempre di più per il nucleare (Guardian)
Ultima generazione ha imbrattato la statua di Vittorio Emanuele II a Milano. «Imbrattare una statua è scandaloso? Io invece dico che il vero scandalo è l’assoluta indifferenza del Governo», hanno detto gli attivisti. (Open)
Nel frattempo a Roma è iniziato il processo ai membri di Ultima generazione che si erano incollati alla base della statua del Laocoonte dei Musei Vaticani (La Svolta)
Un progetto fotografico che toglie il fiato: scene quotidiane sopra le quali vengono proiettate scenari climatici futuri. The Atlas of the New World, realizzato da Giulia Piermartiri e Edoardo Delille.
La storia di copertina di Internazionale, dedicata a un’inchiesta sui pesticidi delle mele in Alto-Adige (in edicola, oppure qui la versione web, per abbonati).
La temperatura aumenterà di un grado entro il 2100 solo a causa del cibo (Repubblica)
📸 La mia foto preferita
Questo tenero gruppo di cuccioli di macachi tra le braccia delle madri. Siamo sull’isola di Awaji, Giappone. La foto è tra le vincitrici del World Nature Photography awards. Qui la gallery.
💚 Grazie!
Se sei qui, vuol dire che Il colore verde ti piace davvero e ti è utile: grazie per supportare questa newsletter. Il colore verde è nato nel 2020 e lo curo io, Nicolas Lozito, friulano, 32 anni. Sono un giornalista e lavoro a La Stampa. Nel 2021 la newsletter ha vinto un premio, assegnato dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici e Radio 3 Scienza.
La comunità de Il colore verde ha un bosco di 100 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia e i suoi dati qui.
Ho curato anche tre podcast: Climateers (2021, Pillow talk), Cambiamenti (2022, Emons record), e Verde speranza (Onepodcast/La Stampa).
Se vuoi darmi una mano:
• Condividi la puntata sui social. Se lo fai su Instagram, taggami: nicolas.lozito.
• Considera una donazione. Mi aiuteresti a sostenere questo progetto editoriale. Puoi donare su DonorBox o Paypal.
Puntata bellissima, soprattutto gli approfondimenti sugli inverni in montagna da reinventare e sulle auto elettriche. E poi la storia di Andrew Fusek Peters è una di quelle che ci serve per notare quanto valgano le piccole cose.
Buonasera. Grazie come sempre per tutte le informazioni e complimenti per quello che fai.
Vorrei solo mettere una pulce nell'orecchio riguardo alle auto elettriche: se per le emissioni di CO2 e per l'inquinamento urbano è effettivamente dimostrato che sono decisamente migliori dei motori termici, restano molte incognite riguardo agli altri impatti ambientali (acidificazione/danni agli ecosistemi, inquinamento delle falde, eutrofizzazione, tossicità per gli uomini):
https://www.researchgate.net/publication/314650280_Comparative_environmental_assessment_of_conventional_electric_hybrid_and_fuel_cell_powertrains_based_on_LCA