Innamorarsi di una curva
🌍 Il colore verde #39. Charles Keeling nel 1958 inizia a studiare la CO2 nell'aria. Grazie ai suoi grafici abbiamo capito la nostra impronta indelebile sul mondo.
Lo spunto per questa puntata è arrivato guardando I am Greta, il documentario appena uscito sulla giovane attivista svedese. A un certo punto Thunberg dice: «Alcuni politici e giornalisti non sanno cosa sia la curva di Keeling. È spaventoso».
Cos’è la Curva di Keeling? E perché è così importante? Concedimi una premessa, e vedrai che sarà più facile arrivare alla risposta.
Esistono dei disegni, delle mappe, dei grafici che spiegano la realtà meglio della realtà stessa. Io ne vado pazzo. Sono icone dell’umanità, sintesi perfetta tra ciò che rappresentano e ciò che vogliono spiegare.
L’Uomo vitruviano di Leonardo. La mappa della metropolitana di Londra, un capolavoro realizzato nel 1933 da un trentenne precario, Arthur Beck: da quella mappa tolse tutto per rendere il viaggio più comprensibile, lasciando solo un riferimento reale a scorrere al centro, il Tamigi.
I disegni preistorici nella grotta Chauvet in Francia (l’hai visto The Cave of Forgotten Dream di Werner Herzog?). Le strade romane nella Tabula Peutingeriana. Questa prima pagina del New York Times di marzo 2020.
La Curva di Keeling ha lo stesso potere. Se Vitruvio di Da Vinci è stato il primo simbolo dell’umanesimo, la Curva di Keeling è il primo dell’Antropocene, ovvero l’era che viviamo, caratterizzata dalla nostra indelebile impronta su ogni ecosistema.
La Curva di Keeling mostra l’aumento nel tempo della concentrazione dell’anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera. Parte dal 1958 ed è la prima e più lunga registrazione continuativa che abbiamo. Una linea tremolante che si spinge verso l’alto. Lo zig-zag è dovuto alla “respirazione” della Terra, ovvero al ciclo annuale delle piante: la CO2 sale in autunno e inverno, quando la vegetazione è spoglia e scende nella seconda parte della primavera fino alla fine dell’estate, quando le piante arrivano al massimo dell’assorbimento.
La direzione del grafico invece mostra la crescente CO2 in eccesso, che non riesce ad essere assorbita né dalla vegetazione, né dagli oceani. La prova che il nostro consumo di fonti fossili (carbone, petrolio, gas – la cui combustione genera CO2), ha ribaltato gli equilibri naturali. Il giusto equilibrio tra CO2 e altri gas serra – capaci di trattenere il calore – rendono il pianeta caldo, vivibile e accogliente. Un loro eccesso provoca il surriscaldamento globale. Il 2020, come è stato appena annunciato dalla Nasa, è stato l’anno più caldo mai registrato.
La curva prende il nome del ricercatore che si è battuto per raccogliere questi dati, Charles David Keeling. Americano, nato nel 1928 e morto nel 2005, lavorava per il Scripps Institute of Oceanography dell’Università di San Diego.
Negli anni ’50 non sapevamo nulla di cambiamento climatico. Qualche intuizione qua e là. Keeling è un giovane chimico dei polimeri quando rifiuta la carriera nell’industria della plastica e sceglie di specializzarsi in geofisica. Trova il modo e gli strumenti per calcolare la concentrazione di CO2 nell’aria senza errori. Capisce che non può farlo a bassa quota, ma che i dati esatti può trovarli solo in alto. Sfruttando i fondi dell’Anno della Geofisica, un’iniziativa internazionale votata alla ricerca, avvia due stazioni di monitoraggio: una al Polo Sud, chiusa dopo poco, e una sulla punta del vecchio vulcano hawaiano Mauna Loa, alto più di 4000 metri. Un luogo senza vegetazione e lontano dalle attività dell’uomo.
Nei primi mesi i valori gli confermano che esiste un respiro ciclico della Terra, con quei picchi stagionali. Negli anni successivi intuisce che la CO2 nell’aria cresce senza sosta. Nel 1958 la concentrazione di CO2 era di 313 parti per milione (quindi 313 molecole ogni milione di molecole nell’atmosfera). Oggi è di 414,87.
Sono numeri che dicono poco, forse, ma considera questo: dall’analisi delle bolle d’aria intrappolate nei ghiacci dei Poli sappiamo che nei 12 millenni prima del Novecento (l’era dell’Olocene) è sempre rimasta nell’intervallo 275/285. L’ultima volta che la CO2 era 400 ppm? Secondo le stime, 30 milioni di anni fa, quando il mondo era più caldo di 3-4°C e i mari più alti di quasi 10 metri. All’epoca la “colpa” era delle eruzioni dei vulcani, e la natura si muoveva e adattava con un passo lentissimo. Ora è colpa dell’uomo e tutto si muove troppo velocemente.
La Curva di Keeling è stata definita «uno dei più importanti lavori scientifici del XX Secolo». Ha influenzato ricercatori e attivisti. È una delle prime “fotografie” del cambiamento climatico. Dopo anni di fatiche e indifferenze, i dati di Mauna Loa sono fondamentali. Il monitoraggio è ora gestito dal figlio di Keeling, Ralph, che ha scritto: «Mio padre aveva fiducia che il mondo potesse essere reso migliore grazie alla devozione a giuste cause».
Cercando su Google ci sono tanti articoli dedicati alla Curva, ma pochi sono in italiano. Addirittura non c’è la pagina nella nostra lingua su Wikipedia, l’enciclopedia collaborativa che proprio ieri ha festeggiato il 20° compleanno.
Se qui all’ascolto c’è qualche studente, insegnante o associazione: potrebbe essere l’occasione per approfondire l’argomento e redigere la voce. Può anche essere una vera e propria sfida. Ricordo che anni fa scrissi un articolo su una maratona di scrittura organizzata a Torino per “dare più voci” su Wikipedia alle figure femminili. Ecco: immagina la stessa missione con il clima, l’ambiente, la sostenibilità. Se serve una mano, come sempre, sono qui.
Tre segnalazioni di lettura:
Il futuro degli Champs-Élysées: uno “straordinario giardino” pedonale. Immagini mozzafiato.
Un altro gran lavoro di Isaia Invernizzi sul Post: Dove mettere le scorie nucleari italiane?
L’83% delle mamme americane è preoccupato per l’ambiente (contro il 60% della popolazione): ecco perché è nata “Science Mom”, un’organizzazione che ha già raccolto 10 milioni di dollari per condividere informazioni, mettere in contatto e fare pressione politica.
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