Buon compleanno, Eunice!
🌍 Il colore verde #18: La storia di Eunice Newton Foote, scienziata amatoriale dell'Ottocento che per prima ha intuito il fenomeno dell'effetto serra
Ieri, 17 luglio 2020, avrebbe compiuto 201 anni Eunice Newton Foote: scienziata americana nel 1856 è stata la prima a intuire gli effetti dei gas serra sulla temperatura. Poi, però, il mondo si è dimenticato di lei e la nascita la nascita delle scienze climatiche è attribuita, infatti, agli studi del 1859 dell’inglese John Tyndall.
Ecco perché la puntata di oggi è dedicata a lei. Buona lettura e buon weekend!
In molti credono che il surriscaldamento globale sia un fenomeno conosciuto da poco, questione di anni o decenni: non è così. La storia ufficiale del cambiamento climatico inizia con John Tyndall, scienziato britannico, che comprende e spiega tra il 1859 e il 1861 la capacità dei gas dell’atmosfera di trattenere i raggi infrarossi riflessi dalla superficie terrestre. All’epoca il fenomeno non si chiamava ancora “effetto serra”, ma Tyndall è stato il primo a darne una prova.
É una partenza lenta: serve ancora molto tempo perché si capisca l’impatto umano sui gas serra. Solo nel 1938 l’ingegnere inglese Guy Callendar dimostra il rapporto tra emissioni antropiche e surriscaldamento climatico: ci vogliono, però, almeno altri 30 anni perché nascano i primi modelli per prevedere gli effetti nel futuro e almeno 50 perché il tema diventi di interesse pubblico.
FILOSOFA DELLA NATURA
Eppure, raccontando la storia delle scienze climatiche ci si dimentica spesso una figura: Eunice Newton Foote. Nata nel 1819 a Goshen, Connecticut è una degli 11 figli di Isaac Newton Jr., agricoltore solo omonimo del grande scienziato inglese. Dopo gli studi diventa una scienziata amatoriale – o, come all’epoca si diceva, una “filosofa della natura” – e attivista.
Nel 1948 è la quinta firmataria della “Declaration of sentiment” della Seneca Falls Convention, la prima carta sui diritti delle donne della storia. Il documento è firmato anche dal marito di Eunice, Elisha Foote, giudice e a sua volta scienziato amatoriale, spostato nel 1841.
TUBI DI VETRO
Eunice Foote si dedica a ricerche e prove di laboratorio in diversi rami delle scienze, dalla chimica alla meteorologia. Tra i vari esperimenti, ce ne è uno più importante degli altri. Prende dei tubi cilindrici di vetro, inserisce al loro interno un termometro, li riempie con diversi tipi di gas e li espone alla luce del sole. Da qualche decennio si discute dell’effetto dei raggi solari sulla temperatura di diversi liquidi e solidi capaci di assorbire e riflettere il calore dei raggi. Eunice vuole capire se la stessa cosa possa succedere con i gas.
Ed è proprio quello che la scienziata scopre: al cambiare del gas contenuto nel tubo di vetro, la temperatura raggiunge temperature diverse. Misura le differenze confrontando i risultati ottenuti con tubi non alterati e tubi non esposti alla luce. Prova anche un tubo dove l’aria è più umida, scoprendo che anche il vapore acqueo fa alzare la temperatura. Di tutti i gas che testa, quello che fa raggiungere una temperatura più alta al tubo, è il carbonic acid gas: ovvero ciò che noi oggi chiamiamo anidride carbonica.
Eunice Foote spiega i suoi risultati in due pagine dal titolo “Circostanze relative al calore dei raggi del sole” che vengono pubblicate sul The American Journal of Science nel 1856. Il documento viene presentato alla comunità scientifica e viene letto da un noto professore dello Smithsonian, Joseph Henry, che introducendolo dice: «La sfera di competenza delle donne non abbraccia solo la bellezza e l’utilità, ma anche la verità». Non si sa oggi se se Eunice non abbia potuto parlare alla conferenza, in quanto prerogativa per maschi, o abbia deciso lei di non salire sul palco. Sarebbe, in ogni caso, stata l’unica donna quel giorno a prendere la parola.
Le due pagine dell'articolo pubblicato da Eunice Foote su The American Journal of Science del 1856.
La frase più attuale del documento di Eunice Foote arriva nel finale. Sentite: «Un’atmosfera formata da quel gas [si riferisce alla CO2] porterebbe la nostra Terra a una temperatura più alta; e se qualcuno volesse supporre, in un periodo della storia esso fosse mescolato in maniera maggiore nell’aria, ne deriverebbe un aumento delle temperature causato dalla sua azione». Prima di chiunque altro, Eunice Foote aveva intuito il principio del cambiamento climatico.
INFRAROSSI
La conclusione è giusta, ma l’esperimento non è completo. L’indifferenza con cui viene accolto costringe Eunice a non proseguire: da sola non dispone di strumenti più avanzati.
Quello che non sa è che i gas serra non “assorbono” il calore del sole, ma “trattengono” una parte di raggi del sole che vengono rifratti dalla superficie terrestre causando appunto l’effetto serra. Sarà Tyndall a cogliere l’importanza della rifrazione dei raggi infrarossi del sole: le sue scoperte, ottenute con strumenti di laboratorio molto più avanzati, arrivano tre anni dopo e in maniera indipendente. Non ha copiato, insomma, se avevate questo sospetto: perché Tyndall non sa nulla di Eunice Foote. La ricerca della scienzata non ha la risonanza per attraversare l’Oceano.
Nonostante questi limiti, il lavoro di Eunice Foote è importante più che mai. «Ha svolto un lavoro fenomale», spiega Katharine Hayhoe, climatologa dell’Università del Texas: «cosa sarebbe riuscita a fare se fosse nata oggi?». Le fa eco il biografo ufficiale di Tyndall, Roland Jackson: «nonostante lo svantaggio di essere donna nell’Ottocento e una scienziata amatoriale, è stata la prima a collegare la quantità di gas serra e il cambiamento climatico. Per questo merita di essere riconosciuta e celebrata».
FONDATRICE
Per più di 150 anni ci siamo dimenticati di Eunice, morta a 69 anni il 30 settembre 1888. Di lei oggi non ci arrivato nemmeno un ritratto, una fotografia o un disegno (potrebbe essere lei, anche se è più probabile che si tratti della figlia).
Ora la stiamo riscoprendo: l’anno scorso, per il 200° anniversario dalla sua nascita, il New York Times le ha dedicato un articolo, in una rubrica di necrologi mai scritti di persone che si sono rivelate importanti, scoprendo che una sua discendente, Liz Foote, è una dottoranda in scienze ambientali alle Hawaii. Il governo americano ha redatto una pagina web sul suo sito Climate.gov. Da poco è stato prodotto un cortometraggio ispirato alla sua storia, si può vedere gratuitamente (purtroppo è molto brutto).
Si parla spesso dei padri fondatori di una scienza: grandi figure del passato celebrate sui libri, nelle statue, nei nomi delle scuole o degli istituti di ricerca. Molti, tutti uomini: a tal punto che usare parole al femminile come “madre fondatrice”, “inventrice”, “pioniera” ci suona male. Eppure Eunice Newton Foote dovrebbe stare tra i grandi: almeno in questi giorni, quando bisognerebbe festeggiare il suo compleanno, facciamole un po’ di spazio.
Consigli di lettura
Volete approfondire il tema donne e scienza? C'è un bel libro illustrato: Donne di scienza. 50 donne che hanno cambiato il mondo. di Rachel Ignotofsky (Nord-Sud)
Un altro libro, questo freschissimo di stampa: La terra siamo noi del giornalista Riccardo Bocca: l'ho letto tutto d'un fiato e racconta 8 italiani che hanno fatto qualcosa per l'ambiente (Harper Collins).
Negli USA il clima sta diventando un vero tema politico: Biden ha presentato un piano enorme iper-progressista sul tema, Trump ha risposto a modo suo. Questa volta, però, è diverso rispetto al solito scontro destra-sinistra. Sempre più persone guardano con favore gli interventi per un'America più verde. L'ha spiegato molto bene David Leonhardt nella newsletter di ieri The morning del NYTimes.
Sempre USA: è uscito uno spot pazzo di Burger King diretto da Michel Gondry. Promuove l’iniziativa della catena di fastfood di ridurre le emissioni di metano dei bovini allevati per le loro carni. Nutrendoli con lemongrass, la loro digestione produce meno gas: circa il 30% in meno. Si è aperto un gran dibattito. In Svizzera, nel frattempo, stanno facendo cose simili ma dando alle mucche aglio.
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