Decalogo contro l'ecoansia
🌱 Come affrontare (insieme) l'angoscia che ci colpisce di fronte ai disastri climatici: scienza, collaborazione e dialogo
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Una delle parole che definisce il nostro periodo storico è “Ecoansia”. La provano giovani e vecchi, attivisti e imprenditori. Di cosa parliamo quando parliamo di ecoansia? E come si affronta? Partiamo dalla definizione. Per Matteo Innocenti, psicoterapista ed “ecoterapista”, ci sono due ansie distinte. «L’ecoansia è una condizione esistenziale, persistente e pervasiva. Si manifesta con una preoccupazione per le sorti della natura, del Pianeta e dell’umanità in un’epoca di cambiamento climatico e antropizzazione». E poi c’è l’ansia per il cambiamento climatico, che invece «emerge in situazioni specifiche, come l’estate o durante un disastro naturale e ha un focus più limitato». L’ecoansia non è riconosciuta come una condizione medico-psicologica da nessun manuale, ma fa parte dei disturbi d’ansia generalizzata.
Può trasformarsi in eco-panico se portata all’estremo, oppure in eco-paralisi. È più frequente nei giovani, ma è diffusa anche tra la popolazione adulta, perché l’emergenza climatica non è più una proiezione futura.
E allora quali sono i rimedi? C’è qualcosa che possiamo fare per provare meno paura o preoccupazione? E c’è qualcosa che possiamo fare per contribuire al contrasto della crisi climatica? Ecco un possibile decalogo, da condividere in famiglia.
1. Affrontarla insieme
Da soli non possiamo fare molto. La scala del problema è globale. Il nostro cervello ha bisogno di traguardi (pensiamo alle diete), ma per mitigare gli effetti del cambiamento climatico la trasformazione deve essere spinta da governi e istituzioni. Dobbiamo riconoscere la responsabilità collettiva e non individuale. E poi la sfida va affrontata con amici e parenti (dialogando anche con i negazionisti!).
2 Non provare vergogna
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