Dammi tre parole: Subito. Ovunque. Tutti.
🌍 Il colore verde #182 La riduzione delle emissioni per la fine del decennio prevista dall'Onu è appena del 2% rispetto al 2019. Dovrebbe essere del 43%. Siamo messi male.
Ciao!
Una cosa divertente che forse, quando mi scopriranno, non farò mai più: oggi pomeriggio sarò a Barolo (Cuneo) a parlare di vino insieme a un sacco di professionisti del giornalismo e della comunicazione. Sono astemio da tre anni.
(Scherzi a parte: il vino è un’ottima cartina al tornasole per capire gli effetti “a chilometro zero” del climate change)
Questa era l’unica notizia minimamente positiva del giorno, ora iniziamo con le depressioni.
20ssss
Un’altra cosa che non mi capiterà mai più: ieri mi hanno chiamato nella trasmissione di Ambra Angiolini su Radio Capital. Stavano discutendo di soluzioni individuali alla crisi climatica e ambientale, e mi hanno chiesto se i piccoli gesti avessero una loro utilità. Ho risposto di sì, certamente sì, non tanto per i numeri, ma per l’effetto “onda”. Come ci insegna l’ambientalista Bill McKibben:
“l’azione individuale più importante che possiamo fare è essere meno individualisti”.
Condividere significa diffondere esponenzialmente una buona idea (una ricetta vegana, un’alternativa sostenibile alle cose quotidiane, ecc). Ho citato uno studio sui pannelli solari o fotovoltaici: la propensione di una persona a installarlo aumenta dell’89% se ha un amico o un conoscente che ha già realizzato un impianto.
Durante la trasmissione ho ricordato i grandi insegnamenti del buon Giovanni Mori, ingegnere attivista e divulgatore, che riassume le azioni più importanti con un acronimo: “TEC”. Trasporti (meno auto), Energia (consumarne meno e trovare un fornitore di energia rinnovabile), Cibo (meno carne e latticini, più plant-based).
C’è speranza. C’è sempre speranza, guai a farci prendere da un panico immobilizzante.
Poi però Ambra mi ha chiesto: “Ma a livello globale, come siamo messi?”. E a quel punto il castello di cose belle e verdi è crollato. E così arrivo alla notizia più importante di questa settimana.
L’Onu, in vista dell’appuntamento di diplomazia climatica di Cop28 a Dubai, ha studiato obbiettivi e risultati climatici dei 195 Paesi che hanno sottoscritto gli Accordi di Parigi nel 2015. L’ente dell’Onu che organizza le Cop (Unfccc) ha analizzato i cosiddetti Nationally Determined Contribution, i piani climatici che dal 2015 dovrebbero essere aggiornati ogni cinque anni da ciascun Paese (anche se alla Cop 26 di Glasgow, nel 2021, si era deciso di aggiornarli ogni anno — ma non tutti stanno mantenendo la promessa).
Indovina il bilancio? Un dramma. La situazione è questa: se è vero che tantissimi Stati hanno promesso di dimezzare le emissioni entro il 2030 rispetto a quelle di 20/30 anni fa, per ora la proiezione è lontanissima da questo risultato.
L’Onu ha preso il riferimento delle emissioni 2019: per rallentare il surriscaldamento globale e dimezzare le possibilità di superare la soglia +1,5°C dovremmo ridurre le emissioni globali del 43%. Ma per come ci stiamo comportando finora siamo destinati a una una riduzione di appena il 2%.
43% aspettative vs 2% realtà. Come quando da giovanissimo promettevo ai miei genitori che non avrai più preso l’insufficienza in matematica e poi portavo a casa un risultato peggiore del precedente.
Secondo le stime degli scienziati, per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C si possono emettere ancora un massimo di 500 giga tonnellate di anidride carbonica, pari a circa dodici anni di emissioni attuali. Ma ci sono valutazioni ancora peggiori: 250 gigatonnellate, un budget di sei anni.
António Guterres, segretario delle Nazioni Unite, risponde così alla domanda di Ambra:
“I piccoli interventi non basteranno a salvarci. È arrivato il momento di rafforzare le ambizioni climatiche in tutti i Paesi, in tutte le città e in tutti i settori”.
Agire subito. Agire ovunque. Agire tutti.
Se guardiamo i nuovi dati con una buona dose di ottimismo, c’è solo una buona notizia: il picco delle emissioni, avverrà entro la fine del decennio. Le emissioni totali da qui al 2030 infatti aumenteranno ancora, ma “solo” dell’8,8% rispetto al totale. L’anno scorso l’aumento previsto era del 10,6%.
La scorsa settimana abbiamo parlato dell’importanza del valore della temperatura media globale. È la temperatura dentro il forno. La potenza impostata del forno invece è data da altri valori: la concentrazione di CO₂ nell’aria (quest’anno ha superato il valore di 420-425 parti per milione) e appunto le nostre emissioni di gas serra nell’aria. La potenza del forno è troppo alta.
La scienza lo dice con chiarezza. I leader del mondo ce lo ripetono e se lo ripetono. Mai nella storia dell’umanità così tante persone così diverse hanno detto tutte la stessa cosa: dobbiamo smetterla con il petrolio, il gas e il carbone. Lo sostengono contemporaneamente il Papa, gli economisti, le organizzazioni internazionali, le onlus, i grandi pensatori, gli attivisti incazzati, gli scrittori, i cantanti. In tutte le grandi rivoluzioni del passato potenti e popolo, guide spirituali e leader politico-economici avevano differenze di vedute. Oggi no. Però invertire la rotta è difficile, è incredibilmente complesso. Come cambiare direzione a un transatlantico che si avvicina pericolosamente a un iceberg, come smettere di fumare nonostante tutti gli avvisi allarmanti sui pacchetti.
Ci giustifichiamo dicendo “ci stiamo provando”. Ed è vero, giusto, e magari un giorno potremmo esultare anche. Ma un buon appassionato o appassionata di Guerre Stellari potrebbe pensare alla celebre frase del maestro Yoda: “Non esiste provare. Esiste fare o non fare”. Questo 2% significa “non fare”. Significa battere in ritirata e dichiarare la sconfitta in anticipo.
Agire subito. Ovunque. Tutti.
🔗 TRE LETTURINE
🥩 La Camera ha approvato il divieto alla carne biocoltivata voluto dal governo. Un’assurdità antiscientifica nata da un volantino fallace di Coldiretti, come scrive benissimo Elena Cattaneo su La Stampa. Da leggere, stampare, appendere.
😰 L’ecoansia è diversa dalle altre ansie (Il Post)
💡 Convertire un complottista (Il Tascabile)
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Un consiglio di ascolto: Poderosa, un podcast “femminista, sostenibile, circolare” dell’associazione A Sud. Su Spotify trailer e primo episodio.
Un consiglio di newsletter. L’amico digitale
oltre a scrivere la newsletter ha inaugurato ormai da qualche mese un’altra newsletter, . Molto bella. L’ultima puntata parla di giganti del mare e grandi narrazioni.Un consiglio al posto del Black Friday: Lunedì 21 Novembre è la giornata dell’albero. Viva gli alberi!
📸 LA MIA FOTO PREFERITA
A forza di fare questa rubrichetta l’avete capito: quando vedo foto di rane o orsi impazzisco. Ecco anche questa settimana un bel plantigrado. Ditemi se non è il perfetto salvaschermo da impostare lunedì sul pc aziendale. Un orso tra i rami di un albero nelle foreste andine dell’Ecuador. La foto si intitola “Guarda al cielo” ed è di Jacquie Matechuk, tra le vincitrici del concorso Nature Photography of the year 2023. Qui la gallery completa.
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Se sei qui, vuol dire che Il colore verde ti piace davvero e ti è utile: grazie per supportare questa newsletter. Il colore verde è nato nel 2020 e lo curo io, Nicolas Lozito, friulano, 32 anni. Sono un giornalista e lavoro a La Stampa. Nel 2021 la newsletter ha vinto un premio, assegnato dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici e Radio 3 Scienza.
La comunità de Il colore verde ha un bosco di 250 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia e i suoi dati qui. Se vuoi adottare un albero anche tu da ZeroCO₂, usa il codice ILCOLOREVERDE per uno sconto del 30%.
Insegno alla Scuola Holden di Torino e al Master di giornalismo della Luiss di Roma. Tengo anche dei corsi aperti, come “Progettare una newsletter” per Holden Pro. Il prossimo ciclo parte il 4 novembre. Con il codice ILCOLOREVERDE sconto del 10%.
Ho curato anche quattro podcast: Climateers (2021, Pillow talk), Cambiamenti (2022, Emons record), Verde speranza (Onepodcast/La Stampa) e Moltitudini (Laterza).
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Quello che spesso viene fatto è additare politica, azienda e ricconi. Tutto giusto, ma dovremmo imparare ad attivarci. Criticare Eni non ti rende un attivista o una persona migliore se poi quando fai la benzina alla tua macchina scegli Shell, se hai un provider di energia non sostenibile o peggio tieni il riscaldamento/raffreddamento a 25° estate e inverno.
Piccoli e grandi gesti individuali sono una parte fondamentale della transizione ecologica, grazie per averlo ricordato Nic 💚
Forse, é il momento di fare i conti con l'egoismo cieco dell'uomo e del suo sistema illudi-cervelli: noi, lo strato sociale collettivo, farà il possibile per mantenere sù la baracca; chi invece é il vero ecocida e genocida, continuerà a fare profitti, aspettando che l'AI trovi la formula per rendere vivibile un altro pianeta da spennare (ovviamente con moderazione ed esperienza retrograda), mentre dall'alto dei loro troni ci guarderanno romperci la schiena per un altra delle loro c******.
L'urgenza climatica é un problema di potere, politica e stratificazione sociale, nient'altro.