Cronache del ghiaccio e del fuoco
🌍 Il colore verde #68: Brucia il Mediterraneo, cadono enormi chicchi di grandine, esondano i laghi. Il nuovo clima sembra Game of Thrones
Una pagina del Corriere della sera di lunedì scorso mi ha fatto tornare in mente Game of Thrones, la celebre serie tv. Il quotidiano riportava – una sotto l’altra – due notizie speculari: gli incendi che hanno colpito Pescara e la grandine grossa quanto palle da tennis caduta in Friuli.
Fiamme al sud, gelo al nord, proprio come nella saga del Trono di spade, che nella versione originale, quella dei libri di George R. R. Martin si chiama proprio “Songs of ice and fire”, tradotto in italiano come “Cronache del ghiaccio e del fuoco”.
Ma il parallelo finisce qui: perché nel fantasy ambientato a Westeros il ghiaccio è provocato da un Re sempiterno delle tenebre, e il fuoco dai temibili draghi. Nel nostro mondo, invece, non c’è nessuna forza magica e anzi: tra climate change provocato dall’uomo, incendi appiccati per sbaglio o per scelta, scarsa gestione del territorio… le colpe sono quasi sempre nostre.
Da questo punto di vista è stata una settimana tragica, provo a riassumerla. Ma voglio metterti in guardia: i media dicono sempre di più “c’entra il cambiamento climatico”. È verissimo, e finalmente la questione viene riconosciuta, ma attenzione a quando l’argomentazione diventa un asso pigliatutto comodo solo a fare titoli e scaricare le colpe a una forza superiore.
🔥 GLI INCENDI, OVUNQUE
Repubblica parla di “Un mare di fuoco”, riferendosi al Mediterraneo, e mostra la mappa dei recenti roghi nei Paesi che vi si affacciano.
Nel frattempo il nostro ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani è intervenuto a Montecitorio per un’informativa urgente sui roghi italiani. E ha snocciolato questa statistica: «Il 57,4% degli incendi è doloso. Il 13,7% colposo: siamo già oltre il 70% di incendi che è responsabilità nostra e che incide su un sistema predisposto» (il dato è del rapporto della Protezione civile e si riferisce al 2020).
Un clima sempre più caldo con lunghi periodi di siccità e con forti venti, poi, fa il resto del lavoro, propagando le fiamme in lungo e in largo.
Bruciano soprattutto le aree naturali, i boschi, le pinete: luoghi che dovrebbero essere protetti ma spesso sono lasciati all’incuria e all’abbandono, forse perché non abbastanza utili, non abbastanza redditizi.
La scrittrice Donatella Di Pietrantonio, parlando della Pineta dannunziana bruciata, ha scritto:
Mi ha preso uno sconforto, un senso di perdita irreversibile per ciascuno di quegli alberi secolari morti.
Anche questo è un lutto ed è collettivo. È il dolore per la scomparsa di un luogo fisico legato indissolubilmente alla parte di noi che più ci è cara, quella dei ricordi.
Affiora anche la rabbia eventuale verso chi potrebbe aver voluto la distruzione, per il dolo probabile – troppi gli inneschi in contemporanea. Ci indigna tutti questa forma così primitiva, vigliacca e tragicamente efficace di attacco al territorio.
Non va in fiamme solo l’Europa meridionale: giovedì un’intera città della California, Greenville, è stata distrutta dalle fiamme: tutto il nord dello Stato è in emergenza. Brucia l’Amazzonia: in Brasile sono stati 4977 incendi in tutto luglio. Brucia la Siberia: in un solo giorno, lunedì, un incendio che sta colpendo la Jacuzia è cresciuto di 0,6 milioni di ettari, record storico. E a proposito di statistiche mai viste: è la stagione degli incendi che ha emesso più CO2 da quando monitoriamo il dato.
🌧️LE ALLUVIONI NEL NORD ITALIA
Esondazioni e frane hanno colpito gravemente l’area del lago di Como, che è stata invasa da detriti e acqua e colpita da frane in più riprese per almeno 10 giorni. Disastri mai visti prima, che mettono in luce, ancora una volta, la fragilità idrogeologica del nostro Paese. Molte strade sono state bloccate, con gravi danni non solo alla viabilità ma anche al turismo.
Il paese di Gavirate, sul lago Maggiore, è stato travolto da un fiume di fango. Era successa la stessa cosa l’anno scorso, quando si era parlato di “alluvione del secolo”, evento estremo etichettato come “imprevedibile e irripetibile”. Così tra rallentamenti burocratici e difficoltà niente era stato fatto per far fronte a una nuova emergenza.
Il maltempo al nord ha preso anche la forma della grandine, e sui giornali locali si sprecano i paragoni per la grandezza dei chicchi: noci nell’Oltrepo pavese, palline da tennis nel pordenonese, uova nella Bassa mantovana, “quasi come un palmo della mano” nel bresciano.
Nel frattempo su Nature è uscito uno studio che spiega come abbiamo di nuovo sbagliato i calcoli: le persone che vivono in zone a rischio inondazioni e allagamenti sono un numero 10 maggiore delle precedenti stime: il 90% dei disastri colpiranno Cina, India e il sud dell’Asia.
🔎 LE ULTIME DUE NOTIZIE
Una brutta: in Groenlandia si è fuso, in un solo giorno, tanto ghiaccio da poter sommergere tutta la Florida di 5 centimetri, anche perché laggiù fanno stabilmente 20°C nelle ultime settimane.
Una bella: Il presidente americano Biden ha firmato un ordine esecutivo imponendo che la metà di tutti i nuovi veicoli venduti dal 2030 sia zero emissioni: l’anno scorso, però, solo il 2% dei nuovi veicoli americani era elettrico, quindi la strada è in salita, ma come si dice dalle mie parti piuttosto che niente è meglio piuttosto.
📰 I link
Il fascino insidioso della fotografia del cambiamento climatico. Una riflessione di Chiara Piotto sulla newsletter Jefferson, che dedica tutto il suo ultimo interessante carteggio al climate change.
“Non voglio più fare shopping”. Possiamo cambiare, siamo già cambiati. Un commento di Erin Aubry Kaplan.
I giganti del tech hanno vinto, mentre il mondo soffriva.Il bilancio dei colossi americani in un long read del NY Times. Il valore sommato delle azioni Apple, Alphabet (ovvero Google), Nvidia, Tesla, Microsoft, Amazon e Facebook è cresciuto nell’ultimo anno del 70%, per un totale di 10 mila miliardi di dollari, ovvero tutto il valore della borsa americana nel 2002.
“Quanto caldo è troppo caldo? Dipende dall’umidità – se è un caldo secco o no, come si dice – ed è una domanda resa più urgente dal cambiamento climatico”. Su Il Post.
Il climate generation gap esiste, ma non è così estremo come pensavamo, spiega uno studio decennale.
Da ascoltare: la onlus Essere Animali ha lanciato “Io sceglo veg”, un podcast di 6 puntate da 10 minuti su alimentazione e vita vegana.
Lunedì esce il nuovo rapporto dell’Ipcc, l’organo Onu per il clima: cosa dobbiamo aspettarci? In rapida sintesi: che tutto sta andando peggio del previsto.
Non c’entra molto con il clima, ma ecco le 25 opere di architettura più importanti del dopoguerra, in un articolo che fa bene agli occhi e alla mente.
👇 La cosa più bella
La cosa più bella che vedrai questo weekend? Un polipo di vetro (una specie studiata ancora pochissimo, si chiama così per la sua trasparenza) che nuota nelle profondità dell’Oceano Pacifico. I ricercatori che l’hanno filmato hanno scoperto nuovi aspetti della vita sottomarina di questi esemplari. Il video della sua “nuotata”, di 34 secondi, lo trovi qui su Instagram.
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