“Che mangino corn flakes”
🌍 Il colore verde #194 Il ceo di Kellogg's ha proposto alle famiglie povere di cenare con i cereali. Ma l'insicurezza alimentare genera obesità e problemi di salute
Ciao!
Noi italiani siamo i migliori del mondo a parlare di cibo (e di calcio). Eppure non discutiamo quasi mai di alimentazione. Un argomento strettamente legato alla salute della nostra specie e del Pianeta. Abbiamo deciso di farci due puntate: oggi te ne parlo io, la prossima settimana Federica. Se hai idee, domande, progetti a tema… scrivici.
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A proposito di newsletter. Ad aprile torna il mio corso “Progettare una newsletter” per la Scuola Holden. 5 lezioni da due ore, sabato mattina, in diretta online. Codice sconto ILCOLOREVERDE. È arrivato alla 5ª edizione: in queste settimane ti presento qualche newsletter passata dal corso, come
di Silvia De Bernardin. L’ultima puntata è molto bella, dedicata alle città a misura di bambino.☔ Arriva la pioggia e torniamo a contare i danni
Continuiamo a chiamarlo maltempo, ma ormai è evidente che ci vorrebbe un nuovo vocabolario per raccontare la crisi. Le piogge che hanno colpito il Nord e il Centro Italia sono state violente, interminabili e hanno fatto seri danni.
Gli scienziati per spiegare questa improvviso salto tra siccità e pioggia parlano di whiplash effect, effetto “colpo di frusta”: il cambiamento climatico moltiplica la probabilità che accada e l’intensità degli eventi meteo estremi. Un film che ormai vediamo ogni anno tra inverno e primavera.
Una storia per mostrare la fragilità idrogeologica italiana: nel comune di Parcines (Bolzano) una frana ha colpito una stalla. Sono morte 45 pecore, e molti animali sono stati intrappolati. L’immagine dei soccorsi si aggiunge all’album fotografico del nostro tempo.
🐝 Abbiamo approvato la legge europea sul ripristino della natura
Una buona buonissima notizia: il Parlamento europeo ha adottato la Nature restoration law, il regolamento europeo che stabilisce obiettivi precisi e vincolanti per ripristinare gli ecosistemi dell’Ue e i suoi habitat, per contrastare la perdita di biodiversità, aumentare la resilienza e la lotta ai cambiamenti climatici.
È uno degli ultimi e più ambiziosi atti del Green Deal europeo: c’era la preoccupazione che il Parlamento non riuscisse ad approvarla, nel bel mezzo della protesta dei trattori e a pochi mesi delle elezioni. È arrivata con 20 mesi di ritardo e dopo mille tira e molla, diluendo un po’ la sua forza ma comunque tenendo saldi i principi iniziali.
Gli obiettivi, in numeri: ripristinare il 20% delle aree marine e terrestri dell’Unione entro il 2030 e tutti gli ecosistemi degradati entro il 2050. Gli Stati membri devono quindi riportare il 30% degli habitat terrestri e marini inclusi nell’area della legge, come foreste, praterie, paludi, fiumi, laghi, foreste di coralli, da condizioni “degradate” a “buone”. La percentuale dovrà arrivare al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050.
Come stanno gli habitat europei? L’81% si trova in uno stato di conservazione considerato “povero” o “scadente”. Così:
→ Se vuoi approfondire, gli amici di ieri hanno fatto una puntata della loro newsletter sul tema.
⚖️ È passata anche la legge contro gli ecocidi
Un’altra bella notizia dall’Europa. Il Parlamento europeo, nello stesso giorno della Nature restoration law, ha anche approvato la direttiva che aggiorna la lista e le sanzioni dei crimini ambientali.
Il testo ora comprende un elenco aggiornato di reati penali, tra cui il commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione sulle sostanze chimiche e l’inquinamento provocato dalle navi.
Un punto molto interessante riguarda i reati “qualificati”, ovvero i più gravi, come gli incendi boschivi su larga scala o l'inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo, che degradano gli ecosistemi e costituiscono un ecocidio. La parola ecocidio — letteralmente: uccidere la propria casa — è stata inserita nel testo, un passo piuttosto importante a livello legislativo e soprattutto simbolico.
Le pene sono severe: per i cosiddetti reati qualificati, il massimo è di 8 anni di reclusione, per quelli che causano la morte di una persona 10 anni e per tutti gli altri 5 anni. I trasgressori saranno tenuti a risarcire il danno causato e ripristinare l'ambiente danneggiato, oltre a possibili sanzioni pecuniarie. Per le imprese l'importo dipenderà dalla natura del reato: potrà essere pari al 3 o 5% del fatturato annuo mondiale o, in alternativa, a 24 o 40 milioni di euro.
→ Sull’ecocidio avevo fatto una puntata ormai 3 anni fa: Un crimine contro l’umanità
😶🌫️ Nel 2023 il record di emissioni di CO₂ (anche per colpa della siccità)
Torniamo alle brutte notizie. Le emissioni di anidride carbonica antropiche hanno raggiunto un livello record nel 2023, anche se la crescita è rallentata rispetto agli anni precedenti grazie alla continua espansione delle tecnologie pulite.
Lo dice l’ultimo report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia. Le emissioni di CO2 sono cresciute dell'1,1% nel 2023, con un incremento di 410 milioni di tonnellate, raggiungendo il livello record di 37,4 miliardi di tonnellate all’anno (nel 2022 era +490 milioni di tonnellate). Se non avessimo avuto le rinnovabili, l’incremento sarebbe stato più del doppio. Allo stesso tempo però, il climate change ha contribuito negativamente: il 40% dell’incremento è stato causato dalla siccità che ha rallentato la produzione di idroelettrico, costringendo diversi Stati a sfruttare le fonti fossili.
Secondo le analisi, dovremmo raggiungere il picco delle emissioni proprio in questi anni (2023-2025), per poi diminuirle. La velocità con cui diminuiranno sarà decisiva per gli scenari di surriscaldamento globale.
🔬 Le microplastiche nella placenta umana
Dicembre 2020: i ricercatori dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma trovavano per la prima volta tracce di microplastica nella placenta umana.
Oggi: un nuovo studio conferma quella prima scoperta. L’Università del New Mexico ha analizzato 62 placente e ha trovato microplastica in tutti i 62 casi.
La concentrazione varia da un minimo di 6,5 a un massimo di 790 microgrammi per grammo di tessuto. Il polimero individuato in maggiore quantità è il polietilene, usato per produrre sacchetti e bottiglie di plastica (54% dei casi). Il cloruro di polivinile, o PVC, e il nylon, invece, rappresentavano ciascuno il 10% del totale, mentre il resto era costituito da altri nove polimeri.
Non conosciamo ancora gli effetti sulla salute delle microplastiche, perché stiamo iniziando a studiarli in questi anni. Le microplastiche e le nanoplastiche (frammenti ancora più piccoli), però, hanno raggiunto i luoghi più remoti della Terra e molti organi del nostro corpo. L’accumulo di microscopici frammenti di plastica può provocare allergie, ridurre le funzionalità degli organi e cancri.
→ A metà gennaio Sam Altman, ceo di Open Ai, aveva detto che per alimentare l’Ai del futuro sarà probabilmente necessario un “energy breakthrough”, una svolta epocale, come l’arrivo della fusione nucleare per soddisfare il fabbisogno.
Un piatto di salute
Anniversario tondo: 130 anni fa, nel 1894, il medico John Harvey Kellogg dimentica del grano bollito nella cucina del sanatorio dove lavora, a Battle Creek — Michigan. La mattina dopo lo trova rappreso, e per non buttarlo ha un’idea: schiacciarlo sotto il mattarello per ottenere delle sfoglie da infornare. Nascono così, tra mito e storia vera, i corn flakes, che i fratelli Kellogg brevettano l’anno dopo: il 31 maggio 1895. La ricetta è facile: 98% mais, zucchero, estratto di malto d’orzo, sale e una spolverata di vitamine e ferro.
John Harvey Kellogg non è solo un medico, è anche un convinto salutista, vegetariano, filantropo (e fa parte della Chiesa avventista del settimo giorno). Vuole rivoluzionare l’idea di colazione: non uova e pancetta, che fanno male alla salute, ma i cereali — leggeri e ricchi di nutrienti.
Di quell’idea oggi rimane solo il nome: Kellogg’s è il più grande marchio di cereali per la colazione del mondo. Il gruppo, che possiede anche i brand Pringles, Gardenburger e Eggo, incassa 13,1 miliardi di dollari all’anno.
Qualche giorno fa il ceo dell’azienda, Gary Pilnick, in un’intervista al canale tv CNBC ha detto:
«I consumatori sono sotto pressione [per l’incremento del costo della vita], così suggeriamo di mangiare cerali per cena. Il costo è molto più conveniente”.
In un attimo è partita la polemica. S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche. Se non hanno pane, che mangino brioche. O in questo caso, parafrasando la celebre espressione attribuita a Maria Antonietta, che mangino corn flakes. E i tantissimi cereali iper-zuccherati che invadono le corsie dei supermercati. Perché se i corn flakes originali hanno appena 1 grammo di zucchero ogni 50 grammi, i cerali più diffusi hanno dai 12 (Fruit Loops) ai 18 grammi (Frosties) di zucchero ogni 50. L’equivalente di cinque cucchiaini. Non esattamente il cibo più sano al mondo. E nemmeno quello più economico (Pilnick guadagna 5 milioni di dollari all’anno, a cena con la sua famiglia mangia cerali?).
Ti racconto questo episodio perché mi sembra indicativo di un fenomeno che cresce fuori controllo: l’insicurezza alimentare. Il cibo è disponibile come mai nella storia, ma il cibo sano è sempre più costoso. Dal 2020 a oggi, nei Paesi sviluppati, il costo della spesa è aumentato del 15-20% in media. Il problema ha colpito con ancora più ferocia i Paesi meno ricchi del Pianeta, costretti ad alimentarsi con cibo industriale ultra-processato.
Giovedì sono usciti nuovi dati sull’obesità globale, in vista del World Obesity Day di lunedì 4 marzo. Un essere umano ogni otto è obeso (dato 2022). Oggi l’obesità è la forma più diffusa di malnutrizione: significa che si rischia di più la vita mangiando troppo che mangiando poco. Le persone sovrappeso sono il 43% del totale.
L’obesità cresce più velocemente in luoghi all’apparenza non sospetti: nel Nord Africa, in Medio Oriente e in Sud America. E nei Paesi più ricchi si diffonde tra la popolazione a basso reddito. Povertà e obesità vanno a braccetto. Per decenni abbiamo collegato l’obesità all’abbondanza e all’opulenza, oggi dobbiamo capire che molto spesso ha a che fare con la scarsa qualità del cibo.
Ultimo punto del ragionamento: in questi giorni è uscito il più grande studio mai realizzato sugli effetti deli cibo ultra-processato sulla salute. Sapevamo che faceva male, a noi e all’ambiente, ma non sapevamo fino a che punto. L’analisi spiega che il cibo ultra-processato ha almeno 32 effetti negativi, tra cui un rischio più elevato di malattie cardiache, cancro, diabete di tipo 2, problemi di salute mentale e morte prematura.
Lo studio è pieno di dati e numeri (si basa su tre anni di studio con un campione di 10 milioni di persone), ed è uscito in combinazione con un editoriale dal titolo “Ragioni per evitare il cibo ultra-processato”. Si legge: «Gli ingredienti di bassa qualità vengono manipolati grazie alla chimica per renderli più saporiti, usando aromi, coloranti, emulsionanti, addensanti e altri additivi».
E poi:
«È giunto il momento che le agenzie delle Nazioni Unite, con gli Stati membri, sviluppino e attuino una convenzione quadro sugli alimenti ultra trasformati analoga a quella sul tabacco».
Non possiamo vietare il cibo ultra-processato, ma possiamo far sapere a tutti quanto male fa. Ripeto una cosa che avevo scritto ormai tanto tempo fa: mangiare è un atto politico.
Sezione dal titolo assurdo, se l’è inventata Federica e la cura lei. Pillole di green tech: app, strumenti, siti, calcolatori per fare i sapientoni all’aperitivo o migliorare la nostra vita.
Explore.org
Un sito di webcam dedicate alla natura: l’aurora boreale o i girasoli, ma anche una riserva di lupi, un centro per panda e una tv di bradipi. Se al lavoro avete un secondo schermo, usatelo così.
Una sezione dedicata alla comunità, condividiamo le nostre storie.
Ogni azione è un privilegio e una responsabilità
Valentina Delconte ci ha scritto: «La realizzazione prima di tutto, poi la decisione di importarmene di ciò che sta accadendo - con testa e cuore. Ho iniziato a seguire gli sviluppi e i messaggi lanciati dalla scienza grazie al mio percorso di studi, ma con il tempo questo interesse si è trasformato in una connessione con i miei coetanei e conoscenze. Dall’interessarmi, sono passata quasi inconsapevolmente ad attivarmi – parlandone, discutendone ed fondando un gruppo locale a Trieste che si propone di condividere informazioni e idee sul come essere appunto più consapevoli delle nostre scelte nel quotidiano. Ogni azione è politica e il nostro privilegio è anche la nostra responsabilità». Il gruppo di cui parla è Trieste senza sprechi.
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Cosa ci è piaciuto questa settimana: articoli, podcast, video, libri.
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Sempre dalla mitica newsletter
Forse oggi potevamo pubblicare solo questa foto e avremmo fatto la puntata. Un leone marino a Los Islotes, in Messico. La foto ha vinto il Nature photography contest. Qui le altre.
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Da febbraio 2024 Federica De Lillis collabora con me. Giornalista romana, ora vive a Milano e lavora per Sky Tg24. I suoi focus: nuove generazioni, diritti e digitale.
La comunità de Il colore verde ha un bosco di 250 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia qui. Se vuoi adottare un albero anche tu da ZeroCO₂, usa il codice ILCOLOREVERDE per uno sconto del 30%.
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Menomale che non ha detto le brioches!!