Plastic Free: la onlus dei cacciatori di plastica
🌍 Il colore verde #42. Lorenzo Zitignani racconta la missione di Plastic Free: raccogliere 2 milioni di chili di plastica dispersa nell'ambiente
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Giugno 2019. Lorenzo Zitignani, classe 1987, è in vacanza a Lampedusa con la sua compagna e gli amici. Come ogni volta che si trova in spiaggia sta facendo una cosa insolita, ma per lui naturale: raccoglie l’immondizia prima di godersi la giornata. «È un’abitudine che ho da sempre. Fin da quando ero piccolo e lo facevo con mozziconi e cartacce intorno agli ombrelloni del mio paese, Marina di Ravenna».
Quel giorno le calette dell’isola siciliana sono più sporche del solito. «Mentre sono alle prese con la plastica che galleggia in acqua, mi accorgo di aver finito i sacchetti. Lì vicino c’è una barca, chiedo a loro. Si affaccia una donna: si presenta, è una giornalista di Report. Ci fa delle foto, si interessa alle nostre piccole missioni e ci invita a pranzo sulla barca».
Così Lorenzo capisce che la sua abitudine può essere una causa più grande. Su Facebook, quasi casualmente, conosce un’altra persona che si batte contro rifiuti e plastica. Si tratta di Luca De Gaetano, imprenditore, esperto di comunicazione e marketing. Le persone giuste, al momento giusto. Un mese dopo, nel luglio 2019, nasce Plastic Free, una onlus che ora conta 2000 associati, quasi 500 referenti territoriali e un seguito enorme su internet. Lorenzo è il direttore delle operazioni. De Gaetani il presidente.
Un’unica missione: raccogliere ed eliminare la plastica da strade e spiagge, prima che si disperda in acqua. Attraverso eventi di raccolta, dove partecipano decine – a volte centinaia – di persone; ma anche incontri nelle scuole e protocolli d’intesa con comuni e aziende.
Plastic Free fin da subito strizza forte l’occhio alla viralità social: online ci sono le immagini degli eventi con tanto di magliette coordinate per i volontari (qui l’account Instagram). Un’identità e un obbiettivo ben chiari: «sensibilizzare e coinvolgere sempre più persone».
Così gli eventi di Plastic Free si moltiplicano in ogni lido e città. Il calendario è online: questo weekend si ritroveranno in almeno 8 luoghi, da Olbia a Fasano, in Puglia. Chiunque può partecipare, ed eventualmente diventare socio. Ma anche chi ha già in mente un luogo da ripulire può chiedere supporto per l’iniziativa ai referenti regionali. «L’obiettivo è semplificare la parte burocratica: autorizzazioni del comune, assicurazioni, corretto smaltimento dei rifiuti».
Dal lancio dell’associazione, Plastic Free dichiara di aver raccolto 211.425 chili di plastica (termine di paragone: il peso di 35 elefanti), ma l’obbiettivo 2021 è molto più alto: arrivare a 2 milioni di chili, allargando la rete anche all’estero.
Una cifra forse irraggiungibile, ma certo la materia prima non manca: nei mari sono disperse almeno 150 milioni di tonnellate di plastica. «È come se un camion della spazzatura pieno venisse svuotato in acqua ogni minuto», sintetizza Lorenzo.
Il problema non è solo ambientale. Perché i frammenti della plastica sono ormai ovunque, persino nella placenta umana. Non solo: una persona ingerisce in media 5 grammi di microplastica a settimana. È il peso di una carta di credito. Ecco l’American Express da tanti così bramata.
E la raccolta differenziata non basta. In Italia solo il 30% della plastica raccolta può essere riciclata. Molti rifiuti finiscono in discarica, e ancora troppi vengono dispersi nell’ambiente. «Ecco perché vorremmo che Plastic Free diventasse qualcosa più di un’associazione. Un movimento capace di fermare questa enorme emorragia all’origine».
Lorenzo non è l’ambientalista da stereotipo. È laureato in legge, ha partecipato all’organizzazione di eventi sportivi, ha il pallino per l’imprenditoria e ora lavora per Technogym. Vive a Bologna e ha una figlia di 8 anni, a cui ha già tramandato la passione: «quando arriva in spiaggia tutta felice mi dice “Papà, raccogliamo la plastica!”. Per lei è un gioco».
Allora per l’ultima domanda ritorno a Lampedusa. Come fa un trentenne in vacanza a convincersi e convincere tutta la compagnia a pulire la spiaggia? «Sai, in quei giorni abbiamo assistito al ritrovamento di una carcassa di tartaruga: nel suo corpo erano presenti 18 chili di plastica. 18 chili. Sono notizie che senti e leggi ogni giorno, ma visto dal vivo è diverso. Una cosa così ti fa capire che non si scherza più».
«Non si scherza più», ripete con l’accento caldo e grave della sua terra.
Tre segnalazioni di lettura/visione:
“Effetto Greta Thunberg”: l’influenza della svedese sui giovani studiata dagli scienziati. Stella Levantesi su Wired.
“Siamo tutti un po’ vegani” l’articolo definitivo e non banale sul tema – tra moda, scelte profonde, e qualche consiglio utile. Martina Forti su Internazionale.
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