La città che ha imparato a rallentare
🌍 Il colore verde #230 Bologna festeggia un anno del limite 30 km/h, nessun pedone morto e meno inquinamento. Carlo Ratti ci spiega come estendere l'iniziativa
Buongiorno buongiorno!
A Torino stiamo bene. Lunedì finisce il mio congedo parentale, e torno in redazione. Io sono disperato, ma ho l’impressione che Clémentine sarà ben felice di non sentirmi più cantare — stonatissimo — gli 883 per farla addormentare. (Vitalia pure, perché sono davvero l’essere vivente più stonato dell’emisfero nord, minimo).
Parto subito: oggi un po’ di notizie veloci e poi un focus su Bologna.
🔥 Los Angeles non è ancora al sicuro
Dopo 10 giorni, gli incendi di Los Angeles non sono ancora spenti. La situazione però è migliorata rispetto ai giorni scorsi, e le fiamme si concentrano in aree a minore densità abitativa.
Nei quartieri o nelle proprietà sopravvissute alle fiamme ci sono ancora rischi, come il rischio di frane dovute alla destabilizzazione dei terreni collinari. L’aria ovviamente è molto inquinata, l’acqua dei rubinetti può risultare contaminata. I morti sono saliti a 27. Ancora 170.000 persone non possono rientrare nelle loro abitazioni. La prossima settimana i venti dovrebbero tornare a crescere, quindi ci si prepara a una possibile nuova emergenza.
RAPPORTO CAMBIAMENTO CLIMATICO — INCENDI
Ne ho scritto mercoledì (se avete perso la puntata è qui), ma torno sul tema. Lo scorso ottobre su Nature Climate Change è uscito uno studio internazionale che dimostrava che le aree bruciate si estendono all’intensificarsi del climate change. All’attuale surriscaldamento globale corrisponde circa il 18% di superficie bruciata in più. Ogni anno l’area media sale dello 0,22%. Australia centrale, California e Siberia sono le zone che hanno visto incremento maggiore.
→ Sul NY Times: “Sono uno scienziato del clima, per questo ho abbandonato Los Angeles due anni fa”
♻️ Le rinnovabili crescono in Italia: 41% del fabbisogno nel 2024
L’anno scorso in Italia il 41,2% del fabbisogno elettrico nazionale è stato coperto da fonti rinnovabili, il dato più alto di sempre (sottolineo: fabbisogno elettrico). Lo rende noto il consueto bilancio di Terna. La potenza installata delle rinnovabili è aumentata del 29% rispetto al 2023.
Chi sale? Idroelettrico +30,4% (se vi ricordate, nel 2023 si era registrato un netto calo a causa della siccità), fotovoltaico +19,3%. Chi scende? Eolico -5,6% e geotermia -0,8%. La produzione da fonti fossili è diminuita del 6,2%.
🪖 I rischi globali maggiori oggi? Guerre e clima
Nella scala delle principali minacce globali, dove mettereste il cambiamento climatico? 900 esperti scelti dal World Economic Forum (che si riunisce a Davos nei prossimi giorni) hanno redatto il Global Risks Report, un’analisi dei principali rischi che l’umanità corre. Nell’edizione 2025 la guerra è al primo posto, minaccia principale nel breve periodo, gli eventi meteo estremi al secondo, vero rischio per i prossimi 5-10 anni. Al settimo posto il collasso degli ecosistemi.
Vedere la “classifica” completa fa un po’ paura, sembra un girone infernale degno di Dante. Sconsigliato a chi soffre di ansia da futuro.
🧊 Un ghiaccio vecchio 1,2 milioni di anni per studiare l’atmosfera del passato
Avete presente quel grafico che mostra la concentrazione di CO₂ nell’atmosfera degli ultimi 800.000 anni? Era stato realizzato nel 2005 studiando le molecole d’aria intrappolate nel ghiaccio dell’Antartide, grazie a carotaggi che hanno estratto ghiaccio profondissimo.
Ora i ricercatori sono andati ancora più in profondità. Il progetto Beyond EPICA ha estratto dalla calotta antartica un campione di ghiaccio vecchio di 1,2 milioni di anni — scavando fino a 2.800 metri di profondità. Questa impresa fornirà dati preziosi sul clima del passato, risalenti a un periodo in cui vivevano gli Homo erectus.
🚘 Decessi dimezzati e nessun pedone ucciso: un anno di Bologna Città 30
Diceva Stendhal, lo scrittore francese innamorato dell’arte e dell’Italia, che «i bolognesi sono pieni di fuoco, di passione, di generosità e tavolta d’imprudenza». Se fosse ancora vivo, oggi sull’imprudenza di dovrebbe ricredere.
Perché il primo anno di sperimentazione del limite di velocità di 30 km/h nelle strade urbane di Bologna si è concluso con ottimi risultati: decessi dimezzati, nessun pedone ucciso e un calo significativo degli incidenti stradali. I dati del primo anno di “Bologna Città 30” sono stati appena pubblicati, proviamo a fare i conti a una delle iniziative che hanno polarizzato maggiormente l’opinione pubblica.
Cos’è Bologna Città 30?
Dal 16 gennaio 2024, Bologna ha adottato il limite di velocità di 30 km/h su gran parte delle strade urbane, con alcune eccezioni per arterie a maggiore scorrimento. Si tratta della prima grande città italiana, anche se Olbia è stata la primissima a vantarsi del titolo di “slow city”, già dal 2021.
I lavori per implementare il piano a Bologna, approvato a giugno 2023, hanno incluso l’installazione di nuova segnaletica e ordinanze dedicate, infrastrutture e ciclabili: costo 27 milioni di euro del Pnrr.
I risultati
Per la prima volta dal 1991, non è stato registrato alcun decesso tra i pedoni, un dato che rappresenta un traguardo storico per la città. Voi direte… ma nel 1990 non è morto nessuno? In realtà il dato non veniva preso a fini statistici, quindi la serie parte proprio dal 1991. L’Associazione italiana familiari vittime della strada ha commentato così i dati: «Quello zero nella casella dei pedoni deceduti ci dà grande soddisfazione e speranza».
Considerate che, mediamente, a 30 km/h la probabilità di morte per un pedone investito è del 10%, contro l’80% a 50 km/h.
Gli altri dati di Bologna:
Le critiche e la politica
A novembre Bologna ha vinto il premio “Premio europeo per la sicurezza stradale”. Ma in questi 12 mesi sono arrivate diverse critiche da parte di giornali, politici e cittadinanza: c’è chi sostiene che i tanti cantieri presenti in città siano la vera causa del rallentamento delle auto (è quindi quasi impossibile andare più veloce di 30 km/h).
Secondo i risultati di un recente questionario de Il Resto del Carlino, giornale della città, il 75% dei lettori è contrario alla misura, il 23% favorevole, il 2% non ha un’opinione.
La misura è fortemente criticata dai partiti dell’opposizione in Comune, quindi la destra e il centro destra, che ha organizzato banchetti di raccolta firme; e dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini.
Benefici ambientali
L’effetto della zona 30 si riflette però anche sulla qualità dell’aria. Nel 2024, i livelli di biossido di azoto (NO₂), legati principalmente al traffico urbano, sono scesi del 29,3% rispetto alla media 2022-2023. Questo risultato rappresenta il miglior dato degli ultimi dieci anni.
Gli esempi europei
“Nessuna delle città europee che ha imposto il limite di 30 km/h si è pentita”, si legge in un articolo pubblicato su European Data Journalism. Gli esempi sono tantissimi: Londra, Lille, Madrid, Parigi, Lione, Grenoble, Helsinki, Valencia, Bilbao, Bruxelles. A Graz, Austria, il limite c’è dal 1992.
Un recente studio dell’Università Tecnica Nazionale di Atene ha analizzato l’efficacia del limite in 40 città europee. In media -37% di decessi per incidenti stradali; -23% degli incidenti. Persino -11% consumo carburante, un dato importante visto che spesso chi critica l’iniziativa sostiene che si inquini di più a basse velocità.
I prossimi passi, secondo Carlo Ratti
Le città 30 crescono in tutta Europa, ma fanno fatica ad arrivare in Italia. Milano ha da poco introdotto limiti da 30 km/h in un centinaio di strade. Ma altrove le divisioni politiche sono ancora tante e il governo nazionale, come detto, non ama l’iniziativa.
Come si può trovare una soluzione che accontenti tutti? In autunno ho lavorato a un approfondimento per Green&Blue e ho potuto fare delle domanda a Carlo Ratti, architetto torinese direttore Senseable City Lab del MIT di Boston. Da anni studia il futuro sostenibile delle città e ha studiato a lungo i dati di Bologna e delle altre città 30. Mi ha spiegato che ci sono altre due variabili da considerare.
La prima: «Le zone 30 possono avere un effetto rivitalizzante sui quartieri, come abbiamo riscontrato studiando Parigi: +44% di attività “umana” e quindi movimento, commercio e opportunità economiche».
La seconda: «Si può ripensare il concetto di limite a 360°. Negli ultimi decenni, le automobili sono diventate computer su ruote, con migliaia di sensori. Questi dati ci possono aiutare a rispondere a tre grandi domande. Dove esattamente dobbiamo ridurre la velocità? Dove possiamo, al contrario, aumentare i limiti per smaltire i flussi? E come fissare nuovi parametri in funzione della riduzione delle emissioni?».
🔗 SUL WEB
— La nuova lotta di classe sulle piste da sci
— La crisi climatica renderà impraticabile il tennis all’aperto?
— Algocrazia: le intelligenze artificiali possono rimpiazzare i politici?
📖 DA LEGGERE
— Alfabeto per un pianeta da salvare di Elizabeth Kolbert (Neri Pozza)
Un libro fatto a “dizionario illustrato” della crisi ambientale. 26 mini-saggi per capirci meglio e unire i puntini.
🎒 DA FARE
— Ma sapete che esiste un sito per organizzare tour in bicicletta in giro per l’Italia e l’Europa? Si chiama BikeSquare, italianissimo, offre guide, percorsi e e-bike a noleggio.
Uno scoiattolo che sembra incastrato in un albero (o forse lo è davvero!). La foto è di Mirko Marchetti, vincitore del Comedy Wildlife Photography organizzato da Nikon. Il momento è stato immortalato nel parco Podere Pantaleone di Bagnacavallo, Ravenna.
→ Tutte le altre immagini premiate qui.
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