Augustin, l'inventore del motore solare (163 anni fa)
🌍 Il colore verde #160: Augustin Mouchot nel 1860 sperimenta i primi macchinari alimentati dai raggi solari. Ma finisce annientato dall'industria del carbone
Ciao!! La settimana scorsa dicevo che oggi la newsletter non ci sarebbe stata. Poi mi sono sentito in colpa e allora eccomi qui. Le notizie le trovi a fondo mail, ma prima voglio raccontarti una storia incredibile, matta e attualissima – nonostante sia di metà Ottocento. Una storia di pionieri come piace a noi.
Se ti sei iscritto o iscritta di recente a Il colore verde devi sapere che spesso racconto storie di attivisti, scienziate, inventori del passato che hanno costruito le fondamenta dell’ambientalismo. Sul tema ho fatto due podcast, Climateers e Cambiamenti, di cui vado orgogliosissimo. Bene, oggi ti presento Augustin Mouchot.
☀️ L’inventore dimenticato del motore a energia solare
La prima volta che un essere umano ha intuito il principio del cambiamento climatico causato dall’uomo? 1856 (Eunice Newton Foote).
E la prima volta che abbiamo ipotizzato di produrre energia con i raggi del sole? 1860, grazie alle invenzioni di un francese matto e visionario, Augustin Mouchot. Un nome sconosciuto ormai, ma che all’epoca era tra i più noti alla corte di Napoleone III. Ecco l’unica immagine che abbiamo di lui:
Mouchot nasce il 7 aprile 1825. Si racconta che la madre lo partorisce nell’officina di famiglia tra bulloni e grasso. Effettivamente di ferraglia Augustin si circonderà tutta la vita. Ma anche di libri.
Studia fin da giovanissimo matematica, insegna nelle scuole, si specializza in scienze fisiche e a trent’anni comprende la sua missione: studiare i raggi solari e capire come poterli utilizzare. È l’epoca del vapore, delle macchine di Watt, delle pile di Volta, ma anche dell’evoluzionismo darwiniano e del pendolo di Foucault. La rivoluzione industriale sta cambiando il mondo, e la scienza si gode la sua straordinaria luna di miele con il progresso tecnologico.
Anni d’oro per chiunque voglia inventare o arricchirsi, ma anche decenni grigi. Grigi scuro come il carbone che alimenta i motori a vapore: fabbriche, treni, barche. Augustin ha una paura assoluta: che il carbone francese finisca e che tutte le miniere si esauriscano.
Per questo punta sul sole. Si convince che possa esistere una macchina capace di convertire tutto quel calore in energia. Il principio che vuole applicare è lo stesso della macchina a vapore: riuscire a scaldare a sufficienza un serbatoio (il primo era in vetro), così che l’acqua va in ebollizione fino a trasformarsi in gas e muovere una turbina. I suoi primi esperimenti sembrano alchimia agli occhi dei suoi contemporanei, ma oggi capiamo quanto siano attuali.
Augustin Mouchot è il padre spirituale del fotovoltaico, oggi così prezioso per la transizione energetica. Mouchot inizia a lavorarci nel 1860, ottenendo i fondi pubblici per farlo a tempo pieno. Il gotha della scienza parigina capisce le ambizioni del giovane. Nel 1866 si presenta davanti a Napoleone III con il primo “collettore parabolico solare”.
Il progetto però funziona, funziona davvero. È efficiente e competitivo. Gli investimenti pubblici continuano a piovere, tanto che nel 1869 espone a Parigi il più grande motore a vapore solare mai realizzato. Basta vedere le illustrazioni delle sue opere per capire come Augustin percorresse quella sottile linea umana che separa visionari e folli.
Alla biblioteca di Tours installa un motore che alimenta alcune attività dell’edificio. Nel 1878 il colpo di teatro: per l’Esposizione universale di Parigi riesce a produrre ghiaccio con l’uso dell’energia solare.
Scrive:
Non si deve credere, nonostante il silenzio degli scritti moderni, che l'idea di utilizzare il calore solare per le operazioni meccaniche sia recente. Al contrario, si deve riconoscere che questa idea è molto antica e il suo lento sviluppo attraverso i secoli ha dato vita a vari dispositivi curiosi.
Nel 1882 uno dei suoi macchinari viene costruito nel giardino delle Tuileries, che si trova tra il Louvre e place de la Concorde, e serve ad alimentare la tipografia di un giornale. Il vapore generato è tale da permettere di stampare 500 copie di giornale all’ora.
Ma questa non è una storia di innovazione e virtù, o almeno non solo. Altrimenti starebbe sui sussidiari. È anche una storia di fallimenti e miopie. Perché le creazioni di Mouchot vengono giudicate troppo costose. Entra in vigore un accordo di pace e di commercio tra Parigi e Londra, il Trattato Cobden-Chevalier e il prezzo del carbone crolla. Non c’è più interesse per il sole e l’homo sapiens torna a guardare verso il basso, dentro la terra invece che proiettarsi in cielo.
Mouchot viene dimenticato, le sue gesta sbiadiscono, muore semi-sconosciuto nel 1912, dopo aver abbandonato la vita da inventore e ripreso a insegnare. Nel frattempo, in questi secoli carbone, petrolio e gas diventano l’oro velenoso del Pianeta e ci costringono a pagare il prezzo della nostra scarsa attenzione all’ambiente. Mouchot ci aveva dato la risposta 150 anni fa. Noi però non abbiamo ascoltato. Perché l’uomo è così, per qualche strana ragione crede ancora che uno sporco affare sia sempre più importante di una bella idea.
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PS. Su Augustin Mouchot è appena uscito un bellissimo libro, un romanzo che riempie i puntini della sua vita. Si chiama L’inventore di Miguel Bonnefoy, edito da 66thand2nd (144 pagine, 16 euro, tradotto Francesca Bononi).
📰 Notizie, letture, sguardi
Beh, ma cosa diavolo è successo in America con il fumo degli incendi? Qualche spiegazione qui.
Gli incendi sono la nostra nuova realtà ai tempi del climate change (Guardian)
Questa settimana su La Stampa abbiamo occupato un sacco di pagine per dedicarle all’ambiente. Ti segnalo alcuni articoli da salvare:
I limiti del Pianeta (un riassuntone di tutti i drammi ecologici)
Come è ferito il mare (un mio dossier sullo stato di salute degli oceani)
Sette anni per salvare il Pianeta Oceano (commento di Mariasole Bianco, presidentessa di Worldrise)
A che punto sono i lavori per il trattato sulla plastica (Il Post)
→ Il commento: Lo sconfortante negoziato Onu di Parigi sulla plastica e le illusioni del riciclo (Linkiesta)
Com’è la situazione sulla Marmolada, a quasi un anno dalla tragedia (Il Post)
L’incalcolabile impatto ambientale della distruzione della diga di Kakhovka (Linkiesta)
450 chilometri a nuoto contro l’inquinamento del fast fashion in Ghana: l’incredibile viaggio di Yvette Tetteh (la storia in italiano su Ohga, il racconto in prima persona qui)
Bellissimo post sulle emozioni negative legate all’ambiente e al clima di Edizioni Erikson:
Ti ricordi che la prossima Cop sarà presieduta da quel marrazzone di Al Jaber, già a capo di una compagnia petrolifera degli Emirati Arabi (ne avevo parlato qui). Beh si è scoperto che dall’azienda fino a pochi giorni fa avevano la possibilità di leggere tutte le email legate alla Conferenza, con non pochi conflitti d’interesse. (Guardian)
Piccola buona notizia: L’Overshoot Day 2023 sarà il 2 agosto, abbiamo guadagnato 5 giorni (Lifegate)
📸 La mia foto preferita
Quando ho visto questa foto ho riso da solo. Poi ho scoperto la storia e mi si è spezzato il cuore. Una giovane alce di sole due settimane fotografata in un centro riabilitativo della fauna selvatica di Mikolow, in Polonia. A quanto pare la madre l’ha abbandonata perché il suo manto è tutto bianco, una colorazione piuttosto insolita per le alci 💔.
Allora buona vita Karolcia (questo è il nome che è stato dato all’alce), se ti senti sola ti accogliamo noi.
💚 Grazie!
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La comunità de Il colore verde ha un bosco di 250 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia e i suoi dati qui. Se vuoi adottare un albero anche tu da ZeroCO₂, usa il codice ILCOLOREVERDE per uno sconto del 30%.
Tengo il corso “Progettare una newsletter” per la Scuola Holden. Il nuovo ciclo di lezioni è iniziato il 6 giugno, ma ci si può ancora aggregare: 5 incontri serali, una a settimana, online. Con il codice SALONE hai lo sconto del 20%. Segnalo anche il corso “Cronache dal Pianeta Terra”, che farò quest’estate per Scuola Holden e Fronte del Borgo. È pensato per docenti (dal 28 giugno, 8 lezioni).
Ho curato anche tre podcast: Climateers (2021, Pillow talk), Cambiamenti (2022, Emons record), e Verde speranza (Onepodcast/La Stampa).
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