L’ambientalismo della passione
🌍 Il colore verde #187 Caldo caldissimo Natale. Ci aspetta un 2024 di temperature record, ma noi abbiamo una sfida: trovare nuove idee a cui aggrapparsi
Ciao e buone feste!
Se vuoi creare scompiglio, fai un gioco nei prossimi giorni: mostra questa foto dell’Italia vista dal satellite e chiedi in che stagione sia stata scattata.
Risposta: sembra primavera, invece è dell’altro giorno, il 18 dicembre. Tocca cambiare la celebre canzone: non più “Bianco Natale” ma caldo, caldissimo Natale. Temperature primaverili in tutta Italia, un anticiclone da paura, vento fortissimo e caldo in tante città del Nord.
Dimmi tu se non è cambiamento climatico.
La neve è sparita dalle nostre montagne: -44% rispetto la media decennale dicono i dati della Fondazione Cima. Lo zero termico sopra i 3000 metri. Si salva solo la Valle d’Aosta, che fortunatamente a novembre ha accumulato belle nevicate.
Scusa per le brutte notizie. Fine del prologo.
💚 L’ambientalismo della passione
Buon proposito per il 2024? Trovare nuove idee a cui aggrapparsi. Idee per resistere, per progettare il futuro.
Cosa ho imparato quest’anno? Che il mondo cambia proprio come ci si addormenta o ci si innamora: un po’ alla volta e poi all’improvviso. A volte si deve fare una gran fatica, a volte bisogna solo lasciarsi trasportare.
Di recente mi sono ritrovato a riflettere ancora una volta sulla storia dell’ambientalismo, un tema che mi interessa molto (credo di essere l’unico, lo so).
Leggevo la tesi di una giornalista (Federica De Lillis, che si è laureata nel Master di Giornalismo della Luiss, dove insegno) dedicata all’ambientalismo fatto sui social. “Dalle piazze alle piattaforme” scrive lei, raccontando degli attivisti e le attiviste che si organizzano online, e dei tantissimi movimenti dal basso che in Europa, in Nord America e nell’America latina generano cambiamento. (Sul sito di Sky Tg24 un assaggio).
E quindi mi chiedevo: come si è evoluto il pensiero ambientalista negli ultimi 250 anni? Io riconosco questi grandi momenti, partendo da lontano: l’ambientalismo come hobby filosofico, spirituale ottocentesco. Un esempio su tutti Henry David Thoreau e il suo Walden, il citatissimo libro di “Andai nei boschi perché volevo vivere deliberatamente” (ci ho fatto un podcast). Con il Novecento arrivano l’ambientalismo scientifico, grazie alle tantissime ricerche e gli studi e le scoperte; e poi l’ambientalismo politico, quello delle proteste degli Anni ‘60 contro il nucleare, la chimica, i danni ecologici. Con Greta Thunberg e i Fridays for future nasce l’ambientalismo della partecipazione, ascoltato, visibile, decisivo.
E oggi – dopo la pandemia – cos’è l’ambientalismo? Le tante anime storiche si sono unite, ma il dna è mutato. Il verde è nella vita quotidiana. Gli attivisti sono figure nuove, più radicali ma anche più coinvolgenti. Il tema sta percolando nelle narrazioni, nei film, nelle serie tv. Ci sono eco-influencer che raccontano la crisi climatica mentre si truccano.
Diamo un nome: l’ambientalismo della passione. Il cambiamento climatico e la questione ecologica non sono più una questione tecnico-scientifica, non più una questione di rabbia o di rappresentazione politica, no, sono qualcosa che è dentro di noi. È per questo che parliamo sempre di più e in modi così diversi di ambiente. Dalla cameretta al Parlamento, dal Nord globale al Sud. Condizioni opposte, ma racconti simili: ritrovare una connessione con la terra e progettare modi per difenderla.
Ambientalisti al fronte, ambientalisti all’aperitivo. Tout se tient. Un ambientalismo totale iperconesso.
Chiudo l’anno con questo scatto della fotografa Siân Davey:
Durante la pandemia lei e suo figlio hanno deciso di rendere più selvaggio e ricco di biodiversità il terreno vicino a casa loro. Hanno lasciato crescere la natura in libertà, seminando in alcuni punti delle specie autoctone che negli ultimi decenni erano state rimosse. Davey ha ambientato un progetto fotografico in mezzo a questi colori: a space rooted in love, uno spazio radicato nell’amore.
Nel 2024 mettiamoci passione. E facciamo crescere tutto.
(Dopo anni di sabati consecutivi mi regalo due settimane di pausa, ci risentiamo il 13 gennaio).
📸 LA MIA FOTO PREFERITA
Potevamo lasciarci senza fotina di animaletti? Assolutamente no. In Indonesia è nato è un nuovo cucciolo di rinoceronte di Sumatra: è il secondo dell’anno, una notizia bellissima visto che la specie è a forte rischio estinzione, rimangono meno di cinquanta esemplari. Ciao baby rhino, vivi felice!
💚 GRAZIE!
Se sei qui, vuol dire che Il colore verde ti piace davvero e ti è utile: grazie per supportare questa newsletter. Il colore verde è nata nel 2020 e la curo io, Nicolas Lozito, friulano, 32 anni. Sono un giornalista e lavoro a La Stampa. Nel 2021 la newsletter ha vinto un premio, assegnato dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici e Radio 3 Scienza.
La comunità de Il colore verde ha un bosco di 250 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia e i suoi dati qui. Se vuoi adottare un albero anche tu da ZeroCO₂, usa il codice ILCOLOREVERDE per uno sconto del 30%.
Insegno alla Scuola Holden di Torino e al Master di giornalismo della Luiss di Roma. Tengo anche dei corsi aperti, come “Progettare una newsletter” per Holden Pro.
Ho curato anche quattro podcast: Climateers (2021, Pillow talk), Cambiamenti (2022, Emons record), Verde speranza (Onepodcast/La Stampa) e Moltitudini (Laterza, 2023).
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