🌍 Il pollice di Joe Biden
Il colore verde #29 | Visualizza nel browser | Iscriviti
Il pollice di Joe Biden
In questi anni Donald Trump ne ha combinate di tutti i colori, eccetto il verde. Ha cambiato o tolto almeno 99 regole o leggi federali a favore dell’ambiente. Ha detto le più incredibili fesserie, minimizzando il cambiamento climatico (tra cui: «è un’invenzione della Cina per rallentare la nostra economia» – la stessa cosa che dice ora del virus). Ha promesso che il giorno dopo le elezioni, a prescindere dall’esito, farà uscire gli USA dagli importanti accordi internazionali di Parigi per limitare le emissioni globali.
Trump difende l’economia e la cultura basata sul petrolio. Fosse rieletto, salvare il mondo dal caos climatico «sarebbe fisicamente impossibile», come ha detto il professor Michael Gerrard della Columbia University di New York.
Tutti d’accordo. Ma Joe Biden? Quanto verde è?
Partiamo da qui: Barack Obama, precedente di Trump, in 8 anni di presidenza non ha fatto nulla di significativo per il clima. E Joe Biden, che è stato suo vice, fino a quest’estate non brillava per le sue posizioni sul tema. Le strategie per l’ambiente che aveva presentato durante le primarie erano state giudicate dal Sunrise Movement le più “insufficienti” tra quelle dei candidati democratici.
Poi, quasi dal nulla, a luglio ha annunciato un enorme “Climate plan”: 2 mila miliardi di dollari per portare gli Stati Uniti ad avere emissioni nette zero entro il 2050, e rendere il settore energetico libero da fonti fossili entro il 2035. Con leggi, incentivi e finanziamenti da firmare già «il primo giorno in carica».
Il “climate plan” – di portata senza eguali tra i grandi Paesi del mondo – se messo in pratica alla lettera, comporterebbe una riconversione energetica rapidissima, perché al momento l’80% dell’energia è generata da fonti fossili, come carbone, gas e petrolio. Ribaltando l’equazione Biden vuole creare un Paese più sano, milioni di posti di lavoro, e una conseguente prosperità.
In questo, Biden ha raccolto il testimone della sinistra di Bernie Sanders e Elizabeth Warren facendo della lotta per il clima anche una battaglia di giustizia sociale. Negli Stati Uniti l’aumento di ondate di calore colpisce soprattutto i quartieri della comunità nera e ispanica; la popolazione a basso reddito è invece la più danneggiata dall’inquinamento atmosferico.
C’è spazio anche per la difesa della biodiversità. Ha detto di voler piantare alberi e aumentare i terreni e i bacini fluviali protetti dallo Stato: dall’attuale 12% di terra e 26% di acqua, al 30% per entrambe le zone (proposta giudica “difficile da attuare nella pratica”).
A livello internazionale, il candidato democratico sente un dovere globale: ha promesso di rientrare negli Accordi di Parigi appena possibile, e vuole guidare ogni altro Paese ancora indietro con le politiche ambientali.
La strada per l’inferno climatico, però, è lastricata di buoni propositi.
Biden li manterrà? Questa è la vera domanda che preoccupa gli ambientalisti. Vero, il clima ha trovato declinazione economico-sociale che interessa finalmente anche le grandi aziende e la finanza. Le tecnologie delle energie rinnovabili hanno raggiunto prezzi competitivi, a volte inferiori alle fonti fossili. Ma il Covid ha sconvolto le priorità, e la politica è ferma ai vecchi schemi. Il Congresso potrebbe rimanere a maggioranza repubblicana, e ostacolare ogni mossa.
Oppure Biden può schiantarsi a sinistra, dove radicali e moderati potrebbero non trovare compromessi, perché c’è ancora chi non vuole sentire parlare di rinnovabili. I sindacati, per esempio, che difendono i milioni di lavoratori del settore delle fonti fossili, già in difficoltà da anni (). Perché dovrebbero accettare una riconversione energetica che li lascerebbe a casa? Ecco un’altra domanda la cui risposta sarà decisiva.
Concludo con dirti cosa pensano gli elettori americani. Degli intervistati da un sondaggio del Pew Research Center condotto ad agosto, il 42% dice che il cambiamento climatico gioca un “ruolo molto importante” per la loro scelta ai seggi. Tra i soli pro-Biden il dato sale al 68%. Tra i pro-Trump, invece, il clima è all’ultimo posto delle priorità. Un altro sondaggio più recente del New York Times ci rivela qualcosa di più: tra tutte le persone sentite, repubblicani e democratici, ben il 66% è d’accordo sul “Climate plan” di Biden.
Non male, vecchio Joe pollice verde.
Da leggere e vedere (a tema)
• Vuoi approfondire il programma di Biden? In inglese c’è un bel pezzo di Vox e uno di NYtimes.
• La storia del paesino americano Greensburg: 13 anni fa è stato spazzato via da un tornado, ora è stato ricostruito a emissioni zero. Una città iper-sostenibile alimentata dalle pale eoliche (Washington Post).
• Le cose che abbiamo perso nel fuoco. Claudia Durastanti su Internazionale
• Lo spot che “silenzia” Trump sul clima.
• Un po’ di mesi fa ho letto “Papà fammi una promessa”, memoir di Joe Biden sulla malattia e morte del figlio Beau del 2015. Un libro davvero bello che dà l’idea dell’uomo dietro il candidato. C’è un momento straziante che lui cita e che puoi recuperare con un video: Chris Martin, cantante dei Coldplay, che suona Til Kingdom Come.
Ps. Perché siamo qui
Per l'occhio umano, il verde è il colore con più sfumature. Sono molte anche le sfumature di verde quando parliamo di cambiamento climatico e all'ambientalismo. Ecco perché nasce questa newsletter settimanale: per raccontare tutte queste sfaccettature e per passare parola, soprattutto ai giovani.
Se conosci qualcuno a cui piacerebbe questa newsletter, inviagli questo link. Se non mi segui su Instagram, recupera qui.