🌍 Stiamo sbagliando tutto?
Il colore verde #21 | Visualizza nel browser | Iscriviti
Stiamo sbagliando tutto?
Una miniatura dedicata al cambiamento climatico dell'artista olandese Isaac Cordal (qui il suo profilo Instagram)
Eccoci! In questa nuova stagione de Il colore verde sperimento cose nuove: email più brevi e una programma ricco su Instagram, dove ogni giorno pubblico cose diverse. Non mi segui ancora? Clicca qui.
Il cambiamento climatico ha un problema di comunicazione: ce lo stiamo raccontando nella maniera sbagliata. Lo stiamo “vendendo” male. Lo sostiene un esperto di marketing americano, Simon Sinek, uno di quelli che non a caso viene definito guru. E individua due problemi principali.
1. Stiamo sbagliando a misurare i progressi
La guerra si vince quando si conquista il castello. Si fanno 3 punti in classifica se entro 90 minuti si fanno più gol dell’avversario. La curva dei contagi si abbassa se nelle prossime due settimane stiamo più attenti.
Tutti gli obbiettivi umani hanno precisi sistemi per valutare i progressi e ottenere piccole e grandi vittorie: funziona così il nostro cervello. La lotta al cambiamento climatico, invece, se misurata in numeri assoluti, è una sconfitta continua: i numeri andranno sempre peggio, e gli eventuali benefici si vedranno fra decenni, quando molti di noi non ci saranno più.
Faccio l’eroe se c’è la possibilità, anche solo remota, di diventarne uno.
Per appassionare e mettere in moto le persone bisogna quindi puntare al racconto del momentum, ovvero i risultati ravvicinati e relativi. Seguiresti per 20 anni una dieta i cui risultati sono tutti concentrati nell’ultimo mese dell’ultimo anno? No. Ormai quasi tutti conoscono le conseguenze a lungo termine del cambiamento climatico: il nostro obbiettivo però non è la conoscenza, però, ma l’azione. La lotta per il clima deve essere nella lista delle priorità.
2. Stiamo dando i nomi sbagliati ai fenomeni
Pensa al termine “surriscaldamento globale”: funziona benissimo per chi lo capisce. Ma perde di impatto di fronte ai più scettici, i meno informati o i politici furbetti: «come si fa a parlare di surriscaldamento globale, se poi d’estate fa brutto tempo o d’inverno nevica in spiaggia?» (questo titolo di giornale l'avete mai visto?). Confondere meteo e clima è ancora oggi uno degli errori più ricorrenti, che allontana dalla comprensione del fenomeno.
Senek propone un termine più forte, immediato, meno scientifico: cancro climatico. È una questione di vita e di morte. La nostra vita e la nostra morte, non quella del pianeta: se noi ci estinguessimo domani o fra 100 anni, la Terra, le piante e gli animali sopravviverebbero. Quindi il punto non è “salvare il pianeta”, i cui costi sembrano alti e i ritorni minimi, ma “salvare le nostre famiglie”: oggi, ora, subito.
Che ne pensi? Come si possono applicare questi ragionamenti alla tua vita quotidiana, alla tua famiglia e al tuo lavoro?
Pensaci questo weekend e fammi sapere!
Da leggere
• L'articolo più bello che ho letto (bisogna dire "visto"?) quest'anno, c'entra con il colore verde e la politica e devo mostrartelo:
The True Colors of America’s Political Spectrum Are Gray and Green (NY Times)
• Cos’è il “climate despair” e come possiamo combatterlo (Duegradi)
• Le responsabilità umane nella scarsità d'acqua nel mondo (Le Scienze)
• È uscito per Rizzoli a fine agosto un bel libro, Guida indispensabile al cambiamento climatico (qui una mia micro-recensione su Instagram)
Ps. Perché siamo qui
Per l'occhio umano, il verde è il colore con più sfumature. Sono molte anche le sfumature di verde quando parliamo di cambiamento climatico e all'ambientalismo. Ecco perché nasce questa newsletter settimanale: per raccontare tutte queste sfaccettature e per passare parola, soprattutto ai giovani.
Se conosci qualcuno a cui piacerebbe questa newsletter, inviagli questo link.