🌍 Il colore verde: L'arte di unire i puntini
Il colore verde #17 | Visualizza nel browser | Iscriviti
L’arte di unire i puntini
Quando ho visto l’anticipazione del prossimo numero di Time, la prestigiosa rivista settimanale americana, sono impazzito: ho stracciato la bozza di newsletter che vi stavo per mandare e cambiato subito argomento. Time pubblica un numero speciale dedicato al battaglia per il clima: secondo la rivista il 2020 è l’anno decisivo. Non sono titolo e temi ad avermi fatto saltare sulla sedia, ma il disegno della copertina. Ecco perché oggi vi voglio raccontare la storia dietro questa illustrazione e la sua autrice, Jill Pelto, che ha risposto da lontano a qualche mia domanda.
La copertina. Qui per vederla in alta qualità.
Ventisette anni, originaria di Worcester, Massachusetts, lavora a quella che lei chiama “glacocenic art”, dove glacocenic in inglese significa “il processo di formazione dei ghiacciai”. Le sue non sono semplici illustrazioni, ma si basano su uno “scheletro” scientifico. Curve, linee, altezze prendono vita da trend e grafici scientifici. Vi faccio vedere l’animazione dietro la copertina di Time e capirete al volo: «Il disegno si intitola Currents, può sembrare pieno di dati negativi, ma ha anche un suo lato positivo. Voglio dare voce alle nostre paure, ma anche alle nostre speranze», mi dice.
Le linee: grigia, emissioni di CO2 nel mondo; gialla, temperature medie globali; bianca, superficie ghiacciata; verde, consumo energie rinnovabili; blu, livello del mare.
Qui per vedere il video su Instagram.
Jill ha tre lauree: una in scienze della terra, una in arte, una in scienze climatiche. (Io a trent’anni ne ho solo una e venuta pure male). «Vedo la natura come un’opera d’arte» mi racconta. «Amo osservarla e viverla. Ovunque vada devo fare schizzi e acquerelli. Disegno da quando sono bambina, e sono disegni basati sulle mie esperienze: faccio camping, sci, corse, avventure outdoor». Il padre, Mauri Pelto, è il direttore di un centro di ricerca su un importante ghiacciaio dello stato di Washington, il North Cascade, a un passo dal confine con il Canada. È proprio qui che Jill, fin da quando aveva 16 anni, ha iniziato le prime ricerche e approfondimenti.
Il suo percorso cambia drasticamente nel 2015, proprio mentre lavora con il padre al North Cascade Glacier. «È stato un anno terribile: una siccità mai vista prima ha colpito l’area. Vedere da vicino le foreste in fiamme, le riserve d’acqua prosciugarsi, i ghiacciai perdere così tanta neve: il mio primo lavoro con dati e disegni mostra proprio la riduzione del ghiacciaio dal 1980 al 2014, con i valori raccolti da mio padre».
La prima illustrazione con dati di Jill Pelto, dedicata al ghiacciaio su cui ha lavorato per anni seguendo il padre: mostra la decrescita della massa di ghiaccio perenne sul North Cascade, nello Stato di Washington.
Dopo il lavoro sui ghiacciai ha iniziato a guardarsi attorno, per raccontare altre storie, e così sono arrivate pubblicazioni e mostre e collaborazioni con altri ricercatori. «Connettere la scienza con l'arte può toccare un lato più emotivo del pubblico. Può aiutare a raccontare una storia più potente e, forse, persino ispirare azioni concrete: vorrei fare questo in futuro, aiutare altri scienziati a raccontare le loro ricerche».
Jill tiene anche laboratori con bambini e ragazzi per condividere il suo metodo. «La prima cosa che faccio è mostrare un mio disegno e chiedere: vedete i puntini? Vedete il grafico dentro il disegno?». È un approccio complicato, perché a scuola c’è una divisione netta tra materie scientifiche e artistiche. «L’interdisciplinarietà li motiva molto e apre dei cassetti che pensavano di non avere nemmeno».
Dwindling Migration: la veloce decrescita della popolazione di caribou del George's River in Quebec. La vedete la linea?
Arte e scienza, fantasia e dati. Due sfere del cervello che si parlano poco, ma se scatta la scintilla succede una piccola magia: l’umanità comprende di più se stessa davanti all’Uomo vitruviano di Leonardo che di fronte allo specchio; i giovani e vecchi lettori di Tolkien capiscono immediatamente la distinzione tra bene e male guardando la mappa della Terra di Mezzo del Signore degli Anelli; e a noi impallinati di grafici si scalda il cuore davanti a opere come Dear Data, un libro che racconta la corrispondenza colorata e graficizzata di due amiche designer – Giorgia Lupi e Stefanie Posavec –, costrette a vivere lontano.
Habitat Degradation: Ocean Acidification la linea mostra l'acidificazione degli oceani dal 1998 al 2012. L'acidificazione, causata dallo dissoluzione della CO2 atmosferica durante la pioggia, danneggia gravemente gli ecosistemi marini.
I disegni di Jill Pelto mi piacciono tanto perché riesce a descrivere il complesso e complicato rapporto tra noi e la natura, in una maniera dirompente. Pensate al Rinascimento e la proporzione aurea: i grandi artisti replicavano rapporti perfette e dimensioni ideali e ci raccontavano così una bellissima finzione. Oggi, però, abbiamo bisogno dell’esatto opposto: la capacità di vedere e far vedere la nostra impronta, far capire che né noi né la natura possono essere ormai immacolati.
Per concludere chiedo a Jill se il coronavirus le abbia fatto vedere le cose in maniera diversa e se le sue priorità siano cambiate. «Ho capito che dobbiamo continuare a imparare e crescere. Credo che la pandemia abbia avvicinato molte persone ai temi del cambiamento climatico e fatto prendere decisioni a riguardo. Certo, qui negli Stati Uniti è davvero complicato avere un leader come il nostro che respinge ogni tipo di cambiamento postivo. Ma la maggior parte di noi sta lottando per essere dalla parte giusta e non smetterà di farlo proprio ora».
Gulf of Maine Temperature Variability mostra la fluttuazione e l'aumento delle temperature dell'acqua del golfo del Maine degli ultimi 15 anni.
Trovate qui il sito di Jill Pelto, il suo profilo Instagram, il suo negozio su Etsy, un’intervista video. Se volete condividere questa puntata con gli amici, potete inoltrare la mail oppure mandare loro questo link.
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