🌍 Il colore verde: Emissioni negative, una guida pratica
Guida pratica alle emissioni negative
Buon sabato! Anche questa settimana ci sono tanti nuovi arrivati: benvenuti. Alcuni sono arrivati qui senza aver ancora visto l'eBook "Coronavirus e cambiamento climatico", in regalo ai lettori de Il colore verde. Scaricate qui il pdf.
Cattura e sequestro
Giovedì 14 in Italia abbiamo superato l’Overshoot day: il giorno del sovrasfruttamento. Ovvero abbiamo statisticamente consumato tutte le risorse a disposizione della Terra capaci di rigenerarsi. D’ora in poi andiamo a debito. Come molti Paesi sviluppati, l’Italia è in anticipo rispetto alla data mondiale, che sarà verso la fine di luglio. Il dato riassume lo sfruttamento delle risorse animali e vegetali e soprattutto le emissioni di gas serra: da qui in poi ne emettiamo più di quanta ne possa essere assorbita.
Ma c’è modo di ribaltare l’equazione? Se produciamo così tanti gas serra, in particolare CO2, e non riusciamo a smettere, governi e imprese possono usare qualcosa almeno per rimuoverli?
Oggi voglio descrivervi i dieci strumenti per generare emissioni di CO2 negative, o in gergo tecnico Cdr – carbon dioxide removal, rimozione dell’anidride carbonica – e quali sono le loro potenzialità e limiti.
Ma vi avviso: nei prossimi decenni – da soli – non saranno sufficienti. Lo spiega bene l’Ipcc, l’organo dell’Onu dedicato al cambiamento climatico: se vogliamo limitare l’aumento di temperatura entro i +2°C, e auspicabilmente nell’intorno dei +1,5°C, come stabilito dagli accordi di Parigi del 2015, è necessario un percorso di costante e decisa transizione verso fonti di energia rinnovabile che ci porti entro il 2050 a emissioni nette uguali zero. Più questa transizione tarderà, come sta succedendo in questi anni, «più dovremmo affidarci a strumenti per raggiungere emissioni negative» nella seconda metà del secolo.
È come il tiro alla fune: per vincere questa partita non basta tirare più forte, c’è bisogno che qualcuno della squadra avversaria molli il suo lato e venga a tirare dal nostro.
Un grafico elaborato qualche anno fa mostra, la necessità di introdurre nei prossimi decenni strumenti per generare emissioni negative (la banda rosa) e abbassare le nostre emissioni nette (la linea nera): sulla tabella di marcia siamo già molto indietro.
1. IMBOSCHIMENTO E REFORESTAZIONE
Il metodo più semplice: piantare un albero. Ma anche reimpiantando tutti gli alberi che abbiamo tagliato, la CO2 assorbita sarebbe molto inferiore di quella che produciamo. Non solo: una foresta che cresce naturalmente assorbe molta più CO2 di una piantata dall’uomo, ma ha bisogno di più tempo per svilupparsi (almeno 70 anni). Poi, non tutte le foreste sono uguali: gli alberi assorbono maggiori quote di CO2 intorno all’Equatore, proprio dove la deforestazione cresce con più velocità.
Pro | poco costoso, nessun bisogno di tecnologia
Contro | necessità di spazi molto ampi, utilizza molta acqua, può cambiare il microclima di un’area e l’albedo (ovvero la capacità di una superficie riflettere i raggi solari, quindi meno riflette più la temperatura si alza)
2. RIPRISTINO DEGLI HABITAT “BLUE CARBON”
Il blue carbon è il carbonio immagazzinato negli ecosistemi costieri e marini. I mari assorbono moltissima CO2: un quarto di quella che gli umani producono in eccesso. Un ruolo molto importante è svolto dalle zone umide, dalle paludi, dalle foreste di mangrovie (Apple investe in foreste di Mangrovie in Colombia), dagli aquitrini e dalle erbe di mare: realtà che gli esseri umani nel corso del tempo hanno cercato di eliminare. Ripristinare il naturale sviluppo degli ecosistemi di coste e litorali è quindi tanto importante quando il rimboschimento.
Pro | aumenta e protegge la biodiversità; protezione delle coste da eventi atmosferici pericolosi
Contro | tempi molto lunghi
3. BIOCHAR
Il biochar è un materiale simile al carbone che si ottiene quando delle biomasse, naturali o vegetali, subiscono una degradazione termica tramite pirolisi. In parole povere, quando “bruciamo” qualcosa senza ossigeno. Il calore spezza i legami dei composti organici e “intrappola” la CO2 all’interno, rendendo lunghi i tempi con cui essa si libera. Il biochar è utilizzato in agricoltura per rendere più fertili i terreni (l’esempio più famoso è la Terra preta dell’Amazzonia)
Pro | poco bisogno di spazio; possibilità di recuperare la biomassa di scarto; possibilità di benefici per agricoltura o imboschimento
Contro | riduce l’albedo di un terreno, ovvero la riflessione dei raggi solari; la CO2 assorbita verrà lentamente liberata
4. ARRICCHIRE IL SUOLO DI CARBONIO ORGANICO
O, per dirla in inglese, soil carbon sequestration. L’agricoltura moderna ha aumentato il ritorno in atmosfera di quella CO2 “catturata” nel terreno: si può invertire il trend attraverso il cambio di fertilizzanti, una minore aratura del terreno, l’ottimizzazione dei terreni per il pascolo, e la diversificazione delle piantagioni.
Pro | poco costoso
Contro | difficoltà di implementazione diffusa; la CO2 assorbita verrà lentamente liberata
Un tributo a tutti gli amanti dell'ambiente e di Twin Peaks
5. DEGRADAZIONE POTENZIATA DELLE ROCCE
Le rocce a contatto con gli agenti atmosferici lentamente cambiano: vengono erose, ma anche degradate chimicamente. Alcuni minerali hanno la proprietà di “assorbire” CO2 – come i silicati – reagendo con la pioggia: ogni anno le rocce presenti sulla terra assorbono il 3% della CO2 prodotta. L’idea della degradazione potenziata, o enhanced weathering, è quella di aumentare la superficie di contatto tra atmosfera e rocce, sbriciolando quest’ultime e distribuendole su grandi spazi.
Pro | i terreni su cui si trovano le rocce sbriciolate potrebbero arricchirsi di nutrienti
Contro | potenzialmente molto costoso, l’intervento dell’uomo sarebbe molto alto, incalcolabili i possibili effetti collaterali
6. ALCALINIZZAZIONE DELLE PIOGGE E DEGLI OCEANI
Sappiamo che la CO2 che si dissolve in piccole quantità nell’acqua si trasforma in acido carbonico: succede con la pioggia e con l'acqua sulla superficie terrestre. Per questo sentiamo sentiamo parlare di “piogge acide” e, negli ultimi anni, anche di oceani acidi. Diversi studi ipotizzano che "spruzzando" in cielo delle sostanze alcaline, la pioggia potrà dissolvere maggiore CO2, trasportandola a terra sotto forma di acido carbonico.
A questo va associato un altro intervento: la dispersione di ossido di calcio (o calce viva) negli oceani. L'ossido di calcio si forma scaldando il calcare. Anche qui: La calce assorbe maggiore CO2 e per la sua basicità contrasta l'arrivo di acqua piovana acida.
Pro | se usati in coppia c’è equilibrio chimico
Contro | impossibile su larga scala; impatto ambientale collaterale; contrario ad alcuni regolamenti internazionali
7. BECCS: BIOENERGIA CON CATTURA E STOCCAGGIO DI CARBONIO
Beccs è l’acronimo di bioenergy with carbon capture and storage. È di gran lunga visto come il metodo con il rapporto maggiore tra costi e benefici. Consiste nel produrre energia bruciando biomassa, catturando la CO2 prodotta dalla combustione e stoccandola nel sottosuolo, a una profondità sufficiente da non farla tornare in superficie. Questo comporta un triplo vantaggio: la biomassa vegetale utilizzata ha già assorbito CO2 quando era “in vita”; l’operazione ha portato alla produzione di energia elettrica; la CO2 che avanza verrà assorbita dal terreno. Negli scenari del Ippc, è proprio questa la tecnologia che più probabilmente sarà necessario diffondere in futuro per mantenere l’aumento di temperatura sotto i 2°C. Ma la fattibilità su larga scala non è ancora stata provata e al momento presenta molte problematiche.
Pro | vantaggi ambientali ed energetici
Contro | non ci sono ancora progetti applicabili su larga scala, i costi sono alti; se usato in larga scala richiederebbe vaste aree dove far crescere la biomassa (esempio: alberi) e siti di stoccaggio sotteraneo vicini, ma non tutti i terreni sono adeguati; in generale la larga diffusione di Beccs porterebbe a problemi di risorse e di territorio a discapito di altre attività o di ecosistemi naturali
Lo schema di un impianto Becs
8. COSTRUIRE CON LE BIOMASSE
Il ragionamento è simile per le biomasse utilizzate come componente dell’edilizia: scegliere materiali naturali fa sì che la CO2 assorbita dalla biomassa rimanga intrappolata a lungo, e contemporaneamente si riduce l’utilizzo di materiali come cemento e plastica.
Pro | case ecologiche, risparmio di cemento e plastica
Contro | utilizzo limitato
9. POTENZIARE LA BIOPRODUTTIVITÀ DEGLI OCEANI
Significa aggiungere agli oceani dei composti chimici nutrienti (con ferro o nitrati) per aumentare la presenza di fitoplancton, le micropiante marine che vivono attraverso la fotosintesi e quindi assorbono CO2. Quando le piante muoiono finiscono sui fondali marini, intrappolando per tantissimo tempo l’anidride carbonica.
Pro | il fitoplancton produce anche dimetil fosfato, un gas che aiuta la formazione delle nuvole sopra l’oceano: si ottiene così anche il risultato di avere più superfici riflettenti che fanno diminuire la temperatura
Contro | si interferisce con il ciclo del carbonio negli oceani; potrebbe essere contro regolamenti internazionali
10. DAC: CATTURA DIRETTA DELL’ARIA
Dac è l’acronimo di direct air capture. L’idea è semplice, la realizzazione complessa: succhiare l’aria e filtrare la CO2. Come un albero artificiale, ma non dello stesso aspetto. La tecnologia al momento esiste e alcune aziende la stanno sperimentando: in Svizzera c'è la Climeworks, che ha aperto due anni fa anche un impianto in Puglia. Per togliere la CO2 dall’aria è necessario un liquido speciale, che ha un effetto “colla” sull’anidride carbonica: il liquido viene poi riscaldato e la CO2 isolata per essere poi stoccata sottoterra o usata nei processi di produzioni di carburanti o plastiche. La possibilità di assorbimento è pressoché infinita, ma il sistema richiede molta energia elettrica ed è al momento ancora molto costoso.
Pro | Gli impianti Dac non hanno il problema del trasporto della CO2 assorbita: possono stare direttamente nel luogo in cui viene stoccata sottoterra
Contro | Costi elevati, consumo di energia elevato, efficienza ridotta
L'impianto italiano di Climeworks a Troia, in Puglia
“TRASFORMA I TUOI VIAGGI IN PIETRA” —
Ho messo gli impianti Dac come ultimo punto perché si tratta della tecnologia più affascinante ma anche quella da cui si posso capire meglio i limiti della ricerca di sistemi per raggiungere “emissioni negative”. Lo slogan di Climeworks è «Turn your travel emissions into stone» trasforma i tuoi viaggi in pietra: l’azienda offre abbonamenti mensili che equivalgono all’assorbimento di diverse quantità di CO2. Il messaggio è chiaro: c’è la possibilità di compensare l’impatto del proprio stile di vita a fronte di un pagamento.
Senza dubbio è un gesto nobile e legittimo. Molte persone sono costrette a viaggiare tanto in aereo o in auto per lavoro e non possono fare altrimenti. Ma diffondere l’idea che c’è un modo per controbilanciare il nostro impatto a fronte di una tassa, un investimento o una soluzione iper-tecnologica poggia, su basi errate.
Come dicevo all’inizio: al momento gli strumenti che abbiamo non sono utilizzabili in ampia scala per compensare l’impatto di tutta la popolazione umana. La soluzione sta altrove, e ha bisogno di scelte politiche, economiche e private più forti.
Fatemi sapere se avete dubbi: basta rispondere a questa email.
Ci sentiamo la prossima settimana!
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Alcuni articoli interessanti usciti questa settimana:
• Where nature ends (The Economist)
• Perché il giornalismo non sa illustrare le soluzioni al cambiamento climatico? (Elle)
• How our brains make it hard to solve climate change (Washington Post)
PS. Perché siamo qui
Per l'occhio umano, il verde è il colore con più sfumature. Distinguiamo moltissime varietà di verde. C'entra l'evoluzione: i primati da cui deriviamo si nutrivano prevalentemente di piante e frutta e per loro era vitale poter distinguere ciò che li circondava.
Oggi, sono molte anche le sfumature di verde quando parliamo di cambiamento climatico e all'ambientalismo. Ecco perché nasce questa newsletter: per raccontare tutte queste sfaccettature e per passare parola, soprattutto ai giovani.
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