Ci vuole un albero
🌍 Il colore verde #104: Una storia di Pasqua, anzi due. 654 anni fa nasceva la prima foresta creata dall'uomo. E a Kiev si piantano alberi nel parco dedicato a chi resiste
Oggi faccio un giro largo per raccontarti una storia di Pasqua. Cattolica, laica, agnostica, di altre religioni… quella che vuoi tu. Anzi, due storie.
Partiamo dal 1368, 654 anni fa. Giorno di Pasqua, che quell’anno cadeva il 9 aprile. Siamo nei dintorni di Norimberga, in Baviera, che all’epoca è una delle città emergenti della Germania medievale. Peter Stromer è un nobile, consigliere politico e imprenditore. La sua città, così come i suoi affari, crescono rapidamente grazie al commercio di legno per le lavorazioni e per il carbone: la zona è ricca di foreste.
Ma Stromer si accorge di una cosa che i suoi compaesani non hanno notato, o non vogliono affrontare: più gli anni passano, più la foresta si fa piccola. I taglialegna vanno più veloci della capacità rigenerativa dei faggi e dei pini bavaresi: un problema che oggi conosciamo molto bene, ma che all’epoca non è nemmeno contemplato.
Allora Stromer ha l’idea più semplice del mondo, ma è il primo della storia a pensarla: inizia a seminare alberi. Non grano, non piante e ortaggi. Alberi. Mette a dimora nuove foreste di conifere, centinaia e migliaia di nuovi pini, consapevole che mai nella vita li avrebbe potuti sfruttare, ma sarebbero appartenuti alle future generazioni. Stromer con quel gesto – certo, interessato, perché avrebbe fatto bene agli affari di famiglia – inventa la selvicultura, e fa nascere la prima foresta artificiale al mondo. Oggi quel patrimonio di alberi, legna, foglie e sottobosco esiste ancora. É la Foresta imperiale di Norimberga, 25.000 ettari che sono protetti da leggi tedesche ed europee.
Faccio un salto enorme per raccontare la seconda storia di oggi. Kiev, 2022. Nell’ultima settimana i russi hanno concentrato i loro attacchi militari nel Donbass e a Mariupol ritirandosi dalla capitale ucraina. La città è devastata dai bombardamenti, dai feriti, dai morti: nella regione di Kiev sarebbero almeno 900 le vittime civili, ha detto ieri il capo della polizia. La città si è svuotata, perché molti sono scappati.
Chi rimane, prova a ricostruire.
A Kiev c’è un parco, che fino a questa settimana era intitolato “Il giardino dell’amicizia tra i popoli ucraino e russo”. Ma il sindaco Vitali Klitschko, ex pugile professionista noto in tutto il mondo, giovedì, al 50° giorno di guerra, ha ufficializzato il nuovo nome dell’area: il “Parco degli eroi di Mariupol”, dedicato a chi ha resistito all’assalto russo nella città portuale nel sud del Paese. A proposito di Mariupol, Monica Perosino questa settimana su La Stampa:
«Nella città sotto assedio dal 25 febbraio, dove non sono rimasti in piedi nemmeno gli alberi, il cappio si è stretto fino ad asfissiare le ultime persone rimaste tra le rovine e nei sotterranei, gli ultimi sopravvissuti e gli ultimi soldati».
Così Klitschko ha organizzato un evento per inaugurare il parco dedicato a loro. C’era la stampa, i fotografi, alcuni politici e poi un gruppetto di cittadini. C’erano anche una bambina, che ha preso in mano un badile e insieme al sindaco ha piantato un albero, il primo nuovo albero della città da quando è iniziata la guerra. Il nuovo giardino ha ora 500 alberi in più.
Un gesto piccolo, simbolico. E persino interessato potremmo dire, perché fatto a favore di camera, in un conflitto dove l’immagine e l’informazione contano più che mai. Ma proprio come quello di Peter Stromer il bavarese, è un piccolo gesto di rigenerazione. Un piccolo gesto di Pasqua. Pasqua, che per i cristiani significa resurrezione e per gli ebrei significa liberazione.
L’ho scritto qualche settimana fa e lo ripeto: non c’è simbolo di pace migliore di un albero.
Earth Day 2022
Venerdì prossimo si celebra l’Earth Day, Giornata della Terra. Io sarò a Milano con i ragazzi e le ragazze di ZeroCO2, per un evento dal vivo al Teatro Bello di Via San Cristoforo 1, alle ore 21. L’evento sarà gratuito, ma è bene registrarsi qui. Andrea Bellati, Silvia Moroli (@parlasostenibile per chi la segue sui social), Giovanni Mori, Sofia Pasotto, Luciano Canova e io parleremo - ognuno con un intervento di 15 minuti circa - della “Rivoluzione dei piccoli gesti”. Se non sei a Milano, registrati ugualmente, perché riceverai il link per seguire la diretta.
📰 I link
• La battaglia ambientalista è innanzitutto una battaglia per la democrazia. Da leggere assolutamente il breve ma fondamentale editoriale di Giovanni De Mauro su Internazionale.
• È tempo di pensare alla costituzione di Corpi civili di pace europei. (Essenziale)
• Vogliamo davvero rendere sostenibile il nostro guardaroba? Dobbiamo tagliare gli acquisti di nuovi vestiti almeno del 75%. (Guardian)
• La naturalista italiana che ascolta il canto degli ultimi lemuri in Madagascar. (Repubblica)
• Omar Di Felice ha appena fatto il primo giro del Polo Nord in bicicletta al mondo. E l’ha fatto per combattere il climate change. (Corriere)
• Come la tecnologia può salvare le nostre foreste: dalle immagini satellitari ai telefoni cellulari usati per “ascoltare” il disboscamento, il tech offre aiuti concreti per invertire la rotta della deforestazione. (Linkiesta)
• In Abruzzo c’è un grosso problema con l’acqua: la maggior parte di quella immessa nella rete idrica non arriva alle case delle persone per via della scarsa manutenzione. (Il Post)
• “La grande bellezza e le pale ignoranti: La sostenibilità e l’autosufficienza energetica hanno bisogno di pannelli solari e pale eoliche. Sono davvero così brutti? Ma poi, non è più bello non inquinare più?”. (La Svolta)
👇 La foto più bella
Uno scatto di una volpe meraviglioso, con una storia ancora più incredibile.
Il fotografo, Milan Radisics, ungherese, racconta così l’immagine: «Nel corso di otto mesi, ho passato quasi ogni notte seduto vicino alla finestra della mia casa in mezzo alla foresta. La giovane volpe faceva capolino nel paese dopo il tramonto, gironzolava per un paio d’ore e poi arrivava nel mio giardino. Ho osservato i suoi comportamenti dal buio della mia stanza, e controllato la telecamera a distanza. Ho impostato la luce in anticipo, come fosse uno scatto in studio, e ho semplicemente aspettato che la protagonista entrasse in scena».
Lo scatto è valso a Radisics il primo posto nella categoria “Animali e Natura” del Sony World Photography Award. Qui gli altri vincitori.
💌 Per supportarmi
Se ancora non mi conosci, ciao! Sono Nicolas Lozito, friulano, 31 anni. Sono un giornalista e lavoro a La Stampa. Curo questa newsletter da marzo 2020. Esce ogni sabato e nel 2021 ha vinto un premio, assegnato dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici e Radio 3 Scienza. Il colore verde ha anche un bosco di 100 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO2. L’anno scorso ho fatto un podcast: Climateers, sulle pioniere e i pionieri dell’ambientalismo. Se vuoi darmi una mano:
• Condividi la puntata sui social. Se lo fai su Instagram, taggami: nicolas.lozito.
• Fai iscrivere tutti. Amiche e amici, parenti, colleghe e colleghi qui.
• Considera una donazione. Mi aiuteresti a sostenere questo progetto editoriale. Puoi donare su DonorBox o Paypal. Se vuoi farlo con un bonifico, scrivimi e ti do l’Iban.