Ricordi le anziane per il clima? Non se la passano bene
🌍 Il colore verde #209 Il governo svizzero ha respinto la causa delle KlimaSeniorinnen. Nel frattempo, l'Europa è andata a destra
Ciao e scusa le ore di ritardo!
Quante cose succedono in una settimana, oggi Federica e io vi raccontiamo tutto il possibile sperando di aver fatto un buon riassunto (immagina che da lunedì a venerdì litighiamo per le tante cose che vorremmo mettere ma poi non ci stanno).
Prima di partire, per augurarvi un buon weekend, una vignetta. In Friuli ha inaugurato una mostra di Altan, vignettista e tra le tante cose padre della Pimpa. Qui una delle illustrazioni in mostra, abbastanza indicativa dei tempi.
Ps. Domani a Milano c’è Riverberi, il super-festival delle amiche di TerraLab. Ho avuto una sfortuna nei turni in redazione e non potrò esserci, ma se sei in zona lo consiglio molto.
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👵🏻 Il Parlamento svizzero respinge la sentenza che dava ragione alle “Anziane per il clima”
Ad aprile la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) si era pronunciata in favore dell’associazione ambientalista KlimaSeniorinnen, “Anziane per il clima”, che aveva fatto causa alla Svizzera per le lente e insufficienti politiche di riduzione delle emissioni.
Una sentenza storica, che ha collegato le mancate misure a tutela dell'ambiente alla violazione dei diritti umani. La parola è passata adesso al Parlamento svizzero che questa settimana ha risposto che la questione non era affare della CEDU e che, anzi, lo Stato starebbe già facendo abbastanza contro la crisi climatica.
Che succede se un Paese va contro le decisioni della Corte? Purtroppo niente, non esiste un organo che assicuri l'attuazione delle sue sentenze, ma questo comportamento della Svizzera potrebbe creare un precedente pericoloso.
🇺🇦 La guerra in Ucraina ha generato più emissioni di 175 Paesi
Confronti armati, incendi, voli deviati, migrazioni forzate e perdite di infrastrutture di combustibili fossili hanno generato 175 milioni di tonnellate di CO2 equivalente dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, paragonabili alle emissioni di 90 milioni di auto a benzina in un anno o ai gas serra prodotti da 175 Paesi in un anno. I dati vengono dal più grande studio sugli impatti climatici di un conflitto, realizzato dall’associazione di esperti del clima Initiative on Greenhouse Gas Accounting of War che ha studiato i primi 24 mesi di conflitto.
“La Russia sta danneggiando non solo l’Ucraina, ma anche il nostro clima. Questo ‘carbonio da conflitto’ è significativo e avrà ripercussioni a livello globale. La Federazione Russa dovrebbe essere costretta a risarcire per questo, un debito che che con l’Ucraina e con i Paesi del Sud del mondo, che subiranno i maggiori danni climatici.” ha affermato Lennard de Klerk che ha guidato la ricerca.
🤝 La diplomazia climatica prosegue (a singhiozzo)
Aggiornamenti dal fronte dei grandi negoziati internazionali sul clima e sulla transizione.
In Germania si sono tenuti i negoziati intermedi di Bonn, necessari per arrivare a Cop29 con “i compiti fatti”. Non è andata benissimo, e la parola più giusta per descrivere la situazione è…stallo. Una serie di veti incrociati ha bloccato i tavoli di lavoro più delicati, quello della mitigazione e quello della finanza internazionale. Qui l’analisi di Italian Climate Network. “La strada è molto in salita”, riassume Serena Giacomin, presidente dell’ente.
In Puglia, invece, si chiude oggi il G7 guidato dall’Italia. Sul tema clima i leader adotteranno un documento finale che dovrebbe contenere questa frase: “Ci allontaneremo dai combustibili fossili nei sistemi energetici in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando le azioni in questo decennio critico, per raggiungere l'obiettivo zero entro il 2050 in linea con la migliore scienza disponibile” (un testo non molto diverso dalle conclusioni della Carta di Venaria di aprile. Se le bozze emerse ieri dovessero essere confermate, il G7 chiede anche che i Paesi in via di sviluppo più ricchi contribuiscano ad aiutare i Paesi che soffrono maggiormente le conseguenze del cambiamento climatico. Si tratta di una mossa che punta a sbloccare proprio lo stallo dei negoziati di Bonn e far capire a Stati come Cina e Arabia Saudita che devono contribuire anche loro (al momento questi due Paesi fanno parte del G77, l’organizzazione che raggruppa 134 Paesi “in via di sviluppo”).
A proposito di Cina e ambiente: questa settimana l’Ue ha introdotto nuovi e pesanti dazi sull’importazione di auto elettriche cinesi (fino al 48% del valore dell’auto). Una mossa che dovrebbe ottimisticamente favorire lo sviluppo dell’industria automobilistica a basse emissioni europea.
😮💨 Le tempeste di polvere e sabbia e 135 milioni di morti a causa dell’inquinamento atmosferico
Hai trovato polvere rossiccia sulla macchina questa settimana? È successo perché in queste settimane c’è stata una significativa intrusione di polvere proveniente dal deserto del Sahara, soprattutto su Cipro, sulla Turchia e in Grecia, ma è passata anche per l'Italia meridionale e la Sicilia. Il Servizio di Monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus ha studiato il fenomeno, avvisando che in alcune aree ci sarebbe stato un significativo peggioramento della qualità dell’aria, a causa dell’aumento della concentrazione di polveri sottili.
Queste tempeste di polvere non sono insolite ma l'aumento dell'intensità e della frequenza di questi eventi negli ultimi anni suggerisce possibili correlazioni con cambiamenti nei modelli di circolazione atmosferica.
Le particelle piccolissime trasportate dal vento sono molto dannose per gli organismi. Un recente studio sostiene che, in 40 anni, 135 milioni di persone sono morte nel mondo a causa dall’inquinamento atmosferico
🐋 L’Islanda rinnova il permesso per la caccia alle balene
Il 12 giugno in Islanda era attesa una decisione storica da parte del governo per bandire la caccia alle balene. Le speranze però sono state disattese: la richiesta di rinnovo della licenza da parte dell'ultima e unica compagnia baleniera rimasta in Islanda, la Hvalur Hf, per l’uccisione di 128 esemplari, è stata approvata.
Dopo la messa al bando della caccia per scopi commerciali nel 1986, le uccisioni sono diminuite moltissimo. La pratica resta legale solo in Islanda, Norvegia e Giappone, oltre ad altre aree limitate. Il problema però resta, soprattutto alla luce delle atroci sofferenze che questi animali patiscono al momento della cattura. In un report della Icelandic Food and Veterinary Authority sulla stagione di caccia del 2022 si legge: “Alcune balene avevano impiegato fino a due ore per morire, con il 41% delle balene che soffrono immensamente per una media di 11,5 minuti”.
→ In un’intervista a La Stampa Mercalli ha detto: “La diffidenza nei miei confronti è la stessa che c’è per i temi verdi in tutta Europa. A dettare l’agenda green non ci riesce nemmeno António Guterres o il Papa”.
Vabbè, come sta l’ambientalismo dopo le Europee?
Come sono andate le elezioni? In un’immagine, così:
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Da una settimana facciamo i conti con i risultati delle elezioni del nuovo Parlamento europeo, in Italia le meno partecipate di sempre (meno di un italiano su due è andato a votare). I verdi ne sono usciti malino, soprattutto a causa dello spostamento a destra dell’elettorato francese e tedesco. Nonostante questo, il gruppo potrà giocare comunque un ruolo importante nell’elezione del o della presidente della Commissione europea. Andiamo per punti.
A differenza di quello che è successo in molti altri Paesi europei, il nostro partito verde è cresciuto. Alleanza Verdi-Sinistra (AVS) ha conquistato il 6,7% delle preferenze. Fra le sei liste che hanno superato la soglia di sbarramento, AVS è l’unica, insieme al Partito Democratico, ad avere aumentato il numero di voti assoluti rispetto alle politiche 2022. Secondi i dati, i verdi sono stati anche il partito più votato dai fuorisede (40,35%) e il terzo tra gli under 30.
Si può attribuire questo risultato di AVS alla sola spinta ambientalista? Probabilmente no, visto il gran mix di candidati presentati, tra cui Ilaria Salis (più votata) e Mimmo Lucano. Parentesi: Giovanni Mori, che avevamo intervistato, ha preso più di 19.000 voti nella circoscrizione Nord-Ovest. Può entrare in Parlamento europeo se Salis e Lucano decidono di farsi eleggere nelle altre circoscrizioni dove hanno preso più voti. Più di 10.000 persone, soprattutto giovani e attivisti climatici, hanno firmato due lettere per chiedere a AVS di dare spazio ai candidati giovani come Mori, Benedetta Scuderi e Cristina Guarda.
Proiettiamoci a Strasburgo e Bruxelles. In Parlamento, la coalizione dei Verdi (The Greens/EFA) ha comunque perso 18 seggi, passando dai 71 ottenuti nel 2019 agli attuali 53.
Non tutto è perduto, i Greens saranno decisivi per una possibile rielezione di Ursula von der Leyen a guida della Commissione, il cui voto è previsto per luglio. La cosiddetta “maggioranza Ursula” che aveva sostenuto von der Leyen nel 2019 è ancora presente ma ha perso seggi. Per evitare brutte soprese (si vota a scrutinio segreto) ed essere rieletta, la leader uscente avrà bisogno del sostegno dei Verdi, visto che i socialisti hanno già messo un veto a qualsiasi allargamento della coalizione a destra.
Che fine farà il Green Deal? Domanda delle domande. L’aumento del numero di deputati di destra ed estrema destra potrebbe portare a modifiche sul pacchetto di norme climatiche dell’UE. Obiettivo di molte formazioni politiche conservatrici è modificare o abolire una misura in particolare: il divieto di vendita di auto a combustione interna entro il 2035. I Verdi però hanno già posto come condizione al loro nella maggioranza il fatto che non ci sia alcuna marcia indietro sul Green Deal, vedremo.
Sentinelle climatiche
È un progetto fatto in 12 scuole italiane per coinvolgere ragazzi e ragazze nel monitoraggio degli eventi climatici estremi e dare gli strumenti per comprendere gli effetti della crisi climatica. Una parte del progetto ha previsto anche la formazione di docenti insieme a esperti di clima e di ecologia. Dai un’occhiata, magari puoi proporre una seconda edizione per il prossimo anno nella tua scuola!
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Quell’amico che vuole sempre sapere come ti senti, insistente da morire, ma che ti vuole bene. Un parrocchetto dal collare nel parco Segmenler di Ankara, Turchia.
Se sei qui, vuol dire che Il colore verde ti piace davvero e ti è utile. La newsletter è nata nel marzo 2020 e la curo io, Nicolas Lozito, friulano, 33 anni. Sono un giornalista e lavoro a La Stampa.
Da febbraio 2024 Federica De Lillis collabora con me. Giornalista romana, ora vive a Milano e lavora per Sky Tg24. I suoi focus: nuove generazioni, diritti e digitale.
La comunità de Il colore verde ha un bosco di 300 alberi in Guatemala, piantato da ZeroCO₂: trovi la sua storia qui. Se vuoi adottare un albero anche tu da ZeroCO₂, usa il codice ILCOLOREVERDE per uno sconto del 30%.
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Io francamente fra le elezioni e il G7 pugliese temo che ci ritroveremo davanti a una frenata sulle politiche verdi. Ascoltando il tg non ho mai sentito parlare di clima al G7 per esempio (ma me l'aspettavo).
Non ho mai sperato tanto di sbagliarmi come su questo punto!